NO! NON LÌ!

Serie: Cancello automatizzato


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Un Maggiolino e un ingegnere misterioso alla guida si materializzano pericolosamente sulla strada del Maresciallo e di Fido, è il loro primo incontro, è quasi uno scontro.

«Che giornata di “M”» esclamò il Maresciallo Fortunato Mario col naso schiacciato sulla finestra, «oggi soffia forte il vento. Povero Giuseppe, ha i rami tutti piegati dalle forti raffiche.» Un freddo vento dell’est spazzava le strade della capitale, sembrava di essere a Trieste; chissà, forse era la Bora che, impazzita per il cambiamento climatico, dopo aver preso la rincorsa e superato di slancio gli Appennini, aveva prolungato la sua corsa fino alla stazione di Roma, Roma Termini, dove tutto ha fine. Un grande albero, alto e dalla folta chioma, aveva messo radici davanti al piccolo condominio di tre piani negli anni cinquanta, regalando la sua preziosa ombra agli occupanti. Era un pino mediterraneo, Giuseppe per gli amici, Fortunato era un suo amico. La compagnia di Giuseppe era particolarmente gradita, specie nelle calde e soleggiate giornate estive, meno gradita la resina che dispensava sotto forma di micidiali goccioline difficili da rimuovere dalla carrozzeria delle automobili. 

«Oggi è il 17 gennaio, per di più è venerdì. Fido non dirmi che sei superstizioso? Muoviti dai, la Posta ci aspetta, devo spedire una raccomandata.»  

Fido, con la coda tra le gambe ubbidì, lasciando la sua comoda cuccia per affrontare il vento sferzante dell’est. Gli ordini sono ordini e vanno eseguiti, pensò Fido. 

I disordini sono disordini e vanno repressi, pensò il Maresciallo sentendo alla radio le notizie degli scontri tra i soliti delinquenti ultras e le forze dell’ordine, qualche volta ci “scappava” il morto ma veniva subito ripreso, diventando un video virale su qualche social, uno X a caso, per menti dementi. 

C’era poca gente per strada, solo qualche cane che accompagnava il suo padrone trascinandolo col guinzaglio e gli immancabili runner che, caschi il mondo, sfidavano le intemperie di ogni tipo pur di non rinunciare al loro forzato allenamento quotidiano. 

«Mi raccomando Fido, non fermarti al solito cancello automatizzato, vedi di trattenere la pipì. Comunque oggi ho una bottiglietta d’acqua per ogni evenienza.» 

Erano quasi arrivati davanti alla villetta dell’ingegnere nonostante il vento contrario rallentasse il loro cammino. Il cancello automatizzato era in movimento e stava per chiudersi quando il rombo di un motore ancora freddo si fece sentire con il suo timbro caratteristico, inconfondibile per un baby boomer come Fortunato. 

Il Maggiolino è in partenza, chissà dov’è diretto, pensò Fortunato. Il catorcio arrugginito si dileguò rapidamente lasciando una scia fumosa alle spalle sparendo alla vista dei due pensionati. 

«NO! NON LÌ!» Gridò il Maresciallo Mario.Troppo tardi, Fido era già lì, con la zampa alzata davanti al cancello automatizzato.

Ma c***o vuoi? Pensò Fido, non sto facendo niente di male, sto solo pisciando! Aveva ragione, Fortunato non era solo il suo padrone, era soprattutto suo amico, e gli amici non si vedono nel momento del bisogno?

«Ma quanta ne hai fatta!» Esclamò Fortunato accorrendo sul luogo del delitto – sul lago del delitto, tanto era lunga quella pipì -. «Per fortuna Einstein è appena uscito, devo pulire il cancello automatizzato che hai inzozzato anche oggi.» Versò quindi dell’acqua da una bottiglietta che aveva riempito prima di uscire di casa indirizzando più volte il getto sul cancello. Fido lo guardava incuriosito annusando con disgusto quella pipì diluita, marcare il territorio è un’esigenza irrefrenabile per ogni cane che si rispetti, quel cocktail aveva fatto perdere quasi del tutto le tracce del suo passaggio.

Poveri cani, costretti a trattenersi in casa per poi correre in strada per liberarsi, al contrario di noi umani che per educazione ci comportiamo all’opposto, all’insorgere dello stimolo ci precipitiamo in casa o in qualsiasi altro posto al chiuso. Chi si comporta da cane, e se ne vedono molti in giro, quasi sempre maschi, merita una sanzione salata; se il vostro cane la fa in casa non lo sgridate, forse vi sta imitando comportandosi da umano. 

I due amici ripresero il cammino, la Posta era la metà, loro erano a meta del percorso. 

Nda: Maledizione! Devo togliere il correttore automatico, adesso ci si mette anche lui con gli accenti a tradimento, intendevo dire che la Posta era la meta, loro erano a metà del percorso.

«Non fermarti ogni momento, di questo passo arriveremo oltre l’orario di sportello della Posta» sbottò Fortunato vedendo Fido annusare ogni cosa incontrasse per strada, anche la più ripugnante e nauseabonda.

Ma lasciami annusare il profumo delicato e soave di questa cacca rinsecchita: è deliziosa! Deve aver mangiato una scatoletta di Cesar con manzo e pollo, una delle mie preferite, quel cane deve avere un padrone che non bada a spese, pensò Fido staccandosi malvolentieri da quella materia immonda, ma solo per noi umani.

Fido non lo faceva apposta, non sapeva cosa fosse una Posta e neanche uno sportello, io, Fabius P. invece lo faccio apposta, colgo l’occasione per denunciare la chiusura della Posta vicino casa mia, un piccolo sportello rionale. Chiudono gli sportelli un po’ dappertutto, la posta e le banche tendono a ritirarsi dai territori creando notevoli disagi ai loro clienti. È la desertificazione bancaria e postale, un fenomeno inarrestabile, come la sabbia del deserto che piove dal cielo, una piaga per gli automobilisti, una manna per i gestori degli autolavaggi. A quando una pioggia di banconote? Non illudiamoci, chiudono gli sportelli per risparmiare sui costi di gestione, costi quel che costi non torneranno sulle loro decisioni: l’online vince, chi resta all’antica perde, “les jeux sont faits, rien ne va plus”. 

«Dai Fido, ancora uno sforzo e siamo arrivati.» La Posta era lì, al suo solito posto, immobile come tutti gli immobili, la porta d’ingresso era chiusa per sempre, un cartello annunciava la chiusura definitiva dello sportello. Fortunato lo aveva notato ma l’eccessiva distanza e la cataratta incipiente non gli permettevano una lettura agevole, oltretutto era anche miope.  

«Mi hanno chiuso la banca, cazzo! Non è che mi chiudono adesso anche la Posta PT? ( PT in questo caso va inteso per P*r*a T*o*a!)» Fortunato in cuor suo sperava ancora di non dover leggere la ferale notizia. Accelerò il passo. Un gruppetto di persone sostava davanti alla Posta con intenzioni bellicose, tra di essi una testa bianca si faceva notare.

C’è anche Einstein, ne sono sicuro, pensò. Il Maggiolino posteggiato a poca distanza era lì a fugare ogni dubbio. 

 

 

Serie: Cancello automatizzato


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

  1. La penso esattamente come. Giuseppe. I nostri ‘nemici’ hanno un nemico comune da combattere: la posta e la chiusura dei battenti! Chissà che non si alleino?! 🤔 Anche se la vedo molto dura… Quando il Maresciallo, all’inizio del racconto, prende con sé la bottiglietta d’acqua per sciacquare il cancello, ho pensato ‘vedi che allora lo sai, infame’ 😅 Bene, siamo di fronte a una posta chiusa, il tuo incubo, la posta caro Fabius. E adesso?

    1. La tua fantasia corre veloce leggendo le mie mille parole spaccate, vedo che la storiella ti stuzzica e ne sono felice. Un po’ di suspense non guasta, anzi, ricordando un famoso claim pubblicitario, ti mette le ali!

  2. Il comportamento di Fido mi ha ricordato un fatto simile della mia cagnetta ” buonanima”. Avevo scritto anch’ io un piccolo racconto sull’ episodio analogo, in parte, al tuo “No non lì”, ma non l’ avevo pubblicato. Non ricordo il motivo. Mi era parsa una situazione un po’ comica, ma forse non ero convinta che la mia narrazione fosse divertente quanto sai fare tu.