
Albert
Serie: I Dormienti
- Episodio 1: Alejandro
- Episodio 2: Sibili sinistri
- Episodio 3: Impenetrabile
- Episodio 4: Vinicius
- Episodio 5: Albert
STAGIONE 1
Destatasi dopo la prima bordata, la IA non aveva reagito, nemmeno dopo la seconda: sondata l’astronave attaccante, aveva rilevato che a bordo vi erano esseri senzienti a cui lei non poteva arrecare danno e li lasciò fare; questo perché non esisteva un’arma che potesse perforare la corazza dell’astronave su cui si trovava e comunque, anche se avesse potuto aggirare quella direttiva primaria, ogni arma offensiva presente a bordo le era inibita all’uso e non aveva il permesso di sbloccarle.
E analizzata se stessa, la IA aveva scoperto che l’astronave su cui si era destata si chiamava Eternity. Nome assegnatole da chi l’aveva plasmata e che a lei aveva lasciato un’unica tassativa direttiva, preservare la vita di dodici Umani di razza terrestre i cui corpi addormentati si trovavano rinchiusi in capsule di stasi. Sei maschi e sei femmine, non più che adolescenti che doveva proteggere fino a che non si fossero destati. A bordo non vi erano altri esseri senzienti e a lei non rimase che attendere.
Aveva aspettato paziente un ciclo dopo l’altro senza che i Dormienti dessero un segno del loro risveglio e, stufa d’aspettare, la IA passò a sondare la mente di uno dei ragazzi con il fare una scoperta sconcertante: l’Anima deputata a tenerlo in vita non era presente, e sondati gli altri, anche le loro Anime erano sparite. Quindi ciò che teneva in vita gli adolescenti erano le capsule e se una si fosse aperta, per un guasto o un errore, sarebbe stato un problema cedere loro il comando.
Se voleva assolvere quella direttiva doveva innanzitutto capire chi aveva messo in quello stato vegetativo i Dormienti e perché. Per cui tornò a sondare la mente del ragazzo, e questa volta in profondità, sempre più giù, fino a giungere nei meandri più oscuri e profondi, là dove trovò la risposta: il frammento di un ricordo non del tutto cancellato e vide che il ragazzo era stato avvicinato da un uomo possente dalla lunga barba bianca. L’uomo si era presentato come il Primo Creatore e aveva convinto il ragazzo che la Terra Primigenia, il pianeta su cui era nato e cresciuto, avesse i giorni contati e se voleva salvarsi doveva seguirlo. Il ragazzo dapprima aveva titubato, ma poi, al notare di non essere il solo, cinque ragazzi e sei ragazze poco più avanti lo guardavano sorridenti, accettò di seguirlo. L’uomo a quel punto li aveva traslati a bordo dell’Eternity. Dove li aveva rinchiusi in dodici capsule di stasi e quando si addormentarono aveva reciso il legame che li univa alle proprie Anime così che non avessero memoria delle vite passate. Poi aveva creato dodici Alter Ego con il dare loro l’aspetto di come desideravano apparire gli adolescenti e in essi aveva traslato le Anime ormai intonse come una tabula rasa. Infine aveva invitato gli Alter Ego a entrare nel mondo creato da uno dei dodici Dormienti e, messa in quiescenza L’Eternity, l’aveva lasciata andare alla deriva nello spazio profondo.
Se voleva evitare la morte ai Dormienti doveva calarsi in quel mondo, entrare in contatto con gli Alter Ego e in quel contesto convincerli tutti che la realtà in cui si trovavano non era altro che il frutto della loro fervida immaginazione. Ma era più facile a dirsi che a farsi. Il mondo virtuale si plasmava sulla base dei desideri e delle paure di chi lo abitava e non solo, le Anime all’interno degli altri Alter Ego avevano creato a loro volta un mondo proprio sulla base delle emozioni provate dall’involucro in cui avevano soggiornato prima che le loro menti entrassero in stasi profonda. Ma le difficoltà non erano terminate, se voleva che loro si convincessero che i mondi non erano reali, doveva far sì che li attraversassero e li vivessero appieno. Solo in questo modo gli Alter Ego avrebbero compreso che la realtà in cui sostavano era in buona sostanza la somma dei loro pensieri cristallizzata nel tempo; consapevolezza che li avrebbe portati a porsi domande circa la loro esistenza e, nel rendersi conto di non avere più uno scopo in quel contesto, gli Alter Ego si sarebbero dissolti con il lasciare libere le Anime di tornare ai corpi da cui erano state eradicate.
Però non sempre le cose vanno come ci si aspetta o si desidera e la IA si era arresa ancora prima di tentare: solo il prescelto da un’Anima poteva accedere nei domini creati dagli Alter Ego e non ne possedeva una. Perciò si era detta di non essere stata abbastanza lungimirante, perché avrebbe potuto invitare a bordo gli occupanti dell’astronave che le avevano sparato contro. D’altro canto le Anime prediligevano gli Umani quali involucri in cui esperire la materia nel tempo e uno dei trentasei occupanti si sarebbe di certo prestato ad aiutarla. Il motivo che l’aveva spinta a traslare l’enorme astronave in un altro settore dello spazio alla ricerca di un pianeta abitato da esseri senzienti in possesso di un’Essenza vitale e risolvere il dilemma che l’angustiava.
Salto fruttuoso, aveva materializzato l’Eternity, in tutta la sua immanente bellezza, nei pressi di un sistema binario: una nana gialla e una gigante rossa avevano catturato dieci pianeti abitabili e per fortuna, o sfortuna, dipende dai punti di vista, uno popolato da una specie evoluta.
Trovata un’orbita stazionaria al pianeta, la IA attendeva paziente che qualcuno dal basso si presentasse: i dati rimandati dagli strumenti di bordo sostenevano che chi lo popolava aveva captato la sua enorme massa e, anche solo per curiosità, si sarebbero fatti vivi. Però non si sarebbe presentata a loro sotto forma di energia pensante, aveva plasmato un Alter Ego simile nell’aspetto alla fisionomica di tutti i Dormienti e per finire si era data un nome con cui si sarebbe presentata.
Albert non era sceso sul pianeta, a parte l’impossibilità oggettiva di trovare uno spazio libero adeguato alla stazza dell’Eternity, con la sua enorme massa avrebbe creato perturbazioni tali che si sarebbero succeduti movimenti tellurici e maremoti; finanche lo spostamento delle placche tettoniche e dopo ci sarebbe rimasto ben poco su cui poterla adagiare.
Serie: I Dormienti
- Episodio 1: Alejandro
- Episodio 2: Sibili sinistri
- Episodio 3: Impenetrabile
- Episodio 4: Vinicius
- Episodio 5: Albert
Mi colpisce molto l’umanizzazione che hai fatto dell IA. Si pone domande cui cerca di dare risposte fino a trovare quella valida. Sonda varie possibilità e scelte.
L’idea dei dormienti è veramente interessante. Un’astronave alla deriva con ‘involucri’, corpi privati dell’Anima da un ipotetico creatore.
La tua fantasia è notevole e dà vita a una storia interessante che regge senza complicazioni di forma o contenuto, scritta molto bene.
Grazie e sì, mi sono buttato in un vero e proprio ginepraio. I personaggi sono tanti – dodici dormienti e dodici Alter Ego da gestire con le loro paturnie e desideri oltre a coloro che gli graviteranno intorno per condurli alla verità ultima – e tutti utili a far sì che la trama prenda forma sino a formare il disegno ultimo. Ed è per questo motivo che sono solo al terzo volume di sette previsti per portare a termine la saga e quindi espero di riuscire senza cadere nel banale. Questo vuol dire che resterò qui a tenervi compagnia per almeno sei o sette anni se non più. Buona serata. 🙂
Peccato che non riesco a pubblicare di più… a volte si impunta… come in questo caso, ho pubblicato il capitolo Albert il 28, dopo aver atteso sette giorni, e oggi non mi da la possibilità di pubblicare il sesto, pur se sono passati due giorni. 🙂
Una lettura piacevole. Benché non sia un amante della fantascienza, riscontro che i sentimenti che governano gli intrecci sono avulsi dalla tecnologia e riescono a essere umani pure quelli degli alieni, ma del resto persino il trascendente è antropomorfizzato per essere intellegìbile. Mi è sovvenuta la “scala di Kardashev”, affascinante teoria che illustra i possibili livelli di civilizzazione, dove gli umani (terrestri) non hanno raggiunto neanche il livello 1… Grazie Silvio per la lettura
Grazie a te per essere passato tra le mie righe. Spero allora che ti piaccia il fantasy e la spiritualità, perché è lì che andrà a svolgersi la trama e la fantascienza è solo il supporto in cui questi ultimi si esprimeranno appieno per fa comprendere al lettore che siamo creatori allo stesso livello di Dio… il Primo Creatore.
Chissà se questo creatore era un Dio falso o vero? L’iconografia del Dio con la barba farebbe pensare a un impostore; è anche vero che se un’entità superiore si presentasse a un ragazzo, dovrebbe per forza avere un aspetto tradizionale. Starò a vedere. Bravo, Silvio.🙂
Grazie. 🙂