Precipizio

Serie: Dramma in poesia #2stagione


Non poteva far a meno di udire quelle parole nei meandri dei pochi incubi:

“Giochiamo. Mi sono stufato di tutti voi. Non voglio ucciderti, meriti molto peggio. Voglio renderti come me! D’altronde hai già fatto il primo passo lasciandomi in balia dei compratori. Avresti potuto bloccarmi e chiamare la polizia invece hai fatto di peggio! Ti darò una pistola con un solo colpo, ucciderai me impedendomi la fuga oppure Enrico salvando tua madre? In ogni caso sarà il secondo passo che compirai e sarai comunque in procinto di divenire un “mostro” come me!”

Si svegliava di notte sudata ed urlando. L’immagine della madre a terra con Enrico intento a raggiungerla ed accanto a lei Thomas che le porgeva la pistola. Spesso Agata e Ted entravano nella camera spaventati dalle urla. Alla fine lo aveva fatto, Thomas era forse riuscito a renderla un “mostro” come lui?

Aveva premuto il grilletto senza esitazione d’altronde, quasi sorridendo mentre vedeva Enrico perire per causa sua. Aveva lasciato fuggire Thomas pur di porre fine alla vita dell’uomo.

“Leggittima difesa, Enrico voleva uccidervi” le aveva spiegato Agata, ma faticava a crederle.

Sentiva qualcosa di marcio essersi schiuso dentro di lei. Era passata una settimana dall’accaduto, ogni pomeriggio Agata l’accompagnava in ospedale, sua madre era finita in coma farmacologico. Thomas era stato definitivamente smascherato come la mente che dirigeva il traffico di esseri umani eppure ancora lo cercava la polizia.

Capitava sempre quando meno se l’aspettava. Le sembrava di vederlo dietro di se mentre si scrutava allo specchio o dopo aver spento le luci della camera per coricarsi. Quelle frasi la seguivano nei meandri dei sogni.

“Giochiamo. Mi sono stufato di tutti voi. Non voglio ucciderti, meriti molto peggio. Voglio renderti come me! D’altronde hai già fatto il primo passo lasciandomi in balia dei compratori. Avresti potuto bloccarmi e chiamare la polizia invece hai fatto di peggio! Ti darò una pistola con un solo colpo, ucciderai me impedendomi la fuga oppure Enrico salvando tua madre? In ogni caso sarà il secondo passo che compirai e sarai comunque in procinto di divenire un “mostro” come me!”

Avrebbe dovuto agire diversamente forse. Enrico d’altronde non aveva armi da fuoco. Avrebbe potuto sparare alla gamba di Thomas bloccando la fuga e fermare l’altro senza macchiarsi definitivamente la coscienza, invece si lasciò guidare dall’istinto. Premette il grilletto verso Enrico. Gli schizzi di sangue oltre a macchiare il pavimento, contaminarono la sua anima. Si guardava allo specchio domandandosi se avesse sparato realmente per difesa o solo per vendetta, temeva la risposta.

La bambina dalla coscienza limpida arrivata in orfanotrofio tanti anni prima era perita in parte, così come la speranzosa ragazza uscita da quel luogo tetro.

Cos’era rimasto di lei? Semplice foglio bianco, carne con drammi scritti di sangue. Chi era? Non avrebbe potuto rispondere. In certi momenti si sentiva vulnerabile, le notti in cui gli incubi la costringevano a non dormire, gli abbracci fraterni di Agata le rendevano il cuore placido. Eppure in altri momenti si sentiva come se fosse più simile emotivamente a Thomas, generava una barriera di Apatia per evitare ulteriori sofferenze. Dubitava di poter provare emozioni in quei momenti.

Poi giunse il giorno. I poliziotti erano di guardia alla camera di ospedale della madre e li sentì. Parlavano di Thomas, pensavano di aver trovato una pista.

La ragazza sorrise. Si sarebbe sempre chiesta di lì in avanti se il sorriso fosse dovuto alla probabile cattura dell’uomo oppure perché aveva intenzione di raggiungerlo e far divenire una volta per tutte il predatore la sua preda.

Fine settimo atto.

Serie: Dramma in poesia #2stagione


Ti piace0 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni