Momenti speciali
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Una 500 su per la via
- Episodio 2: Chiamati per nome
- Episodio 3: Siamo a casa
- Episodio 4: Fratelli maggiori
- Episodio 5: Uno sguardo sulla Valle
- Episodio 6: Il gregge
- Episodio 7: Un ululato lontano
- Episodio 8: Il gufo
- Episodio 9: Una notte nel bosco
- Episodio 10: Punizione
- Episodio 1: Tele di storia
- Episodio 2: Momenti speciali
- Episodio 3: Neve e fuoco
- Episodio 4: Il giorno del collare
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Sul finire dell’estate, i venti freddi del nord iniziarono a soffiare dalle montagne, primi annunciatori del sopraggiungere dell’inverno. Gli alberi più a valle si ingiallirono e le foglie caddero velocemente, diventando un manto nocciola sui prati. Ormai solo gli alti pini si ergevano verdi alle pendici dei monti e il vento che soffiava nei boschi sembrava dare loro voce.
Samuele volgeva il suo sguardo verso nord e ne udiva il suono, quasi fossero parole che però non comprendeva.
«A volte mi sembra quasi che gli alberi parlino» disse, seduto sotto l’albero in cima alla collina del Pastore. Accanto a lui c’era Eli, alto e solenne come al solito.
«Il vento del nord fa spesso questo effetto» gli rispose odorando l’aria. «Domani mattina in cima ai monti nevicherà .»
«Come lo sai?»
«Sento l’odore della neve nell’aria.»
Nessuno dei cani-pastore aveva l’olfatto fine come quello di Eli. Era capace di fiutare le cose molto prima che arrivassero. Riusciva a sentire quando si avvicinava la pioggia e la nebbia. Poteva sentire l’odore di animali anche a chilometri di distanza se il vento era a favore. Ciò appariva così prodigioso agli occhi delle pecore che lo chiamavano il Profeta.
E così la neve giunse a coprire le vette delle montagne e, come il Profeta aveva predetto, il freddo dell’inverno iniziò a calare sulla Valle. Il Pastore preferiva non allontanarsi troppo a causa del tempo, preferendo pascolare il gregge lungo i prati più vicini alla collina. Cleandro, Eli e Gioele, come cani-toccatori, non dovevano correre molto per tenerlo unito, poiché le pecore stavano compatte cercando calore l’una dall’altra.
Samuele e Manuele ormai seguivano regolarmente il gregge, senza mai allontanarsi dalle caviglie del Pastore. Tenevano gli occhi fissi su di lui per non perderlo e, quando non riuscivano a stargli dietro, era lui stesso che tornava sui suoi passi, li scovava in mezzo alle pecore e li prendeva in braccio mettendoseli sulle spalle.
I due cuccioli vedevano spesso Fedele passeggiare lentamente tra le pecore, fermandosi a salutare e a chiacchierare con chiunque incontrasse e quando si congedava chi era stato in sua compagnia aveva il cuore leggero, il viso sereno e lo sguardo rivolto al Pastore.
Guido invece correva da un’estremità all’altra del pascolo visitando le pecore e gli arieti più solitari del gregge. Solevano vivere un po’ ai margini, mostrandosi schivi e sospettosi nei confronti del Pastore e dei suoi cani. Guido era l’unico di loro che riuscisse a parlarci e a smuoverle perché seguissero il resto del gregge. Quando si recavano al piccolo lago, restavano sempre nelle rive più a sud, dove le acque erano lente e tranquille. Guido stava con loro, suggerendo incessantemente di salire più a nord, dove l’acqua era più fresca e pulita, ma raramente esse acconsentivano. Solo dopo lungo tempo, esasperate dalla voce di Guido, risalivano un poco la riva con lentezza e fatica.
Talvolta vedevano il Pastore remare su una bianca barca nel mezzo del lago e con lui c’era sempre Cleandro. Non portava mai nessun altro cane con sé su quella piccola barca di legno. I due cuccioli allora, iniziarono a notare che c’erano alcune cose che il Pastore faceva solo con uno dei cani, mai con altri. Solo con Cleandro infatti andava in barca sul lago, come solo con Gioele giocava per ore nei pascoli. Quelli dovevano essere momenti speciali, perché subito dopo, i due cani erano più felici e forti. Manuele e Samuele si domandarono se effettivamente ogni cane avesse qualcosa che faceva da solo con il Pastore, una sorta di momento con lui, tutto speciale, tutto per sé.
Decisero di parlarne con Fido in un pomeriggio di metà ottobre, seduti su un leggero promontorio davanti al lago, mentre il Pastore pescava sulla barca in compagnia di Cleandro. Il vecchio cane grigio alzò le sue fitte sopracciglia, sorpreso dello spirito di osservazione dei due cuccioli.
«Ogni cane ha il suo momento speciale con il Pastore» disse. «Avete notato che ogni tanto cammina con Eli nei prati fioriti a est?»
«Dunque è lì che vanno quando si allontanano al tramonto» disse Manuele.
«Quello è il momento speciale di Eli con il Pastore. Amano camminare su quei prati quando al calar del sole iniziano a comparire le lucciole. Guido invece è l’unico di noi che resta in compagnia del Pastore quando lavora nella bottega. Nemmeno io ci sono mai entrato. Credo che il Pastore riservi per ciascuno di noi questi momenti unici per ricordarci un po’ la nostra storia, la sua amicizia e la nostra missione nella Valle. Dopo quei momenti, ogni cane è sereno, più bello e più saldo.»
I due cuccioli si fecero pensosi. «È come un pisolino» disse Manuele.
Samuele lo fulminò con uno sguardo contrariato.
Fedele invece scoppiò a ridere. «Sì! Si potrebbe dire così, anche se è qualcosa di molto, molto più grande.»
«E tu, Fido? Qual è il tuo momento speciale con il Pastore?» chiese Samuele.
Il vecchio cane grigio sorrise fissando il Pastore sulla bianca barca oltre le onde e non rispose.
Nelle settimane successive, il Pastore costruì e montò belle porte nelle Case del Gregge per chiudere il portico e custodire le pecore dal freddo. Dalla pianura giunse il signor Grassetti con un trattore pieno di palle di fieno che pose nelle Case del Gregge, aggiungendosi a quelle già accumulate nel fienile. Esse avrebbero nutrito le pecore durante i periodi più rigidi dell’inverno, quando la Valle sarebbe stata ricoperta di neve.
Anche la casa del Pastore iniziò a cambiare. Sul divano, le poltrone e le sedie comparvero cuscini di lana e coperte pesanti. Sul pavimento vennero messi tappeti con colori caldi e il camino era costantemente acceso. La moglie del Pastore aveva tolto i vasi di fiori dalle finestre e dopo aver raccolto gli ultimi frutti del suo rigoglioso orto radunò tutti gli attrezzi di lavoro e li pose in un armadio. Passò poi molti giorni in cucina, davanti a grandi pentoloni fumanti, circondata da vasetti di vetro lucente, ceste di frutta e verdura. La casa era colma dell’odore di legna al fuoco e di ortaggi stufati.
Al termine di quei giorni, quando le Case del Gregge erano ormai riempite di fieno e la dispensa della casa straripava di vasetti di verdura sott’olio, marmellate e conserve, giunse la neve coprendo di bianco i pascoli.
Fu allora che Manuele e Samuele, ormai cresciuti, smisero di dormire nel fienile e di nutrirsi con il latte di Mariù. Furono portati in casa e presero a dormire su un tappeto sotto il tavolo della cucina insieme a Gioele.
Spesso la sera cercavano Fedele, che a volte dormiva ai piedi della poltrona, vicino al camino, e il vecchio cane grigio narrava loro molte storie. Gli raccontò della cerva d’argento che viveva nel Bosco Grigio, del viaggio di Rivolungo dalla vetta al mare, dell’amicizia tra lo stambecco e lo scoiattolo che voleva toccare il cielo. Quando Fedele raccontava, Cleandro e Guido sedevano con loro, restando silenziosi e pazienti anche davanti alle numerose domande dei due cuccioli, che chiedevano avidamente altre storie, vecchie e nuove.
Serie: I cani della Valle del Pastore
- Episodio 1: Tele di storia
- Episodio 2: Momenti speciali
- Episodio 3: Neve e fuoco
- Episodio 4: Il giorno del collare
Questa storia è dolcissima, l’immagine dei cani e del pastore che ritaglia per ognuno un momento speciale è una delizia per gli occhi e l’immaginazione, così come l’ambiente invernale che inizia alla fine del capitolo. Profeta, poi, è una trovata geniale. Compimenti davvero.
Caro Roberto, grazie. Sono sempre contento dei tuoi commenti. Ho visto che hai pubblicato qualche nuovo episodio della tua serie. Perdonami, sono rimasto indietro, ma non vedo l’ora di recuperare. Grazie ancora.
Non c’è davvero bisogno di scusarsi Guglielmo, abbiamo tutti i nostri tempi più o meno propizi. Ma grazie del pensiero.
👌grande Roberto
Che meraviglia l’immagine del pastore che ad ogni cane riserva un momento speciale. Una specie di padre buono e amorevole che ti insegna che un posto per te ci sarà sempre. credo che se al mondo ognuno avesse una persona che riserva a lui un momento simile, saremmo tutti migliori.
Volevo proprio che nel leggere l’episodio il lettore avesse queste sensazioni che hai descritto. Grazie Irene.
Bellissimo il modo in cui scoprono che ogni cane ha un momento unico con il Pastore: un dettaglio semplice ma pieno di poesia, che fa sentire quanto sia speciale il legame tra loro.
Un racconto che scalda il cuore e lascia addosso una serenità gentile.
Grazie di cuore per le tue parole Lino. Davvero. Un caro saluto.