Maledetta pala
Serie: Narzole Untold
- Episodio 1: Lezione di volo
- Episodio 2: Maledetta pala
- Episodio 3: Una radice particolare
- Episodio 4: La nuova verità
- Episodio 5: La vecchia maga
- Episodio 6: Le fate
- Episodio 7: Allora esistono
- Episodio 8: L’amuleto mediatore
- Episodio 9: La storia degli spiriti
- Episodio 10: Non sono un eroe
STAGIONE 1
Prima si chiuse la portiera, poi il portellone del bagagliaio. Kire aveva appena finito di scaricare tutto dalla macchina. Era la mattina del giorno successivo a quello della lezione, fresca e limpida. Il cielo era senza nuvole ed il vento assente. Quel giorno non erano previsti allievi ma solo operazioni di manutenzione. Kire prese la tanichetta di benzina, l’appoggiò sul tagliaerba e portò tutto fuori. L’autunno incredibilmente caldo di quell’anno aveva fatto crescere eccessivamente l’erba fino ai primi giorni di novembre. Per questo Kire pensava che fosse, se non l’ultima, la penultima volta che avrebbe litigato con il tagliaerba per quell’anno. Purtroppo la sua allergia alle graminacee non alleggeriva il fardello della noia di quel lavoro così monotono, almeno la temperatura moderata non era fastidiosa come quella del sole pieno di luglio e agosto.
Un riflesso particolare della luce colpì l’attenzione di Kire. Proveniva dal fondo del campo volo, fra il canale d’irrigazione e la manica a vento. Si avvicinò per controllare e vide che era un grosso specchio d’acqua, molto anomalo vista la vicinanza con il canale. Avvicinandosi ancora scoprì che era proprio quest’ultimo, il livello dell’acqua arrivava al bordo ed era tracimata, allagando la zona limitrofa. Kire rimase un attimo a contemplare la situazione, con le braccia sui fianchi ed un’espressione ben poco soddisfatta sul volto. La causa della piccola esondazione era un accumulo eccessivo di rami e altri detriti naturali alla bocca di un tunnel in cemento che interrava il canale per poi farlo riapparire oltre la strada. L’acqua che riusciva ad entrare era minore di quella che arrivava, quindi usciva allagando gli argini. Kire sbuffò e ritornò nel prefabbricato per poi uscire poco dopo con la pala in mano. Pensava di usarla per fare leva sul cumulo di detriti e consentire all’acqua di drenare, per poi rimuovere tutti gli ostacoli. Si mise sopra l’imboccatura in cemento e conficcò la lama della pala fra i rami ed il bordo del tunnel, poi iniziò ad usarla come leva per far spazio all’acqua. Il canale iniziò a drenare lentamente e l’eco dei gorgoglii dell’acqua che riempiva il vuoto interno del tunnel si fece sentire secco.
Kire dovette stringere con più forza il manico della pala, il flusso dell’acqua stava iniziando ad esercitare una certa pressione sull’attrezzo, tanto da rischiare che venisse risucchiato nelle viscere della terra. Cercò anche di tirarla a se per rimuoverla ma la pala non si sfilò. Allora Kire iniziò a muoverla con forza per cercare di svincolarla, facendole prendere sempre più gioco. Quando acquisì un certo grado di movimento, però, l’acqua dette uno strattone sulla parte in ferro della pala. Kire, colto di sorpresa, si fece scivolare il manico dalle mani. La pala ruotò in avanti e poi si infilò dentro al tunnel, sparendo nel buio spinta dalla corrente. Kire si portò subito le mani ai fianchi guardando in basso verso l’entrata del tunnel, assumendo la tipica posa di chi prova delusione e risentimento verso qualcosa. Non passò molto tempo prima che lanciasse una sonora imprecazione, immediatamente seguita da altre cinque. Liberate anche qualche blasfemia rientrò nel prefabbricato, questa volta uscendo brandendo il fedele piccone. “Adesso chi glielo spiega a quell’altro che ho perso la pala” pensava tornando verso il tunnel. Arrivato sull’argine del canale aspettò qualche minuto che l’acqua drenasse un po’, dopodiché cercò di liberare l’entrata dai rami e detriti rimasti. Quando ebbe ricavato un’apertura sufficiente a poter passare entrò nel buio sottoterra. “Mi sembra una pessima idea” pensò profeticamente mentre portava dentro la gamba rimasta fuori.
Le scarpe affondavano leggermente nell’acqua ed il soffice fango, mentre un umido e terroso odore gli riempiva le narici. «E’ strano trovarsi sottoterra pur respirando ancora» pensò sogghignando. Si fece luce con la torcia del cellulare. «Speriamo di non perdere anche questo». L’altezza del tunnel non gli consentiva di stare in piedi e doveva rimanere quasi accovacciato, non che fosse un particolare danno dal momento che doveva cercare un oggetto a terra. Spostò il fascio di luce a destra, poi a sinistra e nuovamente a destra. «Dove diavolo sei finita?» Poi fece luce più in profondità del tunnel e la scorse, quasi ricoperta di fango. La raggiunse, l’afferrò e tornò indietro; con molta fatica. Aveva quasi raggiunto l’uscita quando sentì un rumore, come se qualcosa fosse stato trascinato fino a sbattere contro una superficie. Guardò verso la bocca del tunnel e vide che si era oscurata. «Cazzo! Rischio di rimanere incastrato in questo postaccio» ebbe un altro pensiero profetico. «Che pessima idea è stata» si rimproverò. Appoggiò la pala ad una parete e cercò di spingere l’ammasso di rami che bloccava il passaggio, ma smise immediatamente. Preso dalla smania di uscire non pensò ad un dettaglio ovvio: se avesse creato abbastanza spazio per poter uscire ne avrebbe anche creato abbastanza per far entrare l’acqua. Infatti, il flusso corposo di acqua marroncina che aveva iniziato a sgorgare dalla sua via d’uscita lo fece desistere. «Bravo coglione» si rimproverò nuovamente. “E adesso?” si interrogò.
Si voltò cercando di scorgere l’altra uscita del tunnel. «Questo posto deve per forza avere un’altra uscita, dopo tutto non è altro che un grosso tubo». Afferrò la pala e si diresse nella direzione opposta. Cominciava ad intravedere un bagliore. «Questa stupidaggine è stata abbastanza grossa da dovermela tenere per me, non la racconterò a nessuno, per quanto epica possa essere», la mente cominciava a rilassarsi un po’ al respiro di uno sbuffo di aria più fresca.
Improvvisamente arrivò un altro rumore e una piccola ondata alzò il livello dell’acqua fino alle caviglie in un secondo. «Oh merda!» si lasciò scappare dalla bocca, voltandosi per controllare la situazione. La pressione dell’acqua aveva fatto collassare una porzione dei detriti che ostruivano l’entrata del tunnel, consentendo all’acqua di entrare più copiosa. Kire non si fece prendere dal panico, ma solo da una concitata ed ansiosa voglia di uscire da la sotto; coma l’avrebbe definita lui stesso più avanti. Accelerò il passo ma la fanghiglia lo fece scivolare, facendolo finire nell’acqua ed infradiciandolo. Si rialzo subito ma l’acqua stava salendo veramente in fretta. Miracolosamente il cellulare era bagnato ma rimaneva ancora accesso, mosse qualche passo verso la luce. Si fermò e si accorse di aver lasciato la pala indietro, doveva averla lasciata andare quando aveva buttato le mani per pararsi dalla caduta. Annaspava nell’acqua buttando le mani ovunque, avide di trovare il manico della pala. Ormai il livello dell’acqua non gli consentiva di stare così tanto chinato senza dover immergere la faccia. «Merda!» dovette desistere o avrebbe seriamente rischiato di annegare. L’acqua ora gli arrivava al petto e gli rallentava i movimenti. L’ultimo tratto del tunnel era più basso e offriva solo pochi centimetri di aria fra la superficie dell’acqua e la volta di terra. Kire era costretto a tenere il viso completamente rivolto verso l’alto per poter respirare, ma questo non gli consentiva di vedere dove stesse andando. «Bell’idea del cazzo, bravo. Complimenti». Una piccola onda gli fece bere dell’acqua che sapeva di terriccio e stagnante. Kire tossi dallo schifo, si dovette fermare. «La prossima volta che ti viene in mente una buona idea scrivila su un pezzo di carta» si disse. «Perché?» fece finta di chiedersi da solo nella sua mente. «Così, se la scrivi, almeno puoi pulirtici il culo!», in un’altra situazione avrebbe riso di gusto a questa sua perla di saggezza. «Ricordati, la prossima volta che…», non fece in tempo a finire il pensiero. Il piede destro gli scivolò sul fango e Kire sprofondo nell’acqua terrosa e spietata.
Serie: Narzole Untold
- Episodio 1: Lezione di volo
- Episodio 2: Maledetta pala
- Episodio 3: Una radice particolare
- Episodio 4: La nuova verità
- Episodio 5: La vecchia maga
- Episodio 6: Le fate
- Episodio 7: Allora esistono
- Episodio 8: L’amuleto mediatore
- Episodio 9: La storia degli spiriti
- Episodio 10: Non sono un eroe
Che ansia la parte finale 😨
Ciao Nicola, è esattamente quello che volevo ottenere. 🙂
Molto interessante anche questo secondo episodio.
Forse, avresti potuto osare un pochino in più, magari inserendo nel finale qualche tipo di entità che trascina Kire nelle profondità dell’acqua.
Comunque, molto bravo.
Ciao Giuseppe, sicuramente sarebbe stato più interessante come scenario, ma avrebbe distrutto la trama. Diciamo, senza spoilerare, che Kire è la sotto per un preciso motivo. 😉
Anche questo episodio mi è piaciuto moltissimo, hai proprio un’impronta riconoscibile
Ben ritrovato Roberto, l’onorificenza di sentire anche solo uno di voi lettori è la gratificazione più bella che possa ricevere; e per questo ti sono molto grato. Visto il tuo entusiasmo ti anticipo che il terzo episodio è già stato scritto ed il quarto è quasi ultimato. Vorrei cercare di pubblicare un episodio ogni lunedì di questa serie, così da non sommergere voi lettori di pagine da leggere e dare a mente tempi di scrittura più distesi.