Natan non è mai nato. Lettera di Natan datata due novembre 2024
Natan non è mai nato. Io non sono nato. È per questo che sono un bastardo.
Non mi conosce nessuno perché mi considerano strano. Sono orfano, anche se i miei genitori sono morti solo più tardi. Eppure, sono sempre stati lontani, assenti. Mio padre mi ha ferito in modi che ancora non riesco a ricordare, ma che porto come cicatrici invisibili. Ho superato i quarant’anni e piango ancora per ciò che mi ha fatto, per i fantasmi delle sue violenze presunte. E tutto questo dolore mi ha dato un dono: vedere dentro le persone, comprenderle, con uno sguardo soltanto. Un dono che è anche una maledizione. Entrare in un bar, leggere i pensieri di chi mi osserva, è spesso un’esperienza devastante. Credo sia qualcosa che tutti possano fare, se si addestrassero a farlo. Io l’ho imparato per legittima difesa: non mi sono mai fidato di nessuno. Solo che ora non riesco a fidarmi neanche di me stesso. Ed è un errore, perché senza fiducia non si può amare davvero. L’amore è una fede, un atto religioso. Cristo aveva ragione. Avevano ragione tutti i profeti.
Abbiamo perso la retta via, e sento la Terza Grande Guerra bussare alle porte. Abbiamo ceduto le nostre emozioni ai potenti, perso la nostra libertà e il diritto di esprimerci. Viviamo costantemente sotto stress, immersi nella follia collettiva. Talmente alla deriva che, quando incontro qualcuno che sembra normale, sono io a chiamare l’ambulanza: lo rinchiudono subito e gli infilano la camicia di forza. – Guardalo, uno normale, è pericoloso. Dicono gli infermieri.
Questo è il mondo in cui viviamo. La normalità è il nuovo delirio, la follia di una legge non scritta. Le persone si inginocchiano di fronte a simboli inventati, a bandiere che non esistono, come Babbo Natale o Dio.
Io credo in Dio, ma non in Babbo Natale. Credo nell’energia, nella gravità, in un divino simile a queste forze: lento, costante, onnipresente. Il divino non è malvagio, è solo immenso e indifferente. Sono io che non riesco a credere in me stesso, pieno com’è il mio spirito di insicurezza. E allora cerco conforto nelle droghe, anche se alla fine sono dipendente solo da una, creata apposta dal sistema per assoggettare anche voi. Sono solo, abbandonato da tutti. Forse anche tu, che stai leggendo, ti senti così. Forse hai cercato sollievo in un buon libro. Ma questo non è un buon libro: questo libro può farti impazzire, se leggerai fino alla fine. Te lo dico chiaro: ti ho avvertito.
Mi sto specializzando nella lettura dei chakra e cerco di raggiungere il Nirvana, anche se è difficile. Uso tecniche diverse per comprendere gli orrori che vediamo nei telegiornali, per decifrare la mente degli assassini che uccidono donne e bambini. Faccio il detective part-time e l’insegnante post-mortem di inglese. Sono un becchino inglese. Sono anche interprete, ma la lingua che mi affascina davvero è quella delle donne. Ma non me la concede nessuna, e questo rende più acuto il mio vuoto affettivo. Così, ho imparato a sembrare forte e sicuro. Eppure, dietro le battute scherzose c’è solo una sofferenza vera, che nessuno vede. Quando le faccio ridere, piango già dentro, e le lacrime arrivano solo quando sono a casa, da solo. Trattengo tutto, per poi versarlo da qualche parte. Forse sono depresso, ma come potrebbe essere altrimenti, in un mondo in cui tutto mi è precluso?
Eppure, eppure c’è una scintilla di ottimismo che sopravvive. Credo in un futuro, anche se arriverà dopo la distruzione. Credo che qualcosa di nuovo nascerà anche dalle ceneri, anche se sarà dopo la mia morte.
Natan, due novembre 2024
Avete messo Mi Piace5 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Amare considerazioni che diventano anche e soprattutto spinta per ‘proseguire’. La sensazione che mi trasmette è che ci sia un seguito.
Una riflessione molto profonda e significativa, che rivela una verità inconfutabile.
Molto bello.
La bellezza di cui solo i vinti sono capaci, la limpidezza delle cose deboli e la solitudine perfetta di ciò che non è…..
Semplicemente potente.
“Talmente alla deriva che, quando incontro qualcuno che sembra normale, sono io a chiamare l’ambulanza: lo rinchiudono subito e gli infilano la camicia di forza. – Guardalo, uno normale, è pericoloso. Dicono gli infermieri. “
Davvero potente questa immagine
Credo che in questo testo possano immedesimarsi in molto… soprattutto nelle battute che nascondo l’insicurezza e le lacrime che ci portiamo a casa, in segreto. Perché in questo mondo devi apparire forte o sei perduto…