
Notti di Stelle (Agaso)
Serie: L'Impero della Stele
- Episodio 1: Notti di Stelle
- Episodio 2: Notti di Stelle (Il sogno)
- Episodio 3: Notti di Stelle (Selene)
- Episodio 4: Notti di Stelle (Ritorno a casa)
- Episodio 5: Notti di stelle (A casa)
- Episodio 6: Notti di Stelle (L’allenamento)
- Episodio 7: Notti di Stelle (Agaso)
- Episodio 8: Notti di Stelle (Kino)
- Episodio 9: Notti di stelle (La rupe)
STAGIONE 1
“Hai visto? Cinque vittorie di fila. Se dovessimo incrociarci domani all’esame per te sarebbe la fine,” disse, i suoi occhi brillanti di malizia. “A proposito, ho visto che hai perso contro Allyson. Ti ricordo ti avevo permesso di perdere solo contro di me, cretino.” Rea la guardò, il volto scolpito dalla stanchezza e da una lieve frustrazione. “Ylina, non è il momento,” rispose con un tono secco, “Vai a pavoneggiarti con i ragazzi più piccoli, non sono dell’umore.”
Ylina fece spallucce con indifferenza e, in un attimo, si avvicinò e gli diede un bacio di consolazione sulla fronte. Il gesto fu rapido e sornione, Rea tentò invano di allontanarsi, ma il movimento improvviso all’indietro gli provocò un forte giramento di testa testa, residuo della gomitata ricevuta poco prima. Un gemito appena trattenuto sfuggì dalle sue labbra, ma Ylina, senza indugiare oltre, si allontanò con passo sicuro, diretta verso gli altri ragazzi che avevano terminato l’allenamento.
Dopo una quindicina di minuti di riposo in silenzio l’allenamento continuò. I ragazzi si concentrarono sui movimenti precisi, gli attacchi ben calibrati, i colpi che dovevano cadere sui manichini con una forza e una precisione simile a quella di un vero combattimento.
Quando finalmente il sole cominciò a scomparire dietro l’orizzonte, colorando il cielo di sfumature dorate e rosse, il Maestro fece un gesto di congedo. La giornata di allenamento era finita. I ragazzi, esausti, si diramarono lentamente, ognuno diretto verso la propria destinazione, con il cuore appesantito dalla fatica ma soddisfatti per il lavoro svolto.
Rea, stanco fino al midollo, posò la spada di legno e i parabracci con un sospiro di sollievo. Raccolse la sua sacca e, per un istante, si fermò, il volto ancora segnato dalla sconfitta. Si voltò lentamente verso Ylina, che lo stava osservando con uno sguardo imbronciato, in attesa di un saluto. Rea sollevò la mano, facendole un cenno, e le regalò un sorriso stanco, ma genuino. Ylina lo fissò ancora per qualche secondo, con un’espressione imbronciata, ma alla fine si rilassò, il volto che si distendeva in un sorriso dolce. Con un movimento delicato, fece segno con una “V” con le dita, un saluto semplice agli altri ma carico di significato per loro, quando erano più piccoli ogni volta che si incontravano per giocare e uno dei due era triste, l’altro semplicemente gli sorrideva a più non posso facendo il segno di “V” con le dita, un po’ per ricordarsi che in fondo avevano sempre vinto perché avevano l’un l’altro.
Rea ricambiò il gesto, con una leggera rassegnazione. Poi si voltò e iniziò a camminare verso casa. La sera era ormai calata, e le strade del villaggio si erano tuffate nell’oscurità. Le piccole vie, illuminate appena da lampade appese alle porte delle case, sembravano addormentarsi sotto il cielo stellato. La maggior parte delle strade non era pavimentata; solo le vie principali avevano qualche pietra per rendere il percorso più agevole. La strada che portava alla casa di Rea, però, non era affatto principale. Era stretta, tortuosa e completamente sterrata, che quando bagnata si trasformava in un fango sottile, difficile da percorrere.
Quando arrivò davanti alla porta di casa, Rea aprì lentamente la porta di legno, facendo attenzione a non far rumore. Si fermò un attimo, lasciando le scarpe infangate fuori, poi entrò dentro con le calze, facendo attenzione a non scivolare sul pavimento. Sua madre lo salutò con un sorriso mentre passava davanti a lei. Rea ricambiò il saluto, ma non si fermò a parlare. Era troppo stanco. Si diresse senza esitazione verso la tinozza, per un meritato bagno che lo avrebbe ristorato e gli avrebbe fatto dimenticare, almeno per qualche momento, le sue frustrazioni.
Una volta pulito, finalmente giunse il momento tanto atteso: la cena. Mentre si avvicinava alla cucina, passando di nuovo davanti alla porta d’ingresso, si trovò faccia a faccia con una figura imponente che stava aprendo la porta. Rea lo guardò, lo sguardo affranto, e la figura, che era ancora in penombra, lo scrutò dall’alto con un sorriso appena accennato. “Ti sei fatto battere?” chiese, la voce roca e carica di tensione. “Eh… sì, ma almeno gli ho rotto le dita a quel pezzo di merda,” rispose Rea senza distogliere lo sguardo, incrociando quello dell’uomo.
Ci fu un attimo di silenzio, poi esplosero entrambi in una risata sincera e calorosa. “Fratellino mio!” ruggì l’uomo, un’ombra massiccia che si fece più vicina, rivelando una figura fin troppo familiare. Si trattava di Agaso, suo fratello maggiore. Con i suoi ventiquattro anni, i due metri di altezza, le spalle larghe come due armadi, Agaso avrebbe potuto sembrare un gigante burbero a chiunque. Ma i suoi occhi marroni e la dolce espressione che riservava solo in presenza di Rea, il suo fratellino minore, erano il vero riflesso della sua natura premurosa. Agaso lo abbracciò forte, stringendolo in un abbraccio che trasudava affetto e protezione. “Bentornato, fratellino. Non preoccuparti per quell’incontro. Dalle sconfitte si impara sempre tanto. E poi… gli hai rotto le dita! Stanotte non sarà in grado nemmeno di accudire sé stesso!” aggiunse con una risata esplosiva, una risata così contagiosa che persino Rea non poté fare a meno di ridere. “Vai a tavola, io mi lavo le mani e vi raggiungo subito,” disse Agaso, dirigendosi verso la tinozza d’acqua per lavarsi le mani, lasciando Rea con un sorriso che continuava a giocare sulle sue labbra. A tavola, l’atmosfera era rilassata e calorosa. Le risate e le chiacchiere riempivano la stanza, mentre la famiglia Vix si scambiava aneddoti e storie della giornata. La madre, che amava pettegolare, era tutta orecchie quando qualcuno iniziava a raccontare di eventi strani o curiosi accaduti in paese. I sorrisi erano numerosi, il profumo del cibo si mescolava al calore di un’ora semplice, ma perfetta.
Serie: L'Impero della Stele
- Episodio 1: Notti di Stelle
- Episodio 2: Notti di Stelle (Il sogno)
- Episodio 3: Notti di Stelle (Selene)
- Episodio 4: Notti di Stelle (Ritorno a casa)
- Episodio 5: Notti di stelle (A casa)
- Episodio 6: Notti di Stelle (L’allenamento)
- Episodio 7: Notti di Stelle (Agaso)
- Episodio 8: Notti di Stelle (Kino)
- Episodio 9: Notti di stelle (La rupe)
Hai scritto una scena viva, vera, emozionante e ben strutturata. La cosa migliore è che fa venire voglia di continuare a leggere. Rea ha carisma, Ylina è pungente e affascinante, Agaso entra in scena come un personaggio pronto a far crescere la storia.
Da leggere è bello e scorrevole 👏. Potresti aggiungere qualche elemento che fornisca un pò di pepe all’episodio, non so, qualcosa che stupisca o che lasci degli interrogativi intriganti in sospeso 💪