ODISSEO!

Quando Odisseo fece ritorno a Itaca era un uomo sfinito, stremato, senza più forze. Quante insidie, quanti pericoli nel suo lunghissimo viaggio! Quante privazioni, pur di rimanere vivo! E la sua terra, i suoi affetti sempre nel cuore.

Il fido cane Argo, primo ad incontrarlo sull’isola, a malapena lo riconobbe, stramazzò a terra, e morì sul colpo. Il figlio Telemaco lo scambiò per un barbone; la moglie Penelope lo credette un viandante; la masnada dei Proci, infine, fece un grande e fatale errore nel sottovalutarlo.

Però, una volta chiarite le generalità, fu grande festa per il suo rimpatrio. Dopo ore di libagioni, danze e canti, finalmente Odisseo rimase solo con Penelope; si ritirarono allora nella vasta stanza con il letto di ciliegio.

“Prode Odisseo, figlio di Laerte, sono vent’anni che aspetto questo momento. Avvicinati a me; lunghissima è stata l’attesa.”

“Penelope, fedele sposa, esausto è il mio fisico, dopo mille peregrinazioni; ho bisogno di un rigenerante sonno.”

La donna lo guardò pensierosa, e un poco perplessa.

“Quanto è durata la guerra di Troia, mio intrepido combattente?” gli chiese allora.

“Dieci interminabili anni; non me ne parlare.”

“E gli altri dieci?”

“Un viaggio di ritorno tormentato e ostacolato dal volere degli dei, mia Penelope.”

“Ma dove hai vissuto? Con chi hai condiviso le tue pene?”

Odisseo tirò un lungo sospiro, non poteva mentire anche con lei, e così raccontò, senza reticenze.

“Partito da Troia approdai all’isola di Ogigia, dove vissi per lungo tempo con la bellissima, ed eternamente giovane, ninfa Calipso. Soltanto dopo sette anni la dea Atena accolse le mie lacrime, e mi lasciò partire a bordo di una zattera.”

“Sette anni sono tanti, mio sposo; sarà stata dura con la ninfa… e poi?”

“Naufragai sull’isola Eea, dimora della seducente maga Circe, che trasformò i miei compagni di viaggio in maiali, e a me offrì invece il suo caldo letto. Solamente dopo un anno potei andarmene.”

“Un anno di magie, o vigoroso Odisseo? E poi?”

“Arrivai nella terra dei Feaci, nudo e affamato; venne in mio aiuto la giovanissima figlia di Alcinoo, Nausicaa, dalle fattezze divine. Suo padre me la propose subito in sposa, ma dissi che ero già coniugato. Dopo qualche settimana partìì alla volta di Itaca, ed eccomi qua, paziente Penelope.”

“Paziente un corno!” si mise a gridare la regina, brandendo il possente arco del marito, cercando di colpirlo in testa “è meglio che te ne torni a Troia, grandissimo figlio di etera!”

Così Odisseo fuggì di corsa dal palazzo reale, saltò sul primo carro che trovò libero, e diede la frusta al cavallo. Il suo viaggio non era ancora terminato.

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Discussioni

  1. Un Odisseo che scende alla tabaccheria a comprare le sigarette e si assenta per venti anni, tornando poi con la santa pretesa di trovare la moglie in attesa. Innanzi tutto ti ringrazio per la rispolverata, anche se con due figli, oramai è trito e ritrito. Tuttavia, spezzo una lancia a favore di Odisseo dal multiforme ingegno. Lui ha fatto ciò che doveva, lei avrebbe dovuto approfittarne. Ma questa è la mia versione. Bravo Furio, mi sono divertita leggendo il tuo racconto e immaginando un ‘qualsiasi’ quadretto di coppia.

    1. Ciao Cristiana.. grazie per il commento.. il buon Omero ci vedeva poco, ma la sapeva lunga.. ha anticipato di secoli l’eroe astuto e sciupafemmine apparso poi in molti libri e film