
Presa in giro
Serie: Ziusudra
- Episodio 1: Gli antichi dèi
- Episodio 2: Presa in giro
- Episodio 3: Fine
STAGIONE 1
Ziusudra non accettava di essere preso in giro e spesso la sera, dopo aver lavorato per tutta la giornata all’arca, si ritirava stanco e abbattuto. Allora il dio Enki gli faceva visita in forma umana e lo confortava:
«Abbi fede mio diletto. La pioggia arriverà e allora tutti capiranno quanto male hanno fatto e a te donerò l’immortalità.»
Allora Ziusudra si prostrava di fronte al dio e gli esponeva i suoi dubbi:
«Mio signore, non voglio mettere in dubbio le tue parole ma è possibile che su tutta la terra solo io e i miei figli abbiamo fede e tutti gli altri sono corrotti?»
Enki gli diceva: «Non ti preoccupare di queste cose. Costruisci l’arca e chi vorrà potrà salvarsi.»
«Mio dio, un’ultima cosa. Se tu hai il potere di far piovere tanto da allagare l’intero mondo, a cosa ti servo io e a cosa serve che usi tutto il mio tempo e le mie energie nella costruzione di una così grande opera?»
Ma Enki non gli rispondeva e andava via dicendo: «Abbi fede.»
“Qui ci vuole più che la sola fede”, pensava Ziusudra, “qua ho disboscato tutto, ora mi toccherà trasportare i tronchi, chi me la darà la forza?”
Ma Enki che conosceva i pensieri del suo servitore, ogni notte faceva ricrescere gli alberi che aveva tagliato durante il giorno rafforzando la sua fede.
Un giorno un caro amico di Ziusudra di nome Sipad andò a trovarlo circa un anno dopo l’inizio della costruzione. Ziusudra lo invitò in casa sua e bevvero un po’ di vino. Cominciarono a parlare del più e del meno, dopo Sipad cominciò ad esporre le sue preoccupazioni a Ziusudra:
«Caro amico, io so che tu sei un uomo di fede e non sei corrotto come noi altri. Sei un uomo santo ma non ti pare di stare esagerando con questa storia dell’acqua che cadrà dal cielo? Non si è mai vista una cosa del genere.»
«Sipad, so che tu mi vuoi bene e parli sinceramente ma questa non è una mia idea, viene dal dio Enki che si è presentato a me e mi ha descritto come avverrà il diluvio. L’acqua non cadrà soltanto dal cielo ma verrà anche da sotto terra, dall’abisso.»
«Questa poi! Amico non ti offendere ma secondo me stai perdendo il senno. Io conosco molti dèi e ho due figlie sposate con uno di loro. Non ho mai sentito parlare di questo tuo dio Enki.»
«Vuoi mettere in dubbio la mia parola? Te lo farò conoscere», detto questo Ziusudra si alzò in piedi, portò le mani in alto e chiamò a gran voce il dio Enki, che si presentasse a loro in quell’esatto momento. Passò quasi un minuto intero in cui nessuno dei due disse niente quasi che il cielo o la terra dovessero aprirsi in quell’istante e dovesse davvero apparire Enki. Ma non successe niente. Sipad esplose in una fragorosa risata:
«Sai che ci avevo quasi creduto. Secondo me per un po’ devi tenerti lontano dal vino.»
Ridendo se ne andò da dove era venuto e la fama di Ziusudra crebbe ancora di più. Si narravano storielle e barzellette su di lui. Quello che lui credeva suo amico lo gettò in pasto agli increduli e tutti credevano che fosse impazzito senza possibilità di ritorno.
Nei giorni seguenti molti andarono a trovarlo solo per farsi quattro risate. Gli scherzi si facevano sempre più intensi e crudeli. Ziusudra perse il favore di tutti gli uomini e non c’era nessuno che non lo conoscesse o non lo avesse sentito nominare sull’intero pianeta.
Un giorno si recò nel villaggio vicino per fare provviste ma quelli appena lo videro cominciarono a sputargli addosso o a versargli secchiate di acqua sul capo:
«Fai presto Ziusudra, il diluvio è già cominciato!», e tutti ridevano.
Pensò che fosse meglio mandare la moglie a fare quei servizi. La cosa sembrò funzionare. La consorte di Ziusudra era di bell’aspetto e piuttosto che prenderla in giro volevano “prenderla” in altro modo. Ma lei sapeva difendersi bene e nessuno osava toccarla.
Enki riapparve al suo servitore. Ziusudra sembrava contrariato:
«Mio signore perché non mi hai risposto quando ti ho chiamato davanti a Sipad?»
«Pensi che io sia come uno dei tuoi amici o uno dei tuoi servi che accorre non appena lo chiami?»
“I miei servitori…”, pensò Ziusudra, “mi hanno tutti abbandonato.”
Ma Enki sapeva cosa aveva nel cuore Ziusudra: «Non ti abbattere, la costruzione procede bene e ti prometto che l’anno prossimo, di questi tempi, verrà il diluvio che gli dèi hanno decretato.»
Ziusudra sembrò rinfrancato da questa promessa e si diede da fare con ancora più tenacia.
Come il dio aveva predetto, l’anno dopo la costruzione dell’arca fu completata e Ziusudra era impaziente di attendere le istruzioni di Enki.
Il giorno dopo aver finito, sul far della sera, Ziusudra sentì un ruggito provenire dal folto della foresta in cui si trovava l’arca. Ci mancava solo che un leone lo sbranasse proprio ora che aveva concluso il lavoro. Chiamò i suoi figli e si armarono di archi e spade per combattere la belva. I ruggiti si facevano sempre più vicini. Non avevano dove ripararsi, la loro casa era lontana e non potevano lasciare indifeso l’ingresso dell’arca con il rischio che la belva si rintanasse proprio dentro. Attesero sulla soglia. La bestia si presentò in tutta la sua fierezza uscendo da dietro un albero massiccio. Ziusudra chiese aiuto al suo dio, che tutto non fosse rovinato a causa di una bestia. Lui davanti con la spada e i figli dietro con l’arco, lo avevano già teso aspettando che il leone si avvicinasse un po’ di più. Proprio quando stavano per scagliare le tre frecce e Ziusudra aveva già lanciato il suo urlo di battaglia avventandosi contro la fiera, Enki apparve vicino al leone:
«Cosa fai Ziusudra?», intanto accarezzava il leone che non sembrava più tanto feroce.
«Mio signore, questa belva stava per rovinare il lavoro di tutti questi anni e noi stavamo difendendoci.»
«Ziusudra, non essere sciocco, pensavi davvero che avrei permesso una cosa del genere? Il leone fa parte degli animali che dovrai portare con te. Ne arriverà un altro, la femmina e poi tutti le altre bestie della terra. Preparati ad accoglierli», detto questo sparì come era apparso.
Il leone certo faceva paura e ancora non si fidavano del tutto. Si avvicinò loro, li annusò e poi andò direttamente a prendere il suo posto nell’arca.
Aveva ragione, come sempre, il loro dio. Gli animali che arrivarono nei giorni seguenti erano i più disparati e molti non li avevano mai visti. Ormai si erano abituati e le bestie erano molto calme. Cominciarono a dar loro da mangiare e a pulire i loro rifiuti corporei. L’arca era stata costruita su tre livelli. Al primo piano presero posto gli animali più grandi come l’elefante, il rinoceronte e così via. Sopra c’erano gli animali di taglia media e all’ultimo piano c’erano i piccoli come gli uccelli e varie specie di rettili. In circa tre giorni di continua processione, tutti gli animali avevano preso il loro posto.
Serie: Ziusudra
- Episodio 1: Gli antichi dèi
- Episodio 2: Presa in giro
- Episodio 3: Fine
Mi sto chiedendo a come reagirebbero le persone se un contemporaneo Ziusudra iniziasse a costruire un’arca. Penso che le loro reazione sarebbero identiche
La prima cosa che si pensa di fronte a un profeta, un santone, un guaritore ecc. è sempre che sia pazzo. Poi ci si può anche ricredere, ma solo in casi rari