Rientro alle 18.00

Bess contemplava lo spazio aperto che aveva davanti, un’immensa radura lì nei luoghi della sua infanzia, staccando di tanto in tanto gli occhi da quel paesaggio per lanciare un’occhiataccia a quel terribile cane che non la smetteva di guaire, provando a focalizzare l’attenzione su quei funghi che erano pronti per essere raccolti, ma poi ricordava a sé stessa che forse la

cosa migliore da fare era occuparsi di Pete, suo marito. Bess si rivolse a Pete con fare guardingo, cercando di capire le intenzioni del marito, mentre il bacon cuoceva. Aveva intenzione di uscire a fare delle commissioni, ma lui era una di quelle persone che si direbbero noiose, prive di brio, e pensò che sarebbe stato giusto lasciarlo lì a poltrire sul suo divano mentre lei era fuori. Pete non se la prese più di tanto, cercò solo di far capire alla moglie quanto il loro cane fosse un ostacolo al suo riposo. Bess si diresse con una certa fretta verso la sua auto, accese il motore e partì. Non sarebbe stata di ritorno prima del pomeriggio, quindi pensò che avrebbe avuto tutto il tempo di fare le commissioni con calma e magari fermarsi a mangiare qualcosa a quel fast food all’angolo. Sperava di incontrare qualche amica lungo il tragitto, ma si imbattè solo in sconosciuti che trovavano divertente che Bess si guardasse continuamente intorno, come una straniera – il fatto è che da quelle parti di stranieri neanche a pagarli oro, soprattutto in questo periodo dell’anno. Quando arrivò al fast food, prima di poter gustare il suo panino preferito, compose il numero di casa per sentire se era tutto a posto. Ricordò a Pete di prendere le medicine, ma quel gran sornione, solo così lo immaginava la moglie – e in passato c’erano stati tanti motivi per crederlo – se n’era ricordato. Chiuse la telefonata con la solita lamentela. Ma non da rivolgere alla moglie, al cane o ai vicini, ma a quella maledetta televisione che non smetteva di sfarfallare.

Bess chiarì al marito che era solo una questione di antenna, angolazioni, e che magari ci avrebbe pensato lei al ritorno. Bess stava per rientrare a casa quando ricordò di aver dimenticato di mettere il cibo al cane. Aprì la porta di casa e si ritrovò il marito sull’uscio… Pete pronunciò le fatidiche parole: “credo che tu abbia dimenticato”, aggiunse poi, di mettere il cibo al cane. Bess rise in cuor suo. Conosceva troppo bene quella quotidianità, fatta di parole e gesti mancati, ma anche di rimproveri superflui e attese vane. Pete proprio non riusciva a capire – in quel momento della sua vita – in che modo desiderava che la moglie si relazionasse con lui.

D’altro canto, Bess è colei che ama spendersi per l’uomo che l’ha vista maturare e invecchiare in quella casa.

Pete ricordò, mentre era fuori per prendere la scala,  che non sarebbe mai stato più sereno di così; era riuscito finalmente a ricordare ciò che lo turbava da quando la mattina Bess era uscita di casa. Posizionò la scala, sali sul terrazzo e raddrizzò l’antenna.

Era riuscito in qualcosa, pensò.

Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Interessante il modo in cui hai “dipinto” i due personaggi, che assumono quindi una dimensione. C’è un “a capo” che forse ti è sfuggito, nulla che non si possa correggere 😉