
Noi, felici
Sono ad un loro raduno. Ho deciso che voglio essere come loro, o quantomeno non voglio più essere me. Entro, mi sento completamente aliena. Sono una decina intorno ad un fuoco, e guardarli tutti così spensierati mi fa star male, così maledettamente allegri e sorridenti.
Felici. Schifosamente felici.
Non ho mai visto dei volti cosƬ soddisfatti, li invidio e li odio per questo. Sono tutti uguali, non in senso letterale ma sembrano usciti fuori dalla stessa fabbrica.
Loro mi salutano con la mano, sorridono e muovono il braccio come in una sitcom.
āCiao cara! Sei qua per liberarti di qualche peso vero? Cosāhai nella tua scatola?ā
Ah cazzo, la scatola giĆ . In piazza ci sono solo due tipi di persone: quelle che sorridono e quelle che hanno una scatola.
Io ho la scatola.
āMah, niente, qualche vecchio ricordoā¦ā Cazzate.
Sono tutti intorno a me. I loro sorrisi sono assordanti, sono un muro bianco di denti che mi circonda e mi fissa con aria predatoria. Si nutrono della mia infelicitĆ .
āAh, capisco, ci siamo passati tutti. Ma ne vale la pena? Anche tu vorresti essere felice? Come ti chiami?ā
āSaraā balbetto. La felicitĆ mi sembra fuori dalla mia portata. Mi basterebbe non essere cosƬ miserabile.
āE sei triste, Sara? SƬ, sembri molto triste.ā
āSƬ, credo di esserloā¦ā
āE vuoi essere felice, giusto?ā
āIo⦠SƬ, voglio essere felice.ā
āMa ĆØ meraviglioso! Allora ascoltaci bene:ā si accalcano su di me. Sorridono ma mi manca lāaria, si chiudono su di me come una tempesta oscura il sole. āHai giĆ la tua scatola, quindi immagino tu sappia cosa serve fare. Chiunque fossero appartengono al passato, e no non serve spiegarci o darci giustificazioni. Qualunque cosa ci sia lƬ dentro ormai non ĆØ importante, sbarazzatene e sarai libera.ā
Mi guidano verso il fuoco alle loro spalle, una grossa pira che sembra star bruciando di tutto: vedo delle cornici annerite, un diario, dei giocattoli, un vecchio cappello o quello che ne rimane, una collana ormai annerita e degli album di fotografie, vedo delle scarpe per bambini. E so cosa fare.
La prima cosa a finire nel fuoco ĆØ il negozio, o quantomeno lāultimo biglietto da visita rimasto. Avrei voluto buttarci gli atti di chiusura, ma quelli li avevo giĆ strappati e distrutti durante una crisi. Avevo tenuto quel biglietto come ricordo, ma non voglio più ricordare. Nella mia vita non cāĆØ più musica, non aveva senso tenere quelle quattro pareti coperte di dischi.
Il secondo fa più male. Quando getto quel disegno ĆØ come fare un passo dimenticandosi dellāultimo gradino ed ho un sussulto al cuore guardando quello sgorbio contorcersi ed annerirsi. E fa più male ancora perchĆ© Simo aveva ragione, sono una stronza e lei non si meritava di essere ignorata mentre cercava di tirarmi su. Le aveva provate tutte, ma volevo che mi rincorresse di più, più forte, più lontano. Alla fine non ha avuto più fiato ed ĆØ rimasta indietro ed io sono rimasta sola. Era il disegno più brutto che avesse mai fatto, ma ĆØ stato sul frigorifero da cosƬ tanto da diventare la cosa più importante al mondo. Trovati una compagna migliore Simo.
E per ultimi butto nel fuoco i miei. Ho sempre adorato quella foto, mi avevano portata in montagna a camminare ed avevamo trovato un bellissimo campo di margherite. Abbiamo la faccia da oche e tutti e tre mandavamo un bacio alla camera. Io non riceverò mai più un bacio da loro.
Addio mamma, addio papĆ .
Bruciate.
Guardiamo le fiamme avvolgere gli oggetti che si anneriscono e frantumano, si sbriciolano e si mescolano con tutti gli altri. Il passato brucia cosƬ facilmente.
E sorridiamo.
Dopo tanto tempo sorridiamo sentendo scivolarci di dosso tutta quella tristezza che⦠No, non ricordiamo neanche più il perché eravamo tristi. Che cosa stupida!
E siamo pieni di amici, tutti connessi, sempre assieme, sorridiamo e ridiamo. Cosa cāĆØ di più bello?
Ce lo hanno spiegato qual ĆØ il segreto della felicitĆ , finalmente lo abbiamo capito: per essere felici basta non essere tristi.
Abbiamo una nuova vita ora, abbiamo abbandonato la tristezza: abbiamo organizzato una serata film sul divano, lo abbiamo giĆ visto tutti ma fa molto ridere; andremo a fare due passi per le ultime spese di natale e per i regali cosƬ intanto sentiamo gli ultimi podcast che ci siamo salvati; sono uscite tre nuove serie questa settimana e dobbiamo rimetterci in pari; ci scriviamo su quattro social diversi in base a quale argomento ĆØ più di trend; organizzeremo cinque giorni al mare per questa primavera in cui staremo tutto il tempo in ammollo o a divertirci sulla spiaggia; sei riviste hanno scritto le loro classifiche sui migliori film di vampiri e non possiamo perdercele; sette richieste di amicizia sono arrivate oggi e dobbiamo accettarle, anche se non sappiamo bene chi siano; otto.. ecco.. sƬ, otto⦠devo andare ad otto, dobbiamo andare ad otto eventi questo mese, cāĆØ una rassegna di concerti di musica folcloristica; e nove, si nove⦠ecco⦠oddio, cosa posso fare di nove? Possiamo andare al corso di yoga in nove lezioni, sƬ, esatto! E poi dieci, noi⦠dieci ioā¦
Ma quella che sta passando è Simo? Ha occhiaie profonde, capelli scompigliati e mi guarda come se avesse visto un alieno, mi rendo conto ora di essere in un completino che non mi sarei mai sognata di indossare. Ed è più bella che mai. Ti amo Simo, scusa per tutto quello che ho fatto.
Ci scambiamo un cenno in silenzio e tira dritta.
Sento qualcosa di strano dentro, fa male ed ĆØ spiacevole. CosāĆØ?
E mi scende una lacrima. PerchƩ?
Sono confusa. Cosa devo fare?
La risposta arriva da sola: tiriamo fuori il telefono e ci facciamo un selfie. #quandoincontrilaex
Non abbiamo più tempo per la tristezza.
Pubblichiamo il decimo post della giornata.
E sorrido.
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“per essere felici basta non essere tristi.”
la societĆ odierna in una frase: per essere felici basta non pensare
Stavo cercando di immaginare cosa farei davanti a quel fuoco… Forse bacerei la scatola posandola a terra con delicatezza e mi lancerei io tra le fiamme, sperando di ottenere lo stesso risultato della Camoora dei Giganti e non delle dolorose ustioni di secondo e terzo grado.
Comunque Andrea, hai scritto qualcosa che mi ha punto e coccolato al tempo stesso. Ti seguo all’istante!
Grazie, sono contento che ti abbia smosso qualcosa dentro!
“Non abbiamo più tempo per la tristezza.Pubblichiamo il decimo post della giornata.E sorrido.”
Sono rimasto un po’ davanti alla tastiera, non sapendo bene nemmeno cosa scrivere nel commento. Vorrei soltanto sottolinearla, questa frase. Solo sottolinearla. E ringraziarti per averla scritta.
Grazie a te!
‘I loro sorrisi sono assordanti’ ĆØ il secondo sorriso che incontro stamattina nelle mie letture. Geniale
Bravo Andrea, una bella riflessione e una buona narrativa a supporto. Non stanca, aiuta a pensare. E allora mi viene in mente una cosa. Lasciamo che la tristezza ci pervada, se proprio deve e quando ĆØ il momento. Godiamo di essa ĆØ accettiamola per quello che ĆØ. Un valore aggiunto.
Grazie Cristiana, ti ringrazio! Abbiamo sempre più possibilità di divertirci ed intrattenerci, che è legittimo e sano ma serve stare in guardia a non fagocitare tutto il proprio tempo nello staccare il cervello
“Le aveva provate tutte, ma volevo che mi rincorresse di più, più forte, più lontano. Alla fine non ha avuto più fiato ed ĆØ rimasta indietro ed io sono rimasta sola.”
Respect šš»
Grazie!