Notti di Stelle (L’allenamento)

Serie: L'Impero della Stele


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Si avvicina l'allenamento contro Allyson!

Allyson, figlio del carpentiere, era un ragazzo possente, alto e muscoloso, con l’atteggiamento di chi non teme nulla e nessuno. Aveva un sorriso sfacciato mentre si avvicinava, quasi a godersi la tensione che si era creata. “Rea, ottimo. Avevo proprio voglia di sbatterti al tappeto oggi. Stamattina ho provato a sedermi vicino a Ylina, e lei mi ha scacciato dicendo che il posto era riservato a te… che spreco,” borbottò, ridendo tra sé. Rea lo guardò con uno sguardo gelido, in un miscuglio di noia e rabbia. Non capiva perché i ragazzi del villaggio continuassero a insistere su questa invidia nei confronti del rapporto che aveva con Ylina. “Allyson, tu devi ringraziare che mio fratello ha preso tutta la stazza di nostro padre. Altrimenti, a quest’ora staresti a letto con la schiena spezzata in due, contando tutte le volte che ti avrei potuto buttare al suolo,” rispose a tono, senza perdere l’occasione di metterlo al suo posto. “Inutile piangere sul latte versato,” ridacchiava Allyson, lasciandosi andare a una risata presuntuosa.

Il Maestro, che aveva osservato l’intero scambio, alzò la mano per fermare ogni ulteriore commento. “Bene, ragazzi. A posto così. Ora, pronti e … combattete!” La sua voce tonante risuonò nell’aria come una distrazione per Rea, che avendo il maestro alle sue spalle per un secondo si girò regalando ad Allyson un pretesto per non attendere oltre e con la rapidità di un predatore, questo scattò in avanti, lanciando un affondo che Rea riuscì a schivare a mala pena. Il movimento, però, fu così brusco da fargli perdere l’equilibrio, Allyson approfittò del momento, colpendolo sulla gamba di appoggio, facendolo cadere rovinosamente a terra con un tonfo sordo. Allyson rise, divertito, e spostatosi all’indietro gli fece cenno di rialzarsi.

Rea, senza indugi, si sollevò prontamente, con lo sguardo deciso. Si rimise in guardia, studiando la difesa di Allyson, che si stava già preparando per una nuova carica. La spada di Allyson scivolò veloce, e Rea non ebbe il tempo di pensare. Con un colpo incrociato, riuscì a parare la spada avversaria, ma la forza dell’impatto lo fece cadere all’indietro, rotolando nel terreno. La differenza di peso tra loro era evidente. Rea doveva usare la testa, pensare velocemente. Quando si rialzò, fece due passi rapidi in avanti, cercando di sfruttare il suo slancio. Allyson non si fece attendere e si lanciò verso di lui con tutta la sua potenza. Rea, con una mossa fulminea, lanciò la sua spada in un arco perfetto, facendola roteare in aria all’altezza del volto di Allyson. Il colpo lo prese di striscio, sull’arcata sopracciliare destra, facendogli sbattere le palpebre e interrompendo per un attimo il suo attacco. Allyson emise un gemito di dolore, ma non ebbe il tempo di reagire: Rea corse verso di lui, gli afferrò le gambe con un colpo secco e lo scaraventò a terra, facendo perno sulle sue ginocchia.

I due erano molto vicini alla linea di bordo, e Rea cercò di bloccare le braccia di Allyson con tutte le sue forze e con un primo forte calcio, cercò di disarmarlo, e poi con un secondo ancora più forte sulle mani, riuscì a fargli mollare la presa sulla spada. Un urlo di dolore ruggì dalle labbra del giovane avversario, Rea sorrise, soddisfatto del risultato finendo col distrarsi, il fianco destro scoperto e Allyson sfruttò l’opportunità, liberatosi dalla presa lo colpì alla testa con una gomitata. Il colpo lo sbalzò di lato, facendolo cadere sul fianco sinistro. La vista gli si appannò per qualche secondo, mentre il suono del suo battito cardiaco gli rimbombava nelle orecchie. Quando cercò di rialzarsi, vide la sagoma di Allyson che si manteneva la mano sinistra, l’indice e il medio visibilmente feriti, e lo sentì urlare, ma le parole gli arrivavano ovattate. “Ca…cazzo! Mi ha rotto le dita, maledetto stronzo!” Rea tornò in sé quando si accorse di essere fuori dal cerchio, realizzando di aver perso l’incontro. Alzando la testa, vide il Maestro frapporsi tra lui e Allyson, che, evidentemente pronto a riprendere lo scontro, si fermò solo grazie all’autorità del suo istruttore.

“Allyson, stà buono! L’incontro è finito, hai vinto. Vai in infermeria, e ricordati che nei combattimenti certe cose possono succedere. Non credere che il nemico ti porga delle rose tra le mani invece di tagliartele!” urlò il Maestro, con il tono di chi sa di cosa sta parlando. Allyson, con la testa bassa, ed inveendo senza sosta si diresse verso l’infermeria.

Il Maestro si avvicinò a Rea, lo prese sotto il braccio e lo sollevò con forza. “Te invece prendi un po’ di ghiaccio e mettilo vicino alla testa. Ti si sarà rotto un capillare, stai sanguinando appena. E comunque, anche se gli hai lasciato un bel ricordino, ti ricordo che hai perso,” ripeté, senza farsi prendere da troppa compassione.

Ad udire l’ultima frase del Maestro, Rea provò un’ondata di nausea che gli serrò lo stomaco, una sensazione che si mescolava alla frustrazione. Aveva perso di nuovo contro Allyson. Un fallimento che lo faceva sentire impotente. Ma il suo rimuginare venne interrotto dal suono di un urlo acuto e trionfante. “Aha! Ti ho sbattuto di nuovo al suolo, Alex!” esclamò dall’altro lato del campo Ylina, la sua voce piena di soddisfazione, mentre il suo avversario veniva scaraventato fuori dal cerchio con una mossa rapida e perfetta. L’umiliazione del ragazzo fu palpabile, eppure Ylina sembrava quasi danzare sulla sabbia, leggera come una piuma.

“Brava, Ylina vince, di nuovo.” gridò il Maestro, con tono di approvazione. La ragazza, sorridente, fece una piroetta sul posto, il suo corpo fluido e aggraziato, e si inchinò rispettosamente verso il Maestro in segno di ringraziamento. Poi, con passo deciso, si avvicinò a Rea, il suo sorriso pieno di sfida.

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