
La ragazza di Padova
Serie: Tutto in una sera
- Episodio 1: Africa
- Episodio 2: Tancheddas
- Episodio 3: Cavalier Tripponi
- Episodio 4: La ragazza di Padova
- Episodio 5: Il lavoro rubato
- Episodio 6: La scodella del diavolo
STAGIONE 1
Il Veneto, nell’immediato dopoguerra e per tutti gli anni cinquanta è stata terra di fame e fatica, di piedi nudi nel fango e di un pugno di polenta, quando c’era, come pasto di una intera giornata. Certo ora quelle terre sono ricche, industrializzate, il signor Tripponi non mangia più polenta ma carne tutti i giorni, è diventato un po’ vanesio e ci tiene a mostrare a tutti che è un signore importante. Chissà quanta fame deve aver patito per sentire così forte il bisogno di nasconderla. Per fortuna gliene deve essere rimasta ancora un poco dentro l’animo per aver ancora la capacità di spezzare il pane in favore di chi ha fame.
«Sei ancora con la testa per aria, attenzione che per sbaglio non ti venga l’idea di aiutarci a scegliere i ricordini oppure, di essere un po’ più presente con noi».
La voce di Teresa mi strappa al concetto di fame e mi riporta alla realtà. Raggiungiamo l’uscita e ci dirigiamo verso la fermata del bus che ci riporterà in albergo. Non riesco a levarmi dalla mente il silenzio della prima cappella, mi rimbomba incessante nella testa e negli occhi ho solo quella donna prostrata in ginocchio.
Senza rendermi conto cammino veloce così che in poco tempo distanzio il mio gruppo, mi fermo sotto un portico per aspettarli e guardo intorno in cerca di qualcosa che non so. Neppure il tempo di respirare che una ragazza dal volto sorridente mi viene incontro, avrà circa 35 anni, magrolina con i capelli chiari raccolti da un nastro, nasino francese, senza un filo di trucco, con una gonna al ginocchio dello stesso colore dei capelli e una camicetta con un motivo a piccoli fiori assai elegante nella sua semplicità.
Mi parla con un fare quasi imbarazzato però con un sorriso luminoso quanto un cielo d’estate, «Scusami, sono molto in ritardo, credevo di non farcela», la guardo con più attenzione cercando di capire ciò che mi dice ma soprattutto cercando di capire se si rivolge proprio a me. Dondolandosi come una bambina felice, sorride con la bocca, con gli occhi e con il corpo, pare proprio il ritratto della felicità improvvisa. «Sì, non puoi che essere Riccardo, ho capito che dovevi essere tu dal primo momento che ti ho visto».
Ohi, ohi, mi ha scambiato per un altro. Quasi non ho il coraggio di deludere la sua gioia, continuo a osservarla chiedendomi come sia possibile un simile errore. Pare proprio una bambina, persino la sua dentatura, minuta e aguzza, sembra ringiovanirla, il viso esprime semplicità e ingenuità insieme. Sì, pare una collegiale.
«Mia cara, credo ci sia un errore, per quanto in questo momento mi avrebbe fatto piacere chiamarmi Riccardo, purtroppo devo confessarti che invece il mio nome è Sergio».
Un attimo di spaesamento, ma tutta quella felicità liberata non riesce ad abbandonare quel viso e anche il suo parlare è ancora pieno di impaziente gioia. «Sì, la voce sembra un po’ diversa dal telefono, potrebbe anche non essere di Riccardo».
Questa crede che stia mentendo per scherzo così le ripeto «Credimi, mi dispiace deluderti, non sono Riccardo, il mio nome è Sergio».
Altro moto di spaesamento, ora parlando inizia a balbettare ma non si arrende all’evidenza. «Effettivamente mezz’ora di ritardo è un po’ troppo, sarebbe andato via, mi ha detto che aveva i pantaloni chiari, non l’ho mai visto, ero sicura che fossi tu, Riccardo lo immaginavo così, ci sentivamo al telefono».
Parla senza togliermi gli occhi di dosso, ancora sorride anche se i movimenti del capo tradiscono lo sforzo di mantenersi disinvolta, continua a dondolarsi come una bimba.
«Ma Riccardo ti ha detto d’avere una barba bianca come la mia?».
Ora i suoi occhi mi guardano senza vedermi, allunga una mano come a volermi sfiorare il viso, si ferma con il braccio a mezz’aria, cerca una conferma alla sua gioia che comincia a diradarsi, ancora sorride ostinata e incredula.
Arrivano mia suocera e Teresa, le due donne squadrano da prima me, ognuna con una sua congettura, poi da cima a fondo la ragazza. Teresa in particolare la fulmina con una occhiata, mia suocera invece le sorride pensando si tratti di una qualche collega di lavoro incontrata per caso.
La ragazza guarda loro, poi guarda me e finalmente realizza pienamente che io sono Sergio e non Riccardo. Continua a sorridere come per inerzia ma la sua è quasi una smorfia, lo sguardo è ora perso nel vuoto, balbetta parole scoordinate, si muove, si ferma, ancora riguarda me e mia moglie, vorrebbe fuggire, restare ancora lì, non sa che fare.
A malincuore le auguro buona fortuna e ci allontaniamo.
Riemerge in me la sensazione di pena già provata per la ragazza della cappella, ho come l’impressione che questo Riccardo non sia poi tanto coinvolto anzi, mi sa che stia approfittando dell’ingenuità della ragazza. E ingenua lo è di certo, lo si intuisce da appena la vedi, figuriamoci sentendola parlare se pur al telefono. Lei era veramente presa, euforica e felicissima di incontrarsi finalmente con lui e questo presuppone lunghe chiacchierate al telefono per conoscersi e apprezzarsi a vicenda.
“Ma come? Siete in intimità telefonica e dai di te solo una descrizione dei tuoi pantaloni?” Gatta ci cova, “no caro signor Riccardo, c’è qualcosa che non va, che non mi convince”. Stranamente anche mia suocera è dello stesso avviso mentre Teresa mantiene un filo di sospetto, naturalmente nei miei confronti.
Proseguiamo, il caldo è veramente torrido. In anticipo sull’orario di rientro facciamo un salto nella grande piazza ovale, che poi sarebbe un parco e non una piazza, poco distante dalla basilica. Lungo il perimetro, una lunga serie di bancarelle che al pari di qualsiasi altra città vendono abbigliamento e inutili cianfrusaglie a poco prezzo. Però, le etichette sui capi di vestiario sono tutte di marchi famosi, con pochi euro ti compri l’illusione di vivere da VIP e ti senti soddisfatto e senza problemi. Potenza dell’apparire.
Serie: Tutto in una sera
- Episodio 1: Africa
- Episodio 2: Tancheddas
- Episodio 3: Cavalier Tripponi
- Episodio 4: La ragazza di Padova
- Episodio 5: Il lavoro rubato
- Episodio 6: La scodella del diavolo
Discussioni