Io mi chiamo Leyla

Serie: Simorgh


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: I secoli passano, uno uguale all'altro.

«Leyla, vestita di stelle, sorella della luna, palazzo dei sogni che non si scordano.»

«Ma cosa stai dicendo, maestra?»

Piccolina, scura di pelle, di capelli e di occhi e bassina, mi guardava a bocca aperta.

Si sa che le maestre non impazziscono, di solito, però la maestra straniera ci sta andando molto vicino.

Questo sembrava pensare la piccola Leyla che mi aveva all’improvviso spruzzata di poesia.

«Scusami, cara, ero soprappensiero. Cosa mi hai chiesto?»

«Vorrei sapere chi era Callistene, tu lo sai?»

«Complimenti, cara, anzi complimenti a tutti. Non immaginavo che foste in grado di spaziare anche negli aspetti meno conosciuti della storia greca. Callistene, dunque, io lo definirei il primo esempio di censura regale.»

Ventinove apparati respiratori tirarono un profondo sospiro, come se i loro possessori avessero ricevuto una conferma molto attesa. Feci finta di nulla e continuai.

«Il dramma di Callistene si consumò durante la spedizione di Alessandro il Macedone contro l’Impero Persiano. 

Nipote di Aristotele – maestro e amico di Alessandro – Callistene era stato scelto come storico e segretario del giovane re. Praticamente il cronista della spedizione.»

Mi interruppe Leyla, occhi color della notte.

«Come Anas al-Sharif, maestra?»

La guardai, cercando di conservare una espressione serena e sorridente. 

C’erano parole che mi giravano in testa:” Colui che porterà scandalo a uno solo di questi bambini, meglio sarebbe che gli fosse legata al collo una macina da asino e fosse gettato negli abissi del mare.”

«Qualcosa del genere, Leyla. Diciamo che Alessandro, dopo avere conquistata la Persia, si sentì simile a un imperatore orientale e volle che i suoi sudditi si inchinassero di fronte a lui ma greci e macedoni, in quanto tali, si rifiutarono e il primo, il più ostinato fu Callistene. Così Alessandro lo fece uccidere per dare un esempio agli altri. Ma non fu questo il solo motivo: il giovane re era spesso ubriaco e quando aveva bevuto troppo non capiva più niente. Per questo fece uccidere Callistene e molti lo odiarono.»

Mi accorsi subito, sbirciandola con la coda dell’occhio, che Leyla non era soddisfatta. Comunque non mi preoccupai perché non era da lei tacere. E infatti, dopo due minuti di silenzio.

«Senti, maestra…»

«Dimmi, bellezza.»

«Callistene era l’unico giornalista che seguiva Alessandro?»

«Non devi dire giornalista, era uno storico. Comunque ho capito: no, non era l’unico ma è stato l’unico a essere ucciso e, per anticipare la tua prossima domanda, non so se anche gli altri si erano rifiutati di inginocchiarsi di fronte ad Alessandro. Non credo, però, altrimenti lo avremmo saputo.»

«Ah, ecco!»

Il silenzio durò a lungo, questa volta, poi fu interrotto dalla voce di Iliya che aveva preso l’abitudine di arrivare in classe alla fine della lezione per accompagnarmi fino all’accampamento in cui vivo. Prese la parola, con l’autorità che gli veniva dal fatto di essere alto, bello e chiaramente innamorato della maestra.

«Tanto per precisare, nel caso qualcuno avesse dei dubbi, Alessandro era Macedone:a quell’epoca i Macedoni parlavano una lingua affine al greco ed erano loro stessi lontani parenti dei greci. Oggi chiamiamo Macedoni anche gli abitanti della Macedonia del nord, di etnia slava, ma una cosa è sicura: i Macedoni non avevano e non hanno nulla in comune con gli Ebrei.»

Mi guardò con un gran sorriso, contento di avere dato un serio contributo alla lezione e ci perdemmo l’uno negli occhi dell’altro. In quel momento arrivò Leyla, a tirare Iliya per la camicia.

«Si, piccola, che vuoi?»

«Guarda che non avevamo mica bisogno di te per capire che i Macedoni non sono Ebrei: ne hanno ucciso solo uno, di giornalisti, loro!»

Con le mani sui fianchi, come una vera comare goldoniana, Leyla si volto verso la classe che l’applaudì a scena aperta. 




Serie: Simorgh


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Francesca, è gradevole il passaggio in aula, curiosamente la narrazione passa in prima persona, dando maggior enfasi e partecipazione alla protagonista. Ho trovato i bambini un tantino adulti nell’argomentazione, ma forse sono più gradi di quanto me li ero immaginati io… Grazie molte per la bella lettura

  2. Capitolo bellissimo, dall’inizio alla fine. È stato appassionante leggere il dialogo, davvero ben scritto, tra Leyla e Azadeh, e anche il significato del nome della piccola. Ho trovato molto bello anche il finale, e attendo impaziente i prossimi capitoli.