Oltre la soglia

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: "Le Moire hanno rapito Clara per costringere Moirania a intervenire."

“Tre volte provai ad abbracciarla, con tutto il cuore.

Tre volte svanì dalle mie braccia, simile a un sogno.”

Odissea, Libro XI

«Morfeo, eccoci uno di fronte all’altro.»

«Non avrei mai pensato di vedere il dio del desiderio varcare la soglia della mia dimora. Ti credevo troppo preso dal fruscio delle sete e dai sospiri degli amanti per cercare rifugio tra le ombre.»

«Stupidi pregiudizi» replicò Eros, con un sorriso di scherno. «Come la convinzione che tu non esca mai da questa caverna, o che sia un misantropo indifferente ai drammi umani. Ma lasciamo i pettegolezzi a chi non ha niente di interessante da fare.»

Eros osservava la dimora del dio dei sogni senza dissimulare la sua sorpresa.

«Affascinante…» mormorò mentre accarezzava un tavolo che sembrava emergere dal suolo.

Morfeo non vive in una dimora come le altre. È una caverna particolare, non è fatta di pietra e umidità. È viva. Cresce con lui. Nasce dal suo spirito. Non si sa quanto sia profonda, o se abbia un vero confine. Gli arredi non sono scolpiti: affiorano dalla roccia come visioni cristallizzate

Era un dio solitario, che aveva sempre evitato il consesso degli dèi. Eros e Morfeo si erano incrociati solo un paio di volte, e nell’ultima occasione entrambi avevano agito in incognito. Forse anche il signore dei sogni aveva voluto verificare di persona le voci che circolavano su di me, senza attirare l’attenzione.

«Lo sapevo che saresti venuto.» La voce di Morfeo riecheggiò nella sala vuota mentre rimaneva immobile sul trono di pietra, freddo e imperscrutabile come la roccia stessa.

«Tra tutte le divinità dell’Olimpo, non mi aspettavo certo di incontrare proprio il dio dei sogni nelle vesti di un manager coreano» ribatté Eros, accomodandosi a capotavola con la disinvoltura tipica degli dèi che si sentono ovunque a casa.

Morfeo lo raggiunse in un sussurro. Apparve alla sua destra, come accade nei sogni.

«Sei venuto solo a compiacerti del mio operato, Eros?»

«Sei un pessimo padrone di casa, mi dispiace dirtelo.»

Con un gesto impercettibile, comparvero due coppe colme di vino rosso.

«Soddisfatto?»

«È un buon inizio.»

Eros fece roteare il liquido nel calice, prima di proseguire.

«Sono venuto ad aggiornarti sugli ultimi sviluppi di una faccenda nota. Immagino tu sappia che, grazie alla sua brillante trovata, Moirania si è messa contro le Moire.»

«C’era da aspettarselo.»

«Ha perso alcuni ricordi e perfino la capacità di trasformarsi. Sai che è l’unica Musa a possedere quel dono? Non lo trovi curioso?»

Morfeo non rispose. Lo osservava con distacco.

«Le Moire sono padrone del destino di tutti gli esseri viventi» aggiunse poi. «E ora hanno un nuovo alleato: Atena.» Il vino roteava lento nel bicchiere, con un ritmo esasperante. «Per ragioni che ignoro, ha scelto di schierarsi con loro. Ha donato alle sorelle un oggetto sacro. Un’arma. Non succedeva dai tempi di Perseo, se non sbaglio.»

Morfeo sorrise con un tocco d’amarezza, ma lasciò che Eros portasse a termine il discorso.

«Ha la forma di un bastone. Lachesi lo porta sempre con sé. Ha già colpito Moirania una volta, ma si è ripresa dopo aver dormito per una settimana… anche questo mi pare curioso.»

Morfeo inclinò appena la testa. «Atena, dici? Perché dovrebbe immischiarsi in un conflitto tra una Musa e le tessitrici del destino?»

«È proprio la domanda che mi stavo facendo. Perché esporsi così tanto? Perché volere la fine di Moirania?»

«Mi sembri ben informato» osservò Morfeo. «Cosa ci guadagni tu, da tutta questa faccenda?»

Eros alzò lo sguardo. Il sorriso era svanito.

«Nulla. La storia d’amore tra Clara e Hyun-woo gode del mio favore. È stata forzata, lo ammetto, ma il risultato mi soddisfa. Non mi piace che altri abbiano messo mano nei miei affari. Ma per questa volta, posso chiudere un occhio.»

Morfeo rimase impassibile.

«Atena è nota per la sua discrezione. Come hai fatto a scoprirlo?»

«Mia madre. Mi deve un favore. E ha ancora un conto in sospeso con Atena. Sai com’è fatta. Da quando Paride ha dato il suo giudizio… non si sono più sopportate.»

Morfeo stava per rispondere quando, come un soffio d’aria, una Pneuma apparve: un piccolo uccello verde, vibrante d’energia. Solo lui poteva udirne la voce, ma Eros sapeva che veniva da Calliope.

Non portava buone notizie e la reazione dei dio dei sogni fu immediata. Il calice andò in frantumi. Il vino gocciolava tra le dita, scuro come sangue. Si alzò in piedi con tale violenza che la pietra sotto di lui scricchiolò.

«Le Moire hanno rapito l’umana e convocato Moirania.»

Eros si irrigidì.

Morfeo lo fissò.

«È tempo di scoprire quanto sei disposto a rischiare. Vuoi aiutarle… o vuoi restare qui a bearti del mio vino?»

*****

Seguivo il corvo, protetta dalle tenebre, senza concedermi il lusso di riflettere su ciò che mi aspettava. Il Tempio di Portuno si ergeva, immobile e silenzioso, incastonato in una piega nascosta della città. Attorno, alberi bassi e siepi curate, facevano da cornice.

La piazza era deserta. Solo il rumore ovattato del traffico e il mormorio del Tevere ricordavano che Roma era ancora viva, poco distante.

Mi fermai al limite del giardino, davanti alle colonne ingiallite dal tempo. Formavano un portico stretto, più una soglia che un ingresso.

Non c’era porta, solo un vano oscuro incastonato tra pietre antiche. E all’interno, un bagliore insolito: una luce pallida, azzurra, che filtrava dalle fessure nella pietra.

Quando varcai il colonnato, l’aria cambiò. Il suolo tremò sotto i miei piedi. E in un istante, ogni cosa si deformò: il cielo, le luci, persino l’odore della notte.

Roma svanì.

Il tempio era diventato un’enorme terrazza sospesa nel vuoto, dove il tempo non aveva forma e il destino attende, immobile. Le tre sorelle mi aspettavano. Lachesi era l’unica a volgere lo sguardo nella mia direzione, mentre quello di Cloto e Atropo, era rivolto altrove, perso nel vuoto.

«Sofia.»

Mi voltai di scatto verso la voce.

«Clara.»

Era seduta a terra, con le ginocchia strette al petto.

Pallida. Silenziosa. Viva.

Mi inchinai per abbracciarla.

«Come stai?»

«Sto bene. Mi sono svegliata qui, ma non so come ci sia arrivata.»

Poi abbassò lo sguardo e indicò, appena, con il mento.

«Loro non hanno ancora detto una sola parola.»

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Una cosa mi colpisce particolarmente di questo episodio: il contrasto fra la modernità della prima parte e la classicità della seconda. L’incontro/scontro iniziale fra le due divinità ha qualcosa di ‘epico’, ma il linguaggio che hai scelto è moderno e ha il potere di attualizzare l’accaduto. Gli stessi personaggi vestono i panni di due divinità, ma potrebbero essere personaggi del nostro tempo. La seconda parte, invece, ha un forte sapore classico, dall’ambientazione al linguaggio che sembra quasi rallentare. Ammetto anche che, alla fine, ho provato un brivido su quel ‘Loro non hanno ancora detto una sola parola’. Davvero spaventoso e molto realistico.
    Ho l’impressione che la storia, che forse volge al termine, abbia preso velocità come se corressimo giù da un dirupo. Bravissima come sempre.

  2. Che episodio interessante! Non smetti mai di stupirmi, quando penso di avere il filo, scopro che c’è ancora molto da scoprire…a cominciare dal Dio dei sogni travestito da coreano! Il dialogo tra Eros e Morfeo mi è piaciuto tantissimo, espressioni come “sai com’è fatta” o ” come hai fatto a scoprirlo” mi hanno ricordato i discorsi che facciamo anche noi. Questo a sottolineare la bravura che stai tenendo nel mostrarci il lato Umano deli dei, che mi sembra, tra le altre cose, uno dei fili conduttori di questa storia. Ora sono curiosa perchè in così tanti si siano mobilitati per un “semplice” destino.

    1. Ciao Irene, immaginare le divinità greche come creature simili agli uomini non è difficile, soprattutto a livello emozionale, se ripensi alle varie storie che le vedono protagoniste.
      Morfeo, Eros e gli altri che faranno il loro ingresso più avanti dovranno rivedere le proprie convinzioni alla luce delle lezioni apprese da creature che, solo in apparenza, sembrano più fragili di loro. Grazie per il commento e per le riflessioni che suggerisci ogni volta.

  3. Ciao Tiziana, altro episodio super! Come mai in così tanti di stanno esponendo per Moirania? Sono sempre più appassionata e colpita da questa serie e dalla tua capacità di costruire colpi di scena. Bravissima!!!

  4. 👏 👏 👏 per lo stile sempre piú raffinato, per i dialoghi credibili e per la grande conoscenza sui miti che dimostri in ogni episodio di questa serie, unita alla capacità di volare alto con l’ immaginazione..

  5. “Eros si irrigidì.
    Morfeo lo fissò.”
    Beato lui. Nonostante l’età Eros non si smentisce mai, è il Dio dell’amore e lo dimostra in ogni occasione, anche davanti a un invidioso Morfeo.” Forse non è andata così, ho certamente male interpretato. Non farci caso.
    “Se Roma svanì” Fabius P. è meglio che sparisca.
    Ritornando in me che ti posso dire? Che mi inchino a tanta bellezza e maestria.

  6. Non avevo dubbi sull’appoggio di Eros. Fossi in lui, chiederei la complicità di Hypnos (oltre alla fase REM, ovviamente); così, se Morfeo ha in mente qualcosa, gli lega le mani. Bravissima, Tiziana🙂❤️

  7. Vivido, ambientazioni accoglienti, tempi ben studiati, personaggi ben cesellati e concreti. Complimenti davvero, un altro mattone all’opera. E comunque lo sapevo che quel… 🤭🤫