Marcolfo e La Rivincita Del Tre Di Bastoni

Marcolfo non sopporta che, nel suo mazzo di carte napoletane, si accaniscano contro il Tre Di Bastoni. 

«Solo perché è un po’ strano, se la devono prendere con lui?».

Il riferimento è a un episodio nel quale il Tre Di Bastoni, messo all’angolo dagli Assi Di Coppe, Denari, Bastoni e Spade si era trovato in grande difficoltà ed era fuggito, con molta fatica, dovendo fare i conti con le sue tre grandi e pesanti gambe. Senza l’aiuto di nessuno.

Ora sta accadendo di nuovo.

«Ma guarda chi c’è, con quel faccione al centro di tre gambe bizzarre!» esordisce Asso Di Denari, il più borioso di tutti. Nel frattempo Marcolfo osserva dall’alto e cerca, con il suo pensiero, di dare forza alla sfortunato Tre Di Bastoni.

«Cosa c’è che non va nella mia faccia? E con tre gambe posso correre più veloce di voi quattro messi insieme» replica Tre Di Bastoni sapendo di mentire sulle sue reali prestazioni.

Asso Di Denari si fa una risata. Poi si volta verso gli altri tre compagni che, a loro volta, scoppiano a ridere.

«Dai! Dai! Insisti…» sospira Marcolfo sperando che Tre Di Bastoni non demorda.

«Ma vi siete guardati?» Tre Di Bastoni si rivolge ai quattro Assi fissandoli.

«Tu» rivolto ad Asso Di Denari «con quella doppia, piccola testa a forma di uccello vorresti sembrare regale? E non hai neppure le gambe. Rotoli direttamente sulla tua pancia» poi rivolto ad Asso Di Coppe «per non parlare di te. Sempre le mani appoggiate ai fianchi, in quella posizione da piccolo maestro del nulla. E che fianchi direi! Un po’ di attività sportiva non guasterebbe sai? E credo che quella sorta di coperchio che hai sulla testa, non nasconda altro che il vuoto».

«Come osi?» urla Asso Di Bastoni avvicinandosi minaccioso «adesso vedo di darti una bella lezione!». Tre Di Bastoni fa qualche passo indietro. Conosce l’ira del cugino Asso e non vuole rischiare «ma, cugino caro, hai mai notato che hai la testa grande e una gamba sola? Almeno io, di gambe, ne ho tre. Tu, più che camminare, saltelli».

Marcolfo vede Asso Di Spade avvicinarsi «fai attenzione». Quella di Marcolfo è quasi una supplica sussurrata. Tre Di Bastoni non lo può sentire.

Asso Di Spade ha la punta del suo coltello in bella vista pronto a colpire Tre Di Bastoni che, con un gesto rapido di una delle sue tre gambe, sfila la cintura che sorregge Asso Di Spade e lo fa cadere per terra. Poi attorciglia la cintura intorno al coltello per renderlo inoffensivo.

«Questo faccione, a differenza vostra, ha un cervello» urla Tre Di Bastoni con soddisfazione.

Attirati dalla confusione, giungono alla spicciolata Due Di Denari, Tre Di Spade, Quattro Di Coppe e tutte le altre vittime dei soprusi dei Quattro Assi. Osservano la scena compiaciuti. Finalmente qualcuno ha reagito.

Infine arriva Re Di Denari, con i suoi compari Re Di Coppe, Re Di Bastoni e Re Di Spade. Si rivolgono ai Quattro Assi «e voi credete di essere vincenti in questo modo? Guardatelo!» indicando Tre Di Bastoni «lui ha dignità da vendere. Siete qui perché siete stati designati come vincitori, non come perdenti asserviti alla tracotanza».

Nel frattempo giunge Cavallo Di Bastoni.

«La punizione la conoscete» afferma Re Di Denari «iniziate a correre senza sosta per i prossimi tre giorni».

Cavallo Di Bastoni inizia a inseguire i Quattro Assi minacciando di colpirli. Asso Di Denari rotola, Asso Di Coppe corre mentre con le due mani si tiene il coperchio sulla testa, Asso Di Bastoni saltella sulla gamba sola cadendo di continuo e Asso Di Spade inciampa perennemente sulla sua cintura cadendo ripetutamente con il posteriore sulla punta del suo coltello.

Tutto questo, con grande divertimento e risate da parte di Tre Di Bastoni e dei suoi amici.

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Discussioni

  1. Un buon leader è quello in grado di far lavorare bene la propria squadra, sommando gli sforzi di tutti per raggiungere il risultato. Direi che questi “assi” non hanno pensato che pur vincenti non possono vincere da soli la partita.

  2. Mi complimento per l’originalità del racconto, che a me fa venire in mente Gargantuele di Rabelais, un autore medioevale. Rabelais era considerato un genio nella sua epoca, era l’evoluzione del menestrello: era un Dante Alighieri rock. Le sue storie, pur partendo da fatti assolutamente condivisibili a livello culturale (nel tuo caso, le carte napoletane) con testi lirici, epici e barocchi, e con estrema simpatia, narravano fatti divertenti ed inquietanti, sempre reali ma mascherata spesso dal non-sense. Può essere che sbaglio, ma è quello che ho colto. A questo punto, se avessi ragione, la chiave, secondo me, per potenziare la bellezza di raccontare è aumentare la voce, renderla ancora più unica e originale di quello che non lo è già. Chapeau!

    1. Grazie David per i commenti sempre precisi, dettagliati e utili a migliorare ciò che viene proposto con gli scritti. In effetti non sbagli. Spesso il “non-sense” serve a mascherare un evento, uno stato d’animo o una situazione, regalando loro un vestito più piacevole alla vista. E’ quello che tento di fare restando, per quanto possibile, leggero. Intrattenendo (o, almeno, provandoci) il lettore.