
Protagonista involontaria
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
- Episodio 4: Protagonista involontaria
- Episodio 5: Una vita da prima pagina
- Episodio 6: Dove il tempo si spezza
STAGIONE 1
«Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’uomo.»
— Sofocle, Edipo Re
Due giorni. Quarantotto ore senza un messaggio, una chiamata, nemmeno un’emoji sparata a caso. Per Clara era un record. Di solito, la sua assenza voleva dire solo una cosa: K-drama in modalità maratona, coperta e silenzio stampa. Ma stavolta l’assenza era sospetta.
Quando scesi dalla macchina, sentii una scossa elettrica lungo la schiena. Quel genere di formicolio che mi annuncia l’arrivo di Melpomene con i suoi drammi. Ma della musa della tragedia, nessuna traccia. In scena c’eravamo solo io, Clara, e una città che sembrava trattenere il respiro.
Vidi Clara uscire dal panificio con la busta della spesa sotto il braccio e gli occhi fissi sul marciapiede.
«Grazie Rosa, ci vediamo presto!» gridò senza voltarsi.
«Clara, e ’r resto!» la richiamò la panettiera dal bancone.
Lei non rispose. Camminava spedita verso il suo condominio e non mi notò, sebbene fossi a pochi passi. Stavo per chiamarla quando due voci taglienti mi raggiunsero dall’interno del negozio.
«Ahò, guarda quella… mo’ che se crede ‘na star!»
«Mari’, quello è famoso davvero, lei è ‘na qualunque. Je ha solo dato ‘na mano a rialzasse.»
«Che je costava a lascialla lì? Che bisogno c’era de portalla dentro l’albergo?»
«Se vede che voleva fa’ la cascamorta… ma lui manco l’ha guardata! La vedi che faccia c’ha? Ma che, nun ha mai visto ‘o sole ‘sta qua? S’arifacesse un po’, ‘na passata de trucco je servirebbe. E ‘sti capelli…li tagliasse! Nun se portano più lunghi così, e poi che colore è? Manco se capisce, è ‘na via de mezzo tra ‘r castano e ‘r biondo!»
«Ma lei che fa nella vita?»
«Nonna sua dice che fa la stilista, ma quale stilista, è ‘na sartina co’ ‘n bugigattolo a San Lorenzo, in Via dei Sabelli.»
Rosa mi vide e sollevò gli occhi al cielo, in segno di resa. Le due intercettarono il nostro scambio di sguardi e accelerarono il passo verso l’uscita.
«Megere…» sussurrai quando mi passarono accanto. Se avessi potuto, le avrei trasformate in statue.
«Ma che vuole ‘sta spilungona?» borbottò una.
«Zitta Mari’… è ‘n’amica sua.»
Le lasciai sfilare via, senza interrompere il contatto visivo.
«Bella mia» mi chiamò Rosa agitando una mano. «Vedi de falla ripiglià ‘sta ragazza… nun la vedo in forma.»
Raggiunsi Clara davanti al portone, mentre armeggiava con le chiavi. Gliele presi dalle mani e aprii io.
Quando entrammo nel suo appartamento, si lasciò cadere sul divano, in silenzio. Io mi diressi in cucina a preparare un caffè. La osservai con la coda dell’occhio: non si era tolta nemmeno le scarpe e lo sguardo era perso nel vuoto. Quando le porsi la tazzina, le mani tremavano ancora.
«Hai visto il video?» chiese, soffiando sul vapore.
Si era rannicchiata a palla, le ginocchia contro il petto e le scarpe abbandonate sul tappeto.
«Quale dei tanti?»
La mia ironia era fuori luogo, lo sapevo. Ma se c’è una cosa che mi riesce bene, è mantenere un certo aplomb da musa scettica anche nei momenti più drammatici.
«Non dovevo andare. Mi dovevi fermare…»
«Ti ho avvisata. Cosa avrei dovuto fare? Legarti a una roccia a picco sul mare e lasciare un mostro di guardia?»
Mi sedetti sul bracciolo del divano. Da quella posizione dominavo la scena.
«Alla fine, n’è valsa la pena almeno?» chiesi tra un sorso e l’altro.
Clara poggiò la tazzina sul tavolino e afferrò un cuscino, strizzandolo come se volesse estrarne il succo.
«Era… perfetto.» La voce le si incrinò. «Dolce…»
«Un maritozzo alla panna…» suggerii.
«Premuroso. Mi ha aiutato ad alzarmi.» Gli occhi le brillarono per un attimo. «Ha chiamato la sicurezza per tenere indietro la folla. Mi ha fatto accompagnare nella hall per assicurarsi che stessi bene.»
«Lo abbiamo visto in due milioni, più o meno. E dopo?»
«Sono stati i dieci minuti più emozionanti della mia vita!» Affondò il viso nel cuscino, la voce ovattata. «Mi ha sorriso e se n’è andato. Io sono uscita da una porta sul retro e… basta. Sono tornata qui, a fare finta che niente fosse successo. Solo che non è stato possibile. Il telefono ha iniziato a suonare, messaggi, notifiche, commenti. E ora sono nella merda. Sommersa, oserei dire!»
«Sei caduta nella rete di Persefone» sospirai, svuotando la tazzina. «E nemmeno Arianna, con tutto il suo filo, riuscirebbe a tirarti fuori da questo impiccio. Devi solo aspettare che la marea si calmi.»
Clara si girò di scatto. Negli occhi aveva una luce che non le avevo mai visto prima.
«Non hai ben chiara la situazione, Sofia. Non riesco più a lavorare. Non riesco a dormire. Non riesco a respirare!»
La tazza mi si bloccò a mezz’aria.
«Non c’è bisogno di alzare la voce.»
«La tua ironia è fuori luogo. Questa storia mi sta rovinando la vita.» Il cuscino schizzò contro il muro con un tonfo sordo. «Ieri un fornitore si è rifiutato di fare la consegna. Sono assediata dalle fans di Hyun-woo, dai curiosi, da chi mi insulta, da chi mi chiede selfie. Due clienti hanno disdetto l’ordinazione. La Maison Fabiani ha respinto i miei bozzetti. Quelli su cui lavoravamo da mesi.»
Si passò una mano sui capelli, tirandoli come se volesse strapparli.
«Se continua così, questo mese non riesco a pagare la rata del prestito. E i miei nonni sono i garanti, come ben sai.»
Le poggiai una mano sulla spalla. «I soldi non sono un problema. Per il resto non disperare, posso sistemare tutto.»
«Te l’ho già sentito dire, ma sai bene che la realtà non si cambia.»
«E invece sì. Ti ho convinta a partecipare alla sfilata di quartiere, con il vestito che avevamo cucito insieme? Quello che avrebbe fatto piangere Atena dall’invidia. Ricordi?»
Clara non riuscì a trattenere un sorriso.
«È da lì che è iniziato tutto, no? La tua carriera, i tuoi nuovi sogni. Stavolta sarò più diretta e incisiva, ma prima devo fare un salto in Corea.»
Clara mi guardò stralunata.
«Eh? A volte non ti seguo. Non ha senso quello che dici.»
«Non ti preoccupare» precisai, senza aggiungere altro. Raccolsi la borsa e mi diressi verso l’uscita.
Mentre scendevo le scale, mi martellava in testa una sola idea: se voglio riscrivere questa storia, devo conoscere l’altra metà del mito. E l’altra metà vive a Seoul.
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
- Episodio 4: Protagonista involontaria
- Episodio 5: Una vita da prima pagina
- Episodio 6: Dove il tempo si spezza
“È da lì che è iniziato tutto, no? La tua carriera, i tuoi nuovi sogni. Stavolta sarò più diretta e incisiva, ma prima devo fare un salto in Corea.»”
meravigliosa questa battuta! ci ho intravisto tutto un mondo, uno stile di vita, un problem solving forse un pò folle, ma di gran lunga più efficace e divertente di molti metodi tradizionali.
Condivido! Grazie per i commenti e le osservazioni che lasci ad ogni episodio. Simo preziosi ☺️
Molto efficaci le parti in dialetto che a me piace sempre immaginare di saperlo un po’ anche io 🙂
Spero che siano risultati credibili
Assolutamente si ☺️
Mi piace un sacco questa Musa bizzarra, leggera al punto giusto. Me la vedo sui tacchi, non so perché. In abitini svolazzanti, magari.
Mentre le si ascolta parlare, o meglio, bisticciarsi un po’, ci si dimentica di tutto e si possono immaginare due amiche, comuni mortali, che condividono gioie e dolori. Si ascoltano i consigli, puntualmente rifiutati per poi invece essere seguiti, magari di nascosto. Tutto molto ‘naturale’, così come lo è la tua scrittura: pulita, lineare e piacevole, che non stanca.
La storia è davvero originale. Vediamo adesso cosa combina la nostra moderna streghetta Jeannie 🙂
Grazie Cristiana, le tue parole mi riempiono il cuore dì gioia❣️
Carinissimo anche questo episodio! Moirania è sempre divertentissima e molto determinata e il dialogo tra le due pettegole ci sta molto bene.
Bravissima!
Grazie! L’ intento era di strappare un sorriso davanti a situazioni che spesso nella vita reale creano disagio.
Mi piacciono i racconti con parti dialettali che danno più brio ai dialoghi.
In questo caso mi hanno aiutato a caratterizzare la scena, rendendola più leggera
Tiziana, i miei complimenti più sinceri. Non nego che sono diffidente per quanto riguarda i fantasy, ma la tua capacità di formulare i dialoghi e la narrazione fluida mi ha portato a leggere tutto e a chiedermi cosa succederà dopo. Continua su questa strada, stai facendo un ottimo lavoro.
Grazie tante! Le tue parole mi fanno un immenso piacere!
Ohhh qui ci sono anch’io (il filo di Arianna😁😁😁). Bello, mi sta piacendo tanto ❤️
In effetti potresti essere la coraggiosa principessa che salvo Teseo per amore😉❤
E poi, abbandonata da Teseo (stronzo!) muore impiccata su un’isola (la mia fortuna, sempre!) 😆
Possiamo riscrivere la sua storia, e concederle la meritata rivincita😏
Dialogo divertente e brillante!❤️
Grazie, sempre preziosa ❤