Madre

Serie: La bambina che non sapeva amare


Il gelo è pungente, doloroso; le caldaie, nonostante lavorino come forsennate, non riescono ad opporvisi.

Emanuele ed Elisabetta Zeloni siedono su vecchie poltrone nel loro grigio salotto, simili a soprammobili. Incuranti del freddo, soffocati da pensieri ben più freddi della temperatura esterna.

«Non dici niente?»

Emanuele sbuffa, grattandosi la testa con la mano sinistra. «Cosa dovrei dire?»

Non c’è nulla da dire, non dopo la notizia che ha sconvolto la loro vita: “Sarò schietto, signora Zeloni; non può avere figli.” Un macigno, un dolore insopportabile. Il dottore le aveva anche accennato alla possibilità di fare ricorso all’inseminazione artificiale, ma la donna lo aveva zittito con un’espressione accigliata: Dio aborrisce tale soluzione.

Guardateli ora, triste esempio di coppia priva di senso, puniti per una colpa che loro stessi ignorano. «Perché il Signore ha voluto farci questo?»

Emanuele, per l’ennesima volta, non ha nulla da dire; conosce fin troppo bene il carattere della moglie per capire quando è meglio starsene zitti.

«Eppure mi sono sempre comportata secondo i Suoi insegnamenti, non ho mai deviato dalla Sua via!» Osserva il marito come per avere conferma, ma quest’ultimo mantiene un’espressione neutra.

Qualcuno bussa alla porta, tre colpi leggeri. «Maledetti venditori!» borbotta la donna. «Non si prendono nemmeno la briga di utilizzare il campanello.»

La porta viene aperta, ma l’uomo sulla soglia non è un venditore, o perlomeno non ne ha l’aspetto: indossa una tunica nera, simile al saio dei frati, lunga fino ai piedi e il suo volto è nascosto da un largo cappello, nero anch’esso. Accanto a lui, una bambina di forse quattro anni, l’aspetto trasandato di chi non vede un bagno da giorni. Eppure è bella e questo fatto non può essere nascosto nemmeno dalla sporcizia.

«Mandali via!» La voce del marito ha l’effetto di uno schiaffo nel destarla dal torpore in cui era sprofondata. Elisabetta osserva lo strano duo, divisa tra la repulsione e una strana ed inspiegabile attrazione. In realtà l’attrazione che prova è tutt’altro che inspiegabile e non pensiate che abbia a che vedere con l’uomo dall’improbabile cappello, perché se lo state facendo vuol dire che avete capito ben poco del tipo di donna che è Elisabetta.

L’uomo di nero vestito non pronuncia una singola parola, nemmeno un lieve sospiro; si limita a spingere la piccola all’interno della casa. «Mamma» pronuncia questa abbracciando Elisabetta: è l’abbraccio più caldo e allo stesso tempo più gelido che la donna abbia mai ricevuto.

«Se ne sono andati? Che diamine volevano?» Ma la voce di Emanuele è distante, troppo lontana per raggiungere il cuore di una madre.

Madre. Che bella parola! Elisabetta adesso è madre.

L’uomo che dal nulla era giunto, torna al nulla lasciando il suo dono: il dono di Dio.

Adesso sono in tre; una famiglia? Qualcosa di simile.

«E questa chi sarebbe?» Emanuele si è alza dalla poltrona per osservare la piccola. «Puzza come un cadavere!»

«Questo è un giorno lieto, Emanuele! Guarda nostra figlia! È la benedizione del Signore.»

«Elisabetta! Io capisco la tua sofferenza, ma questa bambina…»

Il viso della donna si fa rosso dalla rabbia. «Nessuno pretende che tu capisca.» Prende una mano della bambina e la stringe nelle sue. «Accetta il dono di Dio, con gioia e umiltà. Segui la via indicata da San Giuseppe.»

Emanuele non è San Giuseppe, non ha la forza d’animo di quest’ultimo. Emanuele è un uomo semplice, scrigno di vizi e virtù, i primi molto più numerosi delle seconde.

«Dovremmo rivolgerci ai carabinieri; loro sapranno cosa fare.»

«No, caro. Non lo faremo.» Elisabetta stringe la mano della piccola con maggior vigore; teme di averle fatto male, ma dalla bocca della bambina non esce un lamento.

«La gente si farà delle domande.»

Elisabetta gli rivolge uno sguardo comprensivo. «Hai ragione, caro. La gente parlerà, ma che vuoi farci! La gente parla sempre.»

Serie: La bambina che non sapeva amare


Avete messo Mi Piace9 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Dario, come promesso, eccomi qui! Beh, non ti smentisci!!! Ho trovato tanta realtà in questo episodio, soprattutto nella vita della coppia, nella religiosità della donna e nella franchezza del marito, ma anche nel loro essere “umani” con tutte le imperfezioni, perché è quello che siamo. Il tuo stile dark e, passami il termine, crudo, mi coinvolge sempre più, e questa serie non deluderà le mie aspettative. Non so se sbaglio, ma l’uomo incappucciato mi ricorda la morte… questa bimba nasconde molti segreti…

    1. Scrivo racconti dark, horror e drammatici. Se vuoi leggere storie di maternità negata con protagoniste “donne coraggio” ne puoi trovare miliardi, ma non certo le mie. Nelle mie storie nessuno è puro, nessuno è innocente. Non lo sono i figli e non lo sono le madri. La bambina che non sapeva amare è una serie darkfantasy, oscura e malata e come tale va intesa. Mi “dispiace” di aver deluso le tue aspettative, ma questo è il mio stile di scrittura. Oltretutto questa è una delle serie meno violente che ho scritto; ti raccomando di non leggere Il settimo bicchiere – Eterno oblio ! Ti ringrazio per il commento sincero.

  2. Seppur con tremendo ritardo, eccomi finalmente qua! 🙂
    Un episodio di apertura dalle tinte drammatiche/oscure che solleva tanti interrogativi. Primo fra tutti: chi (o cosa) è questa bambina? E la madre? Nasconde forse qualcosa?
    Insomma, vado a leggere gli altri episodi… immediatamente! 🙂

  3. Ciao! Trovo questo inizio molto interessante, chi sarà davvero questa misteriosa bambina? Il desidero di essere madre di Elisabetta sembra oscurare qualcosa di sinistro (?).