L’uomo ingenuo

Quel piccolo omino, anziano e ormai calvo, si vantava di esser figlio di antica e nobile progenie. Se ne stava dietro la scrivania di una segreteria, non aveva che poco tempo da perdere fra le faccende estremamente monotone che riempivano quotidianamente il tavolo sotto forma di carte e cartine di ogni tipo, imbrattate ora da uno stampo ora da una firma a inchiostro che riluceva opaca controluce. 

A lui piaceva prender parte (se non dar luogo egli stesso) ai comizi di ogni tipo che di quando in quando si aggregavano dietro quel banco. Erano persone che si fermavano per caso e fra una pratica e l’altra trovavano il sollazzo di scambiare due parole. Sembrava arguto e voleva fare della sua opinione qualcosa che andasse rafforzando la sua immagine di colto caduto in disgrazia per i debiti. “Dopo tutto Mies van der Rohe è un sintetista moderno” e lui a ciò assentiva come avesse saputo la sua vita dal primo suo respiro fino all’ultimo. Lui non lo sapeva, ma negli ultimi tempi era schernito. Gli facevano le più ardimentose esternazioni e lui non faceva che confermarle, tronfio della sua incosciente vacuità e a volte perfino tentando una magra argomentazione basata (a detta sua) su “antiche memorie”. Quali antiche memorie? 

“Eh, gente così ce n’è tanta…” questa era una sua massima, un mantra con cui ogni mattina l’omino si sciacquava la bocca e che gli prestava ausilio ai più disparati argomenti. La sapeva lunga, o almeno diceva di saperla lunga. Avendogli misurato le parole come a volerle stipare in un baule si, si sarebbe detto che la sapesse lunga. Avendole volute pesare a vedere quante di esse avessero vero valore, beh allora sarebbe stato evidente il contrario. Non era né malvagio né presuntuoso. Era semplicemente un uomo cui lo studio del saggio Socrate non avrebbe fatto certo male.

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Discussioni

  1. Racconto il tuo che presta il fianco per una serie.. lasci più domande che certezze ed un seguito potrebbe portare delle risposte.
    Breve, fluido e dal sapore antico, questa breve storia mi ha fatto alzare un sopracciglio in segno di apprezzamento.
    Alla prossima lettura.