Quel sogno

Serie: The Nightmare Keepers


Ti trovi nel tuo appartamento. Qualcuno bussa alla porta. Apri. Davanti a te cʼè un pacco, illuminato dalla luce della luna rossa. Cosa fai?

    STAGIONE 1

  • Episodio 1: Quel sogno

«Ho fatto di nuovo quel sogno, quello di cui ti avevo parlato l’ultima volta.»

«Perché pensi che sia lo stesso sogno, e non uno simile o uno nuovo?»

«Capisce, è come un film. O una serie televisiva, in cui procedi a poco a poco. All’inizio ero semplicemente al centro di una stanza, la volta successiva si è aggiunto un bussare alla porta. Stanotte sono riuscita ad aprirla.»

«E cosa c’era oltre la soglia?»

«Non lo so. Mi sono svegliata.»

«Chloe, ne abbiamo già parlato in passato. Non puoi ossessionarti con i sogni, non puoi perdere il contatto con la realtà. Sprechi le tue energie cercando di ricordare nei minimi dettagli una fantasia generata dal subconscio, e non fai assolutamente nulla per integrarti nella vita reale. È che non vuoi farlo. Punto.»

Senza distogliere lo sguardo dal panorama grigio e desolante della città fuori dalla finestra, la ragazza si sistemò dietro l’orecchio una ciocca ondulata ribelle e nascose le mani nelle maniche troppo lunghe del maglione blu scuro. Il cielo plumbeo premeva con il suo peso sui tetti piatti delle case, schiacciava a terra gli alberi e le teste dei passanti solitari. 

Quante conversazioni del genere aveva dovuto ascoltare in passato? Negli ultimi vent’anni, Chloe aveva cambiato un numero infinito di psicoterapeuti, e nessuno di loro era riuscito ad aiutarla. La diagnosi era sempre la stessa: disturbo del sonno dovuto a un trauma infantile. Sedute di ipnosi, terapie di gruppo. Alla fine, ogni nuovo specialista si arrendeva e le prescriveva il solito “…zepam”.

Chloe faceva sogni terrificanti in tutte le forme possibili. Avrebbe potuto scrivere una serie di libri intitolata Enciclopedia delle morti strane/spaventose. Nei suoi incubi, degli sconosciuti si suicidavano, morivano in modo assurdo o uccidevano altri. Erano tutti diversi, senza alcun legame tra loro. Un nuovo sogno – una nuova storia di morte.

Tranne una.

La dottoressa Amelia guardava la paziente con compassione. Vent’anni. Per vent’anni, ogni volta che chiudeva gli occhi, Chloe non vedeva nient’altro che morte. La donna aveva incontrato molte persone, e alla maggior parte di loro bastava un solo evento traumatico per impazzire. Chloe, invece, non solo riusciva a rimanere in uno stato relativamente stabile, ma in tutti anni non aveva mai abusato delle pillole che le venivano prescritte. C’era qualcosa, nello sguardo di quella giovane e fragile ragazza, che spingeva la signora Amelia a continuare a cercare di capire la natura dei suoi incubi.

Chiudendo il taccuino e soffocando un sospiro pesante, la donna si rivolse a Chloe, che continuava a guardare distrattamente il paesaggio urbano fuori dalla finestra.

«Hai mai pensato di visualizzare questi sogni? Provare a scrivere un libro. Forse potresti disegnare ciò che ti tormenta? Nella maggior parte dei casi, la visualizzazione aiuta ad affrontare le paure, a vederle da un’altra prospettiva.»

«E chi ha detto che ho paura?» chiese Chloe, guardandola dritta negli occhi.

«Allora cosa ti aspetti dalla terapia?»

«Le persone che mi appaiono nei sogni sono troppo diverse tra loro per sembrare frutto della immaginazione. I loro volti, il dolore che riempie lo spazio. Loro. No, non posso semplicemente raccontarli al mondo. Non è giusto» disse la ragazza con ferma convinzione nella voce. «Non voglio liberarmi dei miei sogni – voglio solo capire perché li faccio. Tutto qui.»

«Sai che la terapia non funziona così, vero?»

«Sì.»

«Allora capisci che non vedo il senso di continuare le sedute. Il mio obiettivo è aiutare il paziente a liberarsi del problema o almeno a ridurne l’impatto sulla vita quotidiana. Il tuo desiderio di capire “perché” è solo un modo diverso per dire che non vuoi cambiare niente. Capisci cosa intendo?»

«Sì» rispose ancora una volta Chloe, stringendo le labbra.

«Adesso ti dirò qualcosa che nessuno psicoterapeuta dovrebbe mai dire a un paziente.»

Nel silenzio della stanza, la donna osservò con lo sguardo la figura tesa della ragazza, poi continuò con voce gentile:

«Nel tuo caso, come specialista, sono impotente. Sei intelligente e testarda, e negli anni hai sviluppato una sorta di immunità alla tua condizione. Hai imparato a conviverci, l’hai accettata. Tentare di cambiarla potrebbe portare a un altro crollo – e io, a dire il vero, non ne vedo il senso. Non posso aiutarti, perché tu hai già aiutato te stessa. Capisci?»

Per la prima volta dopo molti anni, Chloe sentì che qualcuno le parlava non come a una bambina capricciosa da rieducare, ma come a una persona adulta e consapevole. Questo cambiamento la colpì, rompendo il solito muro di indifferenza, e guardò con interesse la dottoressa Amelia. Nei suoi occhi azzurro chiaro non c’erano né giudizio né freddo distacco professionale. Trasmettevano calore e comprensione.

«A questo punto, vorrei concludere la nostra seduta» disse la donna, posando da parte il taccuino con gli appunti. «E se per te va bene, mi piacerebbe che le nostre conversazioni continuassero in modo più informale. Tra qualche mese andrò in pensione, e comunque avrei dovuto affidarti a un altro collega. Nel tempo che abbiamo passato insieme ho capito che tu hai bisogno di qualcosa di diverso. Quindi, se un giorno vorrai parlare, se sentirai il desiderio di cercare di capire la natura dei tuoi sogni o semplicemente di condividere delle emozioni – io ci sarò.»

Chloe cercò di rispondere, ma la dottoressa Amelia sollevò gentilmente una mano, fermandola:

«Non ti chiedo né un sì né un no. È una proposta che resterà aperta finché ne avrai bisogno. Va bene?»

Chloe annuì, e sul suo viso apparve un timido sorriso.

Il crepuscolo aveva ammorbidito i contorni taglienti dei freddi palazzi, e la città non sembrava più così ostile. La nebbia si spargeva lentamente nei vicoli bagnati, ovattando il rumore delle auto e trasformandolo in una ninna nanna monotona per la fine del giorno. Avvolta strettamente in una sciarpa di lana smisurata, la ragazza tornava a casa, scostando con le dita le goccioline di respiro del cielo notturno rimaste congelate sulle ciglia.

Chiusa la porta, si tolse gli stivali bagnati e li lasciò ad asciugare sotto il termosifone. Si lasciò cadere sul vecchio divano del salotto. Alla televisione stavano trasmettendo un altro episodio di un popolare true crime, e, stringendo il suo cuscino preferito, Chloe iniziò a seguire gli sviluppi della storia sullo schermo.

Serie: The Nightmare Keepers


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Ora capisco perché sei stata scelta per dalla Edizioni Open… Sei molto brava a incastrare le parole e non solo, sei brava con la punteggiatura e sintassi e grammatica sono perfette. Complimenti per questa nuova storia e che dire, le premesse sono buone. 🙂