Lo Splendido

Serie: Ritrovarsi


Federico รจ entrato in una nuova aziend

Uno degli argomenti di tante mail che ci scambiavamo era un prototipista, originario dellโ€™entroterra maceratese, che amava disquisire di ogni argomento e a cui in ogni occasione piaceva dar sfoggio di cultura e di preparazione in ogni campo. Le storie che raccontava erano sempre esagerate e abbellite fino allโ€™inverosimile, tutte declamate con forte accento maceratese, e per questo motivo lo avevamo soprannominato lo โ€œSplendidoโ€. Cominciammo ben presto a raccogliere le situazioni paradossali che si creavano con lui per costruirci sopra una serie di storie che ci passavamo lโ€™un lโ€™altro aggiungendo di volta in volta particolari o spiegazioni che le rendevano ancora piรน assurde.

Una volta mi chiamarono i ragazzi che collaudavano sulla linea di produzione un nuovo componente di cui avevo seguito il progetto perchรฉ gli si era rotto un utensile speciale che lo Splendido aveva fatto per avvitare dei dadi negli angusti spazi che cโ€™erano per il montaggio.

Mi recai perciรฒ dallo Splendido che era in laboratorio davanti a due laboratoristi.

Gli dissi: โ€œSplendido, scusa, ai ragazzi giร  gli si รจ rotta la puntaโ€.

โ€œE certo: lโ€™acciaio piรน รจ duro e piรน รจ fragile. Cโ€™ha โ€˜na curva de snervamento piรน corta, no?โ€, disse lui.

Lo guardai stupito da questa esibizione di conoscenze teoriche per una faccenda banale come quella e lui continuรฒ: โ€œMa lo sai de chi รจ la colpa se abbiamo dovuto inventarci questo utensile che poi si rompe in continuazione?โ€

Risposi: โ€œDi chi ha fatto la testata con quei buchi cosรฌ piccoliโ€.

Lui annuรฌ con aria di approvazione e poi continuรฒ infervorato, prendendosela con il progettista che aveva disegnato quei fori: โ€œBravo. Io glielโ€™ho detto a Andrea: non รจ questo lo modo. Volete fa li prigionieri serrati co lo dado? Non รจ questo lo modo. Andrea mi ha risposto che era unโ€™idea che veniva dallโ€™alto, imposta senza discussioni, ma non รจ questo lo modo!โ€

Io evitai volutamente di chiedere secondo lui qual era lo modo, come lui avrebbe voluto per continuare la sua dotta esternazione. Cominciava a venirmi da ridere per quei discorsi complottisti applicati a una questione come la sede di prigionieri di serraggio in un componente di lavatrice.

Allora lui, come spesso faceva, cambiรฒ discorso e cominciรฒ a parlare della Loctite Attack che stava utilizzando in quel momento per qualche geniale modifica prototipale.

โ€œGianagrilatoโ€ฆlo sai che lo gianagrilato lโ€™ha inventato nu dottore de Matelica? Si chiamava Dottor Pagliari ed era un allievo di Fon Braun, te dige niente stoโ€™ nome? Era lo inventore delle V2 dellโ€™esercito tedesco e lui lavorava nel laboratorio dove le assemblavano e lรฌ aveva inventato questo componente chimico per velocizzare le operazioni.โ€

Io e gli altri lo guardavamo con facce perplesse senza capire dove sarebbe andato a parare e lui continuรฒ: โ€œPoi perรฒ un giorno ha fatto na reazione chimica che ha fatto scoppiร  tutto lo laboratorio e lโ€™hanno ligenziato in trongo. Poi perรฒ le V2 non sono piรน riuscite a farle arrivare a Londra, si perdevano tutti i pezzi durante il volo!โ€

Cominciammo a ridere forte tutti e io andai via con le lacrime agli occhi pensando alle terribili V2 tedesche incollate con l’attack e immaginando giร  il racconto di tutta quella scena che avrei inviato agli altri.

Unโ€™altra volta un pomeriggio che non cโ€™era molto da fare in ufficio, io e Andrea Nannini decidemmo di andare a trovare lo Splendido con lโ€™idea di provocarlo per estorcergli qualche storiella delle sue. Appena varcata la soglia dellโ€™officina prototipi lo Splendido ci fermรฒ e mi rivolse la meno scontata delle domande.

โ€œTe come stai messo a trigonometria?โ€

Spiazzato dallโ€™insolita richiesta, rispondo allโ€™SOS trigonometrico dicendo che allโ€™Universitร  me la cavavo.

Lui mi incalza: โ€œAbbiamo un gerchio di cui vogliamo galcolare il raggio che rizulta tangente su questo cateto del triangolo rettangolo e passa per lโ€™altro vertige. Io avevo pensato di applicare la gosegante di questo angolo, perรฒ me manca nu qualche passaggioโ€.

Io, frastornato da questa esibizione di padronanza trigonometrica gli risposi: โ€œLa cosecante manco mi ricordo cosโ€™รจ, ma fammi dare unโ€™occhiataโ€.

Cominciai a tracciare qualche raggio, qualche bisettrice, a dare un nome agli angoli quando lui mi fermรฒ.

โ€œMmmmโ€ฆattento! Guarda che stai a divide troppo lโ€™angoli, cosรฌ andamo a finรฌ sugli integrali!โ€

Io stupito gli risposi: โ€œLasciamo stare gli integrali, dove li vedi?โ€

โ€œSe dividi troppo lโ€™angoli vai a finรฌ sugli infinitesimi, quindi sullโ€™integraliโ€.

Lo guardai perplesso pensando che mai avrei pensato di applicare gli integrali per progettare unโ€™attrezzatura di manutenzione.

A quel punto Andrea che fino a quel momento aveva ascoltato con aria divertita gli disse cambiando discorso: โ€œSplendido, ma era un amico tuo che aveva una tigre?โ€

Io cominciai a ridere cercando di nascondermi perchรฉ gli stavo davanti.

Lui rispose: โ€œCerto, cโ€™aveva na tigre e pure nu leone!โ€ Poi rivolto a me mi disse: โ€œE tu che cazzo ridi?โ€

Mi ricomposi per non interrompere la performance comica che mi immaginavo che stava per cominciare e lui continuรฒ: โ€œEโ€™ na cosa seria: co lโ€™aiuti della protezione animali ha preso ste bestie dagli zoo che se ne volevano disfare. Tanto lui era nโ€™allevatore e spazio ne aveva: aveva vacche, cunilli, galline. La teneva legata co na catena co le maglie grosse come due dita a nu pilastro della stalla: quanto magnava, trenta chili de carne al giorno!โ€

Noi facevamo fatica a mantenere un contegno, ma lui era ormai lanciato e continuรฒ: โ€œPerรฒ mica se avvicinava per daje da magnร , glie tirava li cunilli al volo! Perรฒ senza pelle, sennรฒ glie facea male alla digestione. Gegia, la tigre Gegia. Lu leone รจ morto de cause naturali, de vecchiaia digiamo, Gegia invece lโ€™hanno dovuta ammazzร  perchรฉ cโ€™aveva na malattia, povera Gegiaโ€.

Andrea era sparito dietro un bancone preso dalle convulsioni per le risate trattenute, ma lui ormai non ci badava piรน e io gli chiesi: โ€œGli รจ dispiaciuto al tuo amico mi immaginoโ€.

Lui rispose annuendo โ€œEh giร , Gegiaโ€ฆmica se avvicinava lโ€™amico mio per faglie le carezze, na bestia de duecentocinquanta chili era! Cโ€™aveva gerti artigli lunghi un dito!โ€

A quel punto non mi trattenni piรน neanche io e cominciai a ridere sotto gli occhi indignati dello Splendido che era convinto di averci raccontato una storia triste e malinconica. 

Serie: Ritrovarsi


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