
QUESTIONE DI SHARM
Serie: Le Venti Clessidre
- Episodio 1: ETIMOLOGIA
- Episodio 2: PROLOGO
- Episodio 3: EPILOGO DEL PROLOGO
- Episodio 4: IL PACCO
- Episodio 5: QUESTIONE DI SHARM
- Episodio 6: 3 AMICI AL BAR
- Episodio 7: LA PIRAMIDE DEL MEGALOMANE
- Episodio 8: NeferTARI
- Episodio 9: DUNE E ADUNATE
- Episodio 10: LA TRIPLICE “L”
STAGIONE 1
Ci troviamo a 27°51’59.76″ Nord, 34°17’00″Est, altitudine un metro sul livello del mare. Volevo essere preciso e più preciso di così si muore. Queste sono le coordinate di una località conosciuta da tutti e beato chi ci è già stato; se vi risulta sconosciuta potete sempre trovarla digitando le coordinate su di un navigatore e scoprirete che il percorso è molto lungo via terra, migliaia di chilometri partendo dall’Italia, e oltretutto molto costoso con il carburante a oltre due euro al litro. Per questo consiglio un volo diretto Milano – Sharm el-Sheikh: costo 36 euro con un volo low cost.
Sharm el-Sheikh è una località di grande “charme” solo per i francofoni, di grande “fascino” invece per gli italiani, eccetto per le minoranze linguistiche che amano Sharm el-Sheikh per “l’ausstrahlung” (tedesco), “čar” (sloveno), “bukuri”(albanese), “šarm” (ladino).
La località del Sinai, famosa dai tempi dell’Antico Egitto, è rimasta famosa “sinai” giorni nostri per le sue bellezze paesaggistiche: spiagge incantevoli, tramonti da favola, un mare incontaminato, tutto sotto i raggi di un sole (sempre lo stesso) caldo e abbronzante che solo oggi apprezziamo. Sarà, penso, per le tante creme protettive adeguate che usiamo e che ci evitano sgradevoli, dolorose e antiestetiche scottature sulla pelle.
Allora il sole era visto senza occhiali da sole e non era un bel vedere perché la sua bellezza era davvero accecante, nel vero senso della parola (provare per credere anche se è meglio credere sulla parola e non provare). Se gli occhiali da sole mancavano, abbondavano invece le tende da sole che sono sempre in compagnia perché il plurale ne prevede almeno due, anche se qualcuno ribadirà che sono da sole. Da sole o in compagnia quello che è certo è che quello che ho detto è certamente una “cazzata”, ma è anche accertato che facevano ombra anche allora, ne sono certo. Da notare quanta poetica in “quello che è certo è che quello”, spezzone di frase palindroma perfettamente inutile anche se letta al contrario; su questo spero non avrete nulla in contrario o da ridire.
All’epoca Sharm el-Sheikh era solo un villaggio vacanze molto esclusivo, oltre che l’unico; nessuno poteva frequentarlo tranne il faraone, qualche persona del suo entourage e gli immancabili amici degli amici, oltre a ruffiani ed escort appiedate. Escort che facevano la vita svolgendo il mestiere più antico del mondo, alcune erano libere professioniste altre schiave alla mèrce di protettori che le consideravano solo una mercé. Dannato accento e dannato correttore automatico. Per comprendere bene il senso della frase basta invertire i due accenti della parola merce; quindi le schiave erano alla mercé dei protettori perché solo una mèrce. Son passati millenni ma il sesso a pagamento rimane uno squallido e riprovevole mercimonio indipendentemente dall’accento.
Gli attributi del faraone non erano solo attributi divini, erano anche attributi virili che soddisfava regolarmente per puro piacere dacché il detto lievemente modificato: “Lo fo per piacer mio e per dar dei figli a Dio”. Due piccioni con una fava perché oltre a essere un uomo era anche un Dio. Nefertari ricambiava pan per focaccia con tanti amanti, tutti rigorosamente Alì di nome. “Alì c’è?” era la domanda che Nefertari rivolgeva alla sua ancella a cui Alice rispondeva sempre affermativamente, non prima di aver verificato personalmente gli attributi dei tanti Alì disponibili, ricoprendo così il ruolo di controllore della qualità. Alice acquisì una notevole esperienza in quel campo tanto che Nefertari non sentì la mancanza della povera Grazia, l’ancella scomparsa.
Ramses II ebbe tanti figli, fortuna per lui che la prova del DNA non esisteva: erano indiscutibilmente tutti figli suoi, anche quelli di Alì.
A Sharm el-Sheikh aveva libero accesso anche Paser, questo era il vero nome del visir, che però voleva essere chiamato col suo secondo nome Neferrenpet perché più altisonante. In lui erano accentrate diverse cariche, tutte di grande prestigio e potere: era il Primo Ministro di Ramses II, Gran Cancelliere di Stato, Principe, Governatore della città, Giudice, Guardiano di Nekhen, Sacerdote di Maat, Sindaco di Tebe, oltre che uomo di fiducia del faraone; un po’ come Antonio Mastrapasqua, l’ex presidente dell’INPS che ricopriva contemporaneamente anche altri 24 incarichi professionali senza “ovviamente” alcun conflitto d’interesse, dimostrando così a tutti cosa significhi il multitasking e soprattutto il “multintaskin”, cioè la capacita d’intascare tanti emolumenti tutti lo stesso giorno: il 27 del mese. Forse con un po’ d’impegno, non ne dubito visto le sue capacità, con altri due incarichi entrerà nel Guinness dei primati con 27 stipendi il 27 di ogni mese.
Sharm el-Sheikh era una località che il visir Neferrenpet frequentava nei momenti liberi dagli impegni di governo, quindi pochi visti i tanti incarichi. In realtà erano molti, perché il visir s’impegnava – e ci riusciva – a disimpegnarsi da tutti gli impegni – e in questo ci metteva sì molto impegno – e quindi di tempo ne aveva molto per dedicarsi a un’attività alquanto impegnativa per l’epoca: la pesca subacquea. Le sue immersioni, dapprima in apnea e quindi brevi, si erano allungate di molto grazie alla prima rudimentale apparecchiatura da sub, che vista oggi farebbe sorridere, ma che permetteva comunque di respirare per mezzo di una maschera collegata ad un’otre speciale piena d’aria (uno stomaco di bue). Neferneferuaton era a conoscenza delle immersioni di Neferrenpet. In comune col visir Neferneferuaton, oltre le prime cinque lettera iniziali del nome “Nefer”, aveva anche quella particolare stranezza riservata solo alle caste più potenti e vicine al vertice della piramide sociale: la pesca subacquea che anche lui praticava, ma solo saltuariamente. Le volte che si recava a Sharm el-Sheikh, per qualche puntatina al Casinò, non mancava di fargli visita per rinsaldare un’amicizia mai sincera e per niente disinteressata. A maggior ragione adesso che aveva ricevuto un incarico segreto dal faraone. Dopo aver individuato il tratto di spiaggia dove Neferrenpet era solito fare le immersioni, Neferneferuaton si sedette in prossimità del bagnasciuga fino a quando lo vide riemergere da quelle acque limpide e cristalline con un grosso pesce tropicale.
“Grande Neferrenpet, mi inchino davanti alla vostra esperienza e abilità nelle immersioni!” era l’omaggio di Nef per accattivarsi il visir “Vedo che la pesca è stata fruttuosa.”
Visir: “Buongiorno a te, Neferneferuaton, non posso lamentarmi, ma poteva andare meglio, devo propiziarmi gli Dei e per questo che sto meditando un grande sacrificio. Sono contento di vederti; ho avuto notizia di un massacro alla prima grande clessidra, raccontami cosa sai”.
Nef: “Sono stati quei cani sciolti dei testimoni di Geo & Geo. Non ho mai visto tante teste mozzate assieme; è stato uno scempio disgustoso e raccapricciante, una vera carneficina. Questa setta sta seminando il terrore, sono in tanti, bene organizzati e comandati da una mente insospettabile. Bisogna trovare chi sta alla testa dell’organizzazione e mozzargliela, altrimenti rotoleranno ancora molte altre teste innocenti. Purtroppo non ho trovato testimoni attorno la prima clessidra perché tutti gli schiavi sono stati sterminati senza pietà, come fanno sempre i testimoni di Geo & Geo per non lasciare testimoni, ovviamente. Per puro caso mi sono imbattuto su di uno schiavo in fin di vita che prima di esalare l’ultimo respiro, con un filo di voce, ha bisbigliato un nome che non ho colto bene per intero, però cominciava con Nef”.
Visir: “Peccato! È stato un duro colpo per te”.
Nef: “Sì, soprattutto per le mie tasche; ho dovuto comprare un’intera carovana di schiavi, ma grazie ad Ahmed, il mio trafficante di schiavi di fiducia, ho spuntato un buon prezzo perché erano tutti schiavi Ittiti, quelli Sunniti e Sciiti costavano di meno ma erano finiti, Hunniti e Cassiti erano molto quotati ma con prezzi proibiti (proibitivi). La rima in “iti” bisogna pur rispettarla o siete rimasti basiti?
Visir: “Ramses è al corrente della strage?”
Nef: “Grazie agli Dei no; il faraone non è andato a Giza quel giorno, era a una festa privata, quella del solito oligarca straniero con la bandana”.
Visir: “Chi, quello del bungalow dell’amore?”
Nef: “Sì, proprio lui, è il proprietario del Bunga-Love, così chiama il suo bungalow faraonico che si vede lì in fondo alla spiaggia. Il nome è tutto un programma”.
Visir: “Corrono voci di un letto molto particolare”.
Nef: “Sì, di un lettone a baldacchino con intarsiati tanti putti in in bella evidenza. Dei puttini che rappresentano il dio dell’amore ancora bambino – Eros – ma che ti lasciano un po’ d’amaro in bocca e un retrogusto di vodka”.
Visir: “Come quel cantante che parlando d’amore canta da Dio lasciandoti con l’amaro in bocca”.
Nef: “Chi, Ramazzotti?”
Visir: “Dovrebbe essere lui, se non erro. O era Eros?” Poi, continuando “So che il faraone è preoccupato per questi fatti di sangue che si sono verificati un po’ dovunque in Egitto e che stanno seminando terrore nella popolazione”.
Nef: “Più che preoccupato direi in altre faccende affacendato”.
Neferneferuaton non voleva svelare al visir l’incarico segreto affidatogli dal faraone. Aveva notato un movimento involontario nelle sopracciglia folte e tese del visir (come quelle di Elio e le storiche sopracciglia tese), nel momento stesso in cui aveva pronunciato quel nome incompleto: Nef. Forse era solo una sensazione; d’altronde, pensandoci bene, entrambi potevano essere sospetti, entrambi i loro nomi iniziavano per Nef.
I due, dopo i soliti salam-el-eckhi e convenevoli, si congedarono.
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Esilarante! La storia prosegue ed è intrigante, tutta l’atmosfera che hai tirato su mi ricorda moltissimo il film “Asterix e Obelix missione Cleopatra” solo che tu sei molto meglio!
Quindi esiste ancora qualcuno che legge le idiozie che scrivo. No, dico! Ma siete sicuri di quello che fate? Perché io continuo per altri sei capitoli!
“soprattutto il “multintaskin”, cioè la capacita d’intascare tanti emolumenti tutti lo stesso giorno: il 27 del mese. ” Applauso. Ora basta perché altrimenti ti devo citare tutto il racconto
Ora reclamerà anche i diritti d’autore.
“Da notare quanta poetica in “quello che è certo è che quello”,” 😂😂😂
Forse non l’ho capita anche se è una mia battuta palindroma: non fa ridere neanche se la racconti al rovescio.
La storia si fa intricata, molto piena e variegata: richiede una mente concentrata. Tra una battuta da risata e la cronaca mai scordata di una bandana da pirata, sulla testa ormai pelata; una testiera intarsiata e qualche testa “mozzata”. La mente si e` infervorata nella lettura meditata di questa nuova “puntata”, un po’ strana e complicata, ma pur sempre elaborata.
Grazie perché hai riassunto l’intera quarta puntata. Meglio di così non poteva essere spiegata.