Ordine e caos – seconda parte

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Giunsi davanti al Consiglio degli dèi.

Gli occhi di Atena si ridussero a due fessure, come se stesse leggendo sulle pareti ciò che stava per dire.

«Un solo filo spostato può cambiare un intero arazzo. Lei non si è curata di chi ne avrebbe pagato il prezzo. Ma noi, ora, dobbiamo farlo.»

Si voltò verso Zeus, poi verso gli altri dèi, la voce cresceva in ampiezza.

«Rappresenta un pericolo per l’ordine cosmico. E per questo deve essere rinchiusa nel Tartaro.»

Le parole caddero pesanti come macigni.

Nessuno osò parlare.

«Tiresia ha pronunciato una profezia che non possiamo ignorare: è sorta una quarta Moira, con un potere che elude il nostro controllo e che nessun dio potrà governare. Una forza che, se lasciata crescere, condurrà—»

Si interruppe.

La sala trattenne il respiro.

«—alla nostra scomparsa.»

Il silenzio che seguì fu assoluto.

Zeus non si mosse.

Ade non distolse lo sguardo.

Persino il mare, nelle vene di Poseidone, parve fermarsi.

A quel punto, Atena riprese il suo posto soddisfatta.

Calliope si alzò subito dopo, con la compostezza di chi conosce il valore delle parole.

«Atena.»

La invocò senza titoli, senza onorificenze.

«Hai parlato di trame, di fili e di destini, ma dimentichi una verità che persino gli dèi più antichi hanno accettato: nessuna divinità può controllare le Moire. Nessuna. Nemmeno tu. Nemmeno il Padre degli dèi.»

Fece un passo avanti. Un raggio dorato illuminò il suo volto.

«Perché, allora, per Moirania dovrebbe essere diverso? Se davvero porta in sé un potere che sfugge alle leggi, perché vederlo come una minaccia e non come un mistero? E i misteri non si cancellano. Si cerca di comprenderli.»

Il suo sguardo sfiorò quello di Morfeo, poi tornò a indurirsi.

«Tu dici che ha agito per amore. E allora? Anche gli dèi hanno amato i mortali. È ciò che ci rende capaci di cambiare il mondo. E a volte, anche noi stessi.»

Un’ombra di disappunto attraversò il volto di Atena.

«Se Moirania ha intrecciato un nuovo filo, non lo ha fatto per capriccio, ma per compassione. E questo è qualcosa che nessuna profezia può condannare.»

Poi abbassò il mento, come un duellante che offre il primo affondo.

«Se vuoi accusare qualcuno, allora accusa me. Io sono sua madre. Le ho insegnato a non volgere lo sguardo davanti alla sofferenza. E non tacerò mentre tenti di trasformare una virtù in una colpa.»

Morfeo strinse la sua mano, per aiutarla a mantenere la calma. Lei abbozzò un sorriso, inchinò il capo verso Zeus, e arretrò verso le altre Muse.

Artemide si alzò dal suo seggio con un movimento fluido. Il suo sguardo non era ostile, ma percepivo una certa tensione nell’aria. Teneva stretto l’arco mentre avanzava verso il centro della sala.

«Calliope» disse con calma, «le tue parole sono nobili, come il sentimento che le muove. Nessuno qui dubita dell’amore che provi per tua figlia, né della rettitudine di Morfeo. Ma la profezia è stata pronunciata. Io non temo ciò che non comprendo, ma conosco il rischio che si cela dietro ciò che non può essere arrestato.»

La corda dell’arco vibrò appena sotto la pressione delle sue dita.

«Se Moirania può muoversi accanto alle Moire senza esserne vincolata, allora non parliamo più soltanto di compassione, ma di un potere che cresce fuori da ogni ritmo condiviso. Anche il più puro, se non conosce limite, diventa imprevedibile. Perfino per chi lo esercita.»

Fece vibrare la corda ancora, prima di proseguire.

«Non chiedo la sua condanna. Ma condivido i timori di Atena. Un filo che non si spezza non è un dono. È un varco. E un varco, se aperto, può far passare qualsiasi cosa.»

Poi tornò al posto, composta con la stessa espressione di prima.

Il mormorio degli dèi stava crescendo quando Apollo si alzò. Un gesto che bastò a imporre il silenzio.

«Atena, sorella mia, come spesso accade, confondi l’ordine con l’immobilità.»

La guardava con una calma che avrebbe allarmato il più valoroso degli eroi.

«La profezia di Tiresia non parla di rovina, ma di mutamento.»

Guardò Zeus, poi gli altri.

«“Quando il sogno partorirà la parola, e il desiderio si farà carne…”. Il sogno di Morfeo e la parola di Calliope: è da questa unione che Moirania nasce. Un ponte tra due forze.»

Il suo sguardo scivolò su di me.

«“Una quarta Moira tesserà il filo che non si spezza”. Vi aggrappate al nome e ignorate il gesto.

“Quarta Moira” non è un titolo: è un fraintendimento. E poi» aggiunse con tono beffardo, «un filo che non si spezza non è per forza una catena. Non imprigiona. È una continuità che attende di essere vissuta.»

Fece qualche passo, lento, controllato.

«Gli uomini hanno sempre vissuto di strappi: guerre, malattie, catastrofi. Moirania non taglia, non misura, non lega. Lei ricuce. Lei unisce ciò che il dolore divide.»

Atena tornò a essere il centro della sua attenzione.

«Parli di cuori tremanti, ma quanti eroi hai guidato proprio grazie a quel tremito? Odisseo, che tu hai protetto, non avrebbe mai lasciato Itaca senza il desiderio ardente di tornare alla sua casa. Teseo non avrebbe mai affrontato il labirinto senza l’amore per il suo popolo. Perfino Pericle, sotto la tua ispirazione, non governò con freddo calcolo, ma con una visione ardente che diventò pietra, legge e civiltà.»

Il suo sguardo si fece più morbido, quasi paterno.

«“Dagli uomini risorgerà la memoria del divino, e il creatore diverrà creato.” Questo è ciò che accade quando un seme mette radici e la pianta genera frutti che contengono il seme stesso. È un ciclo che non genera disgrazie.»

Fece una lunga pausa prima di continuare.

«Moirania non è qui per distruggere l’ordine. È qui per ricordare ciò che abbiamo dimenticato: che nulla resta immobile. Che ogni tessitura ha bisogno di un punto nuovo per non logorarsi. Gli uomini ci sfuggono, ma grazie a lei possiamo riavvicinarci ancora una volta a loro.»

Abbassò il capo, senza spezzare il contatto visivo con Atena.

«Il mondo non teme il cambiamento. Sei tu a temerlo. Io, invece, lo vedo per ciò che è: l’alba di una nuova era. Tutto questo dibattere è inutile.»

Si sedette.

Il Consiglio rimase immobile.

«E tu, Moirania,» disse Zeus per la prima volta. «Che hai da dire?»

La sua voce risuonò nella sala. Possente. Decisa.

Continua...

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Un linguaggio che mi colpisce ogni volta, nella sua eloquenza, sempre all’ altezza dei grandi personaggi divini che parlano e si scontrano sull’ ardua questione dei poteri. Il controllo sul destino degli umani é una tema che divide e “logora”, forse, chi teme di perderlo. Mi ricorda qualcosa di vagamente simile di certi regimi politici della vita reale.

  2. ​Un processo a Moirania con arringhe potenti. Secondo me gli Dei temono la possibilità di cambiare il destino, perché ciò renderebbe gli umani quasi simili a loro. Un episodio molto coinvolgente. Brava, Tiziana👏👏👏

  3. Atena ci sa fare con le parole, ma anche tutti gli altri non scherzano. I dialoghi sono molto potenti e il ritmo con cui l’hai condotti porta a un crescendo di tensione. Un episodio estremamente curato ed emozionante. Complimenti Tiziana!

    1. Grazie Melania, questa volta ho dato il giusto spazio a tutti per evitare di confondere il lettore. Ho affidato a loro il dibattito non solo sulla sorte di Moirania ma anche sul concetto di “destino”. Mi sono dilungata un po’ ma sperò che ne valga la pena.