Ordine e caos – quarta parte

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: La tensione cresceva...

Ade fece un passo avanti, la voce bassa e sicura.

«Ora, Atena, potresti persino trovare ragione in questa premessa, ma c’è un aspetto che non va sottovalutato. Quell’episodio ha mostrato un limite del suo potere. Nasce dai sogni: è malleabile, non definitivo.»

Morfeo condivise quella riflessione con un lieve movimento del capo.

«I sogni mostrano, poi tacciono. Non si impongono: nascono dall’io più profondo. E chi li attraversa può sempre rivedere le sue scelte.» Il suo sguardo si fece più dolce quando si posò su di me. «Le Moire stabiliscono una trama e ogni filo che la compone diventa legge. Moirania, invece, non può imporre una realtà. Dà forma a ciò che chiede di esistere.»

Rivolse un’occhiata fugace oltre di me, poi rivolse la sua attenzione su Atena.

«Se Eros avesse ritenuto le sue scelte inappropriate avrebbe potuto separare Clara e Hyun-woo. E se avessi osservato con attenzione, o mi avessi consultato… oggi non saremmo qui.»

Atena scattò in piedi.

«Basta! Sono tutte scuse. È un pericolo per tutti noi, e lo dimostrerò.»

Fece un passo verso Morfeo.

Lui percepì il movimento, la tensione, ma rimase immobile. Lo sguardo fisso su Zeus, come se nulla di ciò che volesse fare potesse scuoterlo.

Io inspirai.

Il mio istinto suggeriva che stava per accadere qualcosa di terribile.

«Perché non vuoi accettare quello che tutti hanno compreso?»

Feci un passo avanti senza rendermene conto.

«Perché devi trasformare ogni cosa in una minaccia?»

Cercai di fermarmi, di respirare.

«Non voglio sostituirmi alle Moire. Non voglio prendere il loro posto. Voglio solo—»

La mia voce si incrinò.

«—voglio solo che nessuno soffra.»

Atena sorrise.

La cosa più crudele che avessi mai visto.

«Non hai piena consapevolezza del tuo potere.»

Poi puntò il dito contro Morfeo.

«Il vostro legame ti rende cieco. Vulnerabile.»

Lui sorrise.

Continuava a fissare Zeus, senza prestare attenzione ad Atena. E in quell’istante i suoi pensieri sfiorarono i miei. Mi arrivarono come un sussurro, un invito silenzioso a non perdere la calma. Feci un passo verso di lui, ma una forza invisibile mi fece arretrare.

La gemma che mi aveva donato si illuminò. Un bagliore azzurro mi esplose davanti agli occhi. Poi un’ombra mi avvolse, e mentre la vista si spegneva la lancia di Atena si conficcò nel petto di Morfeo con un suono sordo, terribile.

Gridai quando percepii il suo dolore. E il mondo, per un istante, smise di respirare.

Vidi Morfeo piegarsi in avanti. La lancia che sporgeva dal suo petto mi sembrò irreale, un errore della vista, qualcosa che il mondo non avrebbe mai dovuto permettere.

Atena lo aveva colpito a tradimento, e lui non aveva fatto nulla per evitarlo.

Per un istante nessuno comprese cosa stesse succedendo. Poi il mondo riprese fiato tutto insieme.

Il mio sguardo scivolò sulle sue mani macchiate di sangue, strette intorno all’asta.

«Padre!»

Provai ad avanzare verso di lui, ma Atena non me lo permise. Sguainò la spada e si parò davanti a me, come un muro d’odio. «Ferma» sibilò.

Sentii due presenze al mio fianco che non riconobbi subito.

Solo allora mi accorsi che la pietra al mio collo si era frantumata, rivelando la sua vera natura: Fànoso. Il corvo di Melpomene si era già dissolto in ombra, divenendo Fobetore.

Erano venuti per me.

Erano sempre stati con me.

La protezione che Morfeo aveva richiesto era fatta della stessa materia dei sogni, come mi aveva detto. Ma io non avevo compreso. E loro fino alla fine avevano rispettato il patto, anche a costo di perderlo.

Morfeo si piegò su un ginocchio, pallido. Il suo sangue gocciolava sulla pietra dell’Olimpo, eppure dalle sue labbra non uscì alcun lamento.

Ares balzò avanti e intercettò Atena prima che potesse colpirmi. «Stai lontano da lei.»

Il clamore delle armi esplose, rimbombando nella sala.

Efesto accorse in aiuto di Atena, martello in pugno, incendiato da una collera che non distingueva più alleati dai nemici.

Fànoso e Fobetore si precipitarono su Morfeo. Le loro mani si posarono sul suo corpo troppo tardi. Cercarono di sollevarlo, di trascinarlo lontano dal caos. Mentre io rimanevo immobile, incapace di capire come il mondo fosse arrivato a tanto.

Divinità contro divinità.

Urla.

Metallo.

Il Consiglio dell’Olimpo era diventato un campo di battaglia.

Nel frastuono, sentii la voce dei miei zii, spezzata, disperata. «Sta svanendo… è troppo debole. Dobbiamo portarlo subito nella Terra dei Sogni.»

Ma non potevano.

Il conflitto tra gli dèi aveva sigillato ogni via di fuga.

Morfeo sollevò appena lo sguardo verso di me.

Mi sorrise.

Un sorriso lieve.

Io non riuscivo a muovermi.

L’urlo straziante di Calliope mi riscosse. Anche lei aveva compreso, ma non potevo rassicurarla.

Vedevo solo lui: il respiro che si spezzava, il torace che non si sollevava più come prima.

«Qualcuno lo aiuti…»

Le parole mi uscirono come un soffio, una supplica.

«Sta morendo.»

Nessuno rispose. Almeno, non nel modo in cui il mio cuore poteva accettare.

Dovevo agire… proteggerlo. Vedere.

Tutte le possibilità in cui Morfeo poteva sopravvivere scorsero davanti ai miei occhi: un fiume di realtà intrecciate, sovrapposte, incompatibili. Ogni passo, ogni battito, ogni respiro era una scelta.

L’Olimpo non poteva reggere quella visione simultanea.

La terra iniziò a tremare.

Un tremito che si originava da me e si propagava nello spazio. Un’onda di energia si riversò nella sala, colpendo ogni cosa.

Le colonne si incrinarono.

Il pavimento si aprì in crepe profonde e luminose.

Gli dèi si arrestarono, atonici.

Il sole si spense come una torcia nel vento.

Morfeo stava morendo, e io continuavo a cercare: vedevo tutte le strade in cui non sarebbe successo.

Il tempo si fece fluido.

La realtà iniziava a vacillare.

Non era solo caos: era una danza di possibilità, una rete di futuri che solo io potevo attraversare. E non riuscivo a sceglierne uno.

Un urlo stridulo e gelido attraversò lo spazio.

Calliope impallidì. «Nemesi… Hypnos. Stanno arrivando» sussurrò.

Le Muse uscirono rapide dalla sala trascinando una Calliope urlante che si dibatteva tra le braccia di Clio, mentre gli dèi sollevavano lo sguardo verso il cielo.

La loro sorte non mi apparteneva.

Continua...

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. 😱Qui la situazione sta precipitando! Atena non mi stava già simpatica prima, ma ora ha davvero esagerato! Chissà quali sono le sue vere ragioni…
    Hai reso benissimo la tensione e il caos dello scontro, così come il potere di Moirania, alla ricerca disperata di una soluzione che, spero, arriverà davvero. Super brava come sempre Tiziana!

  2. La tensione cresce bene e il colpo di Atena arriva secco, quasi insopportabile perché Morfeo non si difende. Il caos dell’Olimpo funziona e la voce narrante, così emotiva, rende tutto più umano nonostante gli dèi. Sempre brava… ma che te lo dico a fare.

  3. Tu quoque…almeno in questa storia speravo che Morfeo non morisse…mi stai lasciando con un filino di speranza, spero in un altro colpo di scena. Avrei preferito che Ares desse un bel cazzotto ad Atena! Se lo merita😑 tutto scritto molto bene e in maniera avvincente❤️

  4. Bellissimi qiesti ultimi tre epidosi. Li ho letti tutto in un fiato (perdobami, ma causa feste ero rimasta indietro…)
    Ho avuto una sensazione dall’inizio che qui mi viene confermata da una frase: divinita contro divinita’. Ed è terribile, il vero caos. Gia dai capitoli prexedenti avevo intuito che questa “lotta” sarebbe degenrata nel tragico. Quando èl’uomo a ribellarsi al dio, si sente comunque la posizione di inferiorita’. Questo invece è uno scontro tra titani. Atena ha troppo odui dentro di sè, mi sono chiesta da dove venga. La caduta di Morfeo invece mi ha stretto il cuore, non me l’aspettavo. E’ davvero bastato un filo spostato per arrivare a tanto? Mi hai ricordato quella legge per la quali un battito di ali di farfalla puo’ scatenare un terremoto…le profezie sono sempre difficili da interpretare e spesso lo si fa col senno di poi. Sicuramente qui c’eè in atto un enorme cambiamento e nessuno, ne uomini ne dèi, ne uscira’ come prima….

  5. Bravissina Tiziana, in questo episodio in cui la storia drammatica diventa tragedia, sei riuscita a far salire la tensione fino a rendere struggente la narrazione, attraverso descrizioni e dialoghi molto verosimili; nonostante l’ irrealtà della materia di cui parli.