
Morirò d’estate
Serie: Morirò d'estate
- Episodio 1: Morirò d’estate
- Episodio 2: Bastardo
STAGIONE 1
Mi chiamo Luca, ho quarantasei anni e sono nato alle 16:28 del 12 dicembre 1999.
Mi ricordo perfettamente l’esatto momento in cui, seduto tra gli scogli di un mare sconosciuto dal colore blu quasi nero, un soffio di vento mi accarezzò il viso e una voce possente di un uomo con accento tedesco mi disse: «Complimenti sei proprio un bel maschietto. Benvenuto al mondo».
Ma io ero solo: accovacciato su una roccia, con il mare davanti, sessantamila lire in tasca e la sensazione di essere invisibile come l’acqua del mare quando la raccogli tra le mani. Senza troppi pensieri se non quello di cosa avrei potuto cucinarmi per cena, ma soprattutto non ero nato quel giorno.
Mi spaventai tremendamente, feci per alzarmi e scappare quando quella stessa voce stentorea quanto calma, mi si palesò davanti.
Era una donna minuta, non superava il metro e cinquanta, con piccoli occhi azzurri e riccioli biondi. Mi sorrise e mi disse: «Non aver paura, vivere non è poi così male. Sei appena nato, il tuo turbamento è comprensibile ma vedrai, sei destinato alla felicità. Fidati!»
Fidarmi? Di chi? Di cosa? Cercai di scendere dagli scogli senza farmi male e soprattutto senza cadere in acqua. Non sono un gran nuotatore e non ho mai imparato a tuffarmi da grandi altezze. Non volevo certo farlo adesso, con una donna dalla voce maschile che con accento straniero delirava parole incomprensibili e soprattutto non volevo annegare in un mare a me sconosciuto, in un paese in cui ero appena arrivato e senza aver visitato ancora New York, il mio sogno più grande.
Mi misi a correre il più velocemente possibile e rallentai solo quando fui certo di aver seminato quell’essere dalla voce forse aliena, forse metafonica o forse diabolica.
Quando mi fermai, mi accorsi di avere i jeans strappati. «Guarda sta pazza» urlai.
In quel preciso istante passava una giovane mamma con la sua bambina, che all’udire le mie imprecazioni, pensando che probabilmente il folle fossi io, affrettò il passo, trascinando per mano la figlia che a momenti ruzzolava sul marciapiede.
Avrei voluto rassicurare la signora che ero normale, di solito assennato e calmo ma in quel momento dubitavo anch’io sulla mia salute mentale. Non potevo credere fosse possibile quello che mi era appena accaduto ma allo stesso tempo ero certo che ciò che avevo sentito e visto era reale, come reale era lo squarcio sui jeans che mi era costato un occhio della testa.
Sicuro ormai di essere fuori pericolo (di chi e di cosa precisamente non sapevo), cercai di razionalizzare quello che mi era accaduto e visto che non soffro di allucinazioni, non bevo alcolici, non fumo robe strane e fino a prova contraria sono un neurotipico qualunque con al massimo la stranezza di andare in giro, a volte, tutto vestito di giallo e per questo mia madre mi chiama amorevolmente “il mio canarino ” e i miei amici spesso scherzosamente mi dicono che sembro un segnale di pericolo ambulante, arrivai alla razionalissima conclusione che mi ero semplicemente imbattuto in una matta signora che probabilmente vagava per le strade del paese a spaventare la gente.
Camminai per non so quanto tempo senza una direzione precisa, incurante del fatto di essere col sedere mezzo di fuori e quando il cielo cominciò ad arrossarsi per dare spazio alla luna, mi diressi verso la sede dell’associazione di volontariato in cui, da un paio di giorni, avevo iniziato il mio impegno civico come obiettore di coscienza, per firmare gli ultimi documenti di presa servizio e poi rientrai nell’appartamento che per 10 mesi avrei dovuto condividere con altri due colleghi. In realtà non era esattamente un appartamento ma un container di neanche trenta metri quadri, con quattro letti a castello, un separé di metallo che divideva la camera da letto dalla cucina e un bagno piccolissimo con una doccia altrettanto piccola da far venire la claustrofobia a chiunque.
Arrivato a casa: mi spogliai, lanciai i pantaloni nell’unico letto libero della camera (imprecando a bassa voce, questa volta), mi lavai velocemente e andai a dormire senza neanche cenare.
Avevo lo stomaco chiuso per quello che mi era accaduto poche ore prima e soprattutto sapevo che l’indomani avrei dovuto parlare con lui e non ne avevo voglia.
Non avevo voglia di fingere che tutto andava bene e soprattutto non avevo voglia di mostrare empatia e affetto a chi per quasi vent’anni non mi aveva mai chiamato per nome ma “bastardo”.
Mi addormentai quasi subito, credo, sperando di risvegliarmi più rilassato, seppur con un paio di jeans in meno e con soli sessantamila lire come budget fino alla fine del mese.
Serie: Morirò d'estate
- Episodio 1: Morirò d’estate
- Episodio 2: Bastardo
Inizio interessante. Hai presentato una serie di elementi senza spiegarli del tutto, perfetto espediente per mettere immediatamente voglia di proseguire. Scrittura diretta, semplice, senza fronzoli. Non mi resta che proseguire…
🙏🏻
Buongiorno Corrado, ho letto con piacere questa prima puntata. Come è stato gia rilevato in un commento, la tua prosa utilizza spesso le subordinate, il che conferisce al tuo periodare, soprattutto in alcuni passaggi, un andamento complesso, al quale oggi, nel senso del gusto prevalente, si preferisce una forma più semplice e diretta, che talora sfiora la rudimentalità.
A me però non dispiace il tuo stile e ti faccio i miei auguri di buon proseguimento.
Buongiorno Francesca, grazie per il tuo feedback 😊
Cercherò di alleggerire la complessità della mia scrittura.
Qui da noi (abito in Sicilia) si dice “parla come mangi”, che letteralmente è un invito a mostrarsi esattamente per come si è: ho una personalità assai complessa (a tratti confusa) ed evidentemente questo traspare anche nei miei racconti. 😅😂
Amo scrivere e che io ricordi, lo faccio da quando ho messo per la prima volta una penna in mano. Non mi ritengo uno scrittore ma più semplicemente un “pensatore amatoriale”, ecco perché probabilmente nella trascrizione nero su bianco posso risultare piuttosto complesso.
I vostri suggerimenti li gradisco particolarmente perché non li percepisco come un giudizio sulla mia scrittura ma più come un consiglio sulla scorrevolezza del testo.
Di solito quando scrivo mi concentro molto nel cercare di descrivere più i sentimenti e le emozioni dei miei personaggi piuttosto sul testo e probabilmente questo rende più complicata la lettura dei miei racconti. Inoltre scrivo di getto: butto pensieri su fogli bianchi e di solito cerco di rimanere quanto più fedele alla prima bozza. Caratteristica che sono consapevole di dover migliorare perché sicuramente inficia molto sulla scorrevolezza dei miei testi.
Cercherò di migliorare questa mia caratteristica senza tradire la mia cifra stilistica. 🤞🏼
Non so se ci riuscirò già nel secondo episodio ma ci proverò. 🤭
Dal canto mio sono sempre qui ad accogliere le vostre critiche & complimenti (se meritati).
Grazie 🙏🏻
Mi incuriosisce questo inizio serie dai toni stranamente sospesi fra il reale e il surreale. Ci sono elementi di vita vera, quella difficile di chi sbarca il lunario, ma anche sprazzi che assomigliano al sogno.
Credo che tu abbia una buona scrittura. C’è però un elemento che forse andrebbe bilanciato meglio e riguarda la lunghezza dei periodi. Ce ne sono un paio particolarmente articolati e poco equilibrati rispetto alla maggioranza che invece è di breve durata. Personalmente, preferisco il secondo tipo, ma è solamente la mia opinione.
Per il resto, mi piace come scrivi e mi attira la storia di questo strano personaggio. Attendo il seguito.
Ciao Cristina,
Innanzitutto grazie per aver apprezzato la mia scrittura, ma soprattutto per i consigli che mi hai dato. Cercherò di farne tesoro. Amo scrivere ma fino ad oggi mi hanno letto solo una ristretta cerchia di amici e si sa, gli amici per quanto sinceri addilciscono sempre la “pillola”.
Sono qui per arricchirmi con nuove letture, scambiare opinioni ed imparare laddove è necessario.
Un racconto che cattura subito, con immagini vivide e un tono ironico che funziona benissimo. Benvenuto!
Grazie!
Il tuo complimento mi fa veramente piacere, perché esprime esattamente quello che era il mio intento: raccontare con un pizzico di ironia una storia che di ironico sembra avere ben poco.
Spero di poter “catturare” la tua attenzione anche nei prossimi episodi. 🙏🏻
Ohh che bella sorpresa ricevere la notifica “Corrado ha appena pubblicato un LibriCK “, non vedevo l’ora 🙂 Intanto, ti faccio i miei complimenti: scrivi davvero bene! E poi mi ha incuriosito questa storia e questo personaggio, Luca. Aspetto il prossimo episodio ❤️
Grazie per i complimenti 😊 e per avermi segnalato questa bella realtà e spero di continuare ad incuriosirti. ❤️