
L’Oppressore
Serie: La Cupola
- Episodio 1: La Cupola
- Episodio 2: I Muti
- Episodio 3: L’Oppressore
- Episodio 4: Lʼarte dellʼinganno
- Episodio 5: La Fame
STAGIONE 1
Dietro la schiena di ogni abitante stava l’Oppressore. Era una creatura asessuata, dal volto allungato e pallido, con un naso lungo, labbra sottili e occhi castani che guizzavano inquieti. Sovrastando il portatore, sminuiva ogni passo, ogni gesto, ogni pensiero. L’Oppressore si nutriva di autoflagellazione, delusione e senso di inferiorità. Se una persona provava a ribattere, a smentire, a difendere il proprio punto di vista, l’Oppressore si svegliava e, insinuandosi lungo le sottili linee dei capelli grigi, come vene, cominciava a sussurrare: «Oooh, non hai ragione… Trovi scuse per accusare gli altri, ma non ti accusi mai. Cosa penseranno gli altri? Sei un nulla, e la tua vita è un nulla. Non sei capace di niente e non servi a nessuno – un ingranaggio in un enorme meccanismo…»
E la persona cedeva. Abbassava la testa e si concentrava sul selciato sporco sotto ai piedi. Con le tasche ben spalancate, permetteva all’Oppressore di gettarvi manciate di piccoli ciottoli chiamati “insicurezza”, “paura” e “nullità”. Così diventava il suddito perfetto del Cupolone – anonimo e innocuo, malgrado il potenziale.
Lei aveva imparato a distrarre l’Oppressore, aveva trovato il modo di saziare la sua inesauribile sete di emozioni negative. Lo nutriva a sazietà, e mai, neppure per un istante, permetteva a sé stessa di pensare alla libertà. L’Oppressore si fidava di lei, si fidava così tanto da restare a casa, lasciandola vagare per la città notturna. Era convinto che questo le avrebbe fatto solo peggio – la vista delle case illuminate dei ricchi, i cui cortili erano cosparsi di pietre come “lusso”, “ricchezza”, “spensieratezza”, doveva abbassare ancora di più la sua già modesta autostima.
Dopo aver lasciato una nuova pietra nel nascondiglio sotto le radici degli alberi, Lei cominciò ad avanzare con cautela attraverso la boscaglia verso i cancelli della città. Alla luce di un lampione, esaminò con attenzione i vestiti e le mani, liberandosi delle tracce dell’incursione notturna. Raccolse una manciata di “malinconia”, sollevò in aria i granelli sottili di “stanchezza” e ne imbrattò i vestiti. Appena ebbe finito, sulla città si levò un urlo agghiacciante di sirena. Era scattato il coprifuoco, e che l’universo proteggesse chiunque non si trovasse dietro la porta di casa propria, stanotte.
Serie: La Cupola
- Episodio 1: La Cupola
- Episodio 2: I Muti
- Episodio 3: L’Oppressore
- Episodio 4: Lʼarte dellʼinganno
- Episodio 5: La Fame
Questo brano è una piccola meraviglia di narrativa distopica e simbolica. L’atmosfera è densa e inquietante, il tono poetico ma affilato, e l’idea dell’Oppressore come presenza costante, interna ed esterna, è geniale. Ricorda le allegorie kafkiane e le atmosfere plumbee di Bradbury, ma con una voce originale e moderna. Puoi sicuramente migliorarlo in fase di revisione, ma già adesso è un ottimo incipit. Aspetto di leggere il seguito.