Ritorno all’Elicona

Serie: Un destino (S)critto male


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Morfeo affrontava Atena, io le ambigue rivelazioni dell’Oracolo di Delfi… che confusione!

“La mia patria è Itaca. Là si leva il monte Neio,

alto, visibile da lontano; intorno abitano

molte isole, vicine le une alle altre,

Dulichio, Same e la boscosa Zacinto.

Itaca invece, giace com’è, è la più occidentale,

verso il mare oscuro, le altre sono al largo, verso l’Aurora e il sole.

È aspra, ma alleva figli valorosi.

Io non so vedere nulla di più dolce della propria patria.”

Canto IX Odissea

L’incontro con la Pizia non aveva chiarito i miei dubbi. Li aveva nutriti, come si alimenta un fuoco che brucia sotto la cenere. Aveva distrutto l’unica certezza che mi restava: essere una Musa. La più rivoluzionaria, forse, ma non meno creativa e poetica delle altre.

Affrontai il viaggio di ritorno in silenzio. Fu Clara a prendere la parola per prima, quando eravamo già da un’ora seduti sulla terrazza del Café Stani, davanti a tazze di caffè ormai fredde.

«Sono arrivata a una conclusione» disse, accavallando una gamba con l’aria di chi ha deciso di affrontare un dio a mani nude. «Che non bisognerebbe dare troppo credito agli oracoli: nei miti hanno sempre fatto più danno che bene.»

Hyun-woo sollevò lo sguardo dal suo taccuino. «Concordo. Potrebbe essere tutta una messinscena di Apollo, dobbiamo essere cauti.»

Sorrisi, senza convinzione. «Apollo non gioca. Non con le parole. In forma un po’ contorta, la Pizia ha detto quello che avrei dovuto intuire da sola. Le Muse non possono modificare il destino. Possono solo… ispirarlo. È un privilegio delle Moire.»

Hyun-woo tamburellò le dita sul tavolo. «C’è una terza possibilità… »

«Quale?»

«Che tu sia qualcosa di nuovo. Il “sogno” e la “parola” si sono uniti e hanno generato una nuova dea.»

Sollevai lo sguardo verso di lui. Aveva la capacità di far sentire tutti speciali, anche quando la realtà sembrava suggerire il contrario. Clara non poteva che innamorarsi di uno così.

Intervenne con la solita concretezza, come se fosse stata richiamata dai miei pensieri. «È inutile arrovellarci con pensieri che non portano a niente. Piano B. Parla con Calliope. Lei può chiarire i tuoi dubbi.»

«Non credo di essere pronta…­»

«Non lo sei mai! Su, andiamo. È ora che mi presenti quelle famose sorelle di cui parli come se fossero la tua condanna. È chiaro che non lo sono mai state, e hai ancora bisogno di loro.»

Solo lei sapeva leggere dentro il mio cuore.

«Va bene. Davanti a tanta saggezza anche Socrate si sarebbe inchinato» risposi ironica.

***

Il motore dell’auto ronzava piano, come una colonna sonora monotona imposta dal caso. Ogni curva sembrava accompagnare un pensiero, ogni tornante una domanda.

Guidavo lungo una strada secondaria che si inerpicava tra colline coperte di ulivi, un percorso che solo un figlio del luogo avrebbe potuto conoscere. Il paesaggio mutò gradualmente: le rocce severe di Delfi lasciarono il posto a dolci pendii verdi, e l’aria si fece più densa e fresca, profumata di terra bagnata e di pino.

Parcheggiammo ai margini di un bosco, dove un sentiero quasi invisibile si inoltrava verso l’interno. Il solo atto di mettere piede su di esso risvegliò in me echi del passato.

Il fruscio delle foglie non era più un semplice suono, ma un mormorio antico. La luce del sole che filtrava attraverso le chiome non era più solo luce, ma una polvere d’oro viva. Il profumo della terra non era più solo odore, ma memoria di un tempo in cui gli dèi camminavano tra gli uomini.

Qui la realtà umana cominciava a sfumare, a diventare più sottile, permettendo all’essenza divina del luogo di trasudare.

Il passaggio fu graduale tanto da non essere percepito da Clara e Hyun-woo.

Poi, la radura si aprì davanti ai nostri occhi.

La Valle delle Muse apparve come un sogno che lentamente prendeva forma. L’erba era di un verde intenso, punteggiata da fiori selvatici dai colori impossibili: il viola cobalto dell’aconito, il giallo oro dell’iperico. In lontananza, scorgevo il teatro, dove le mie sorelle solevano recitare i drammi più sublimi. E al centro, incorniciata da salici piangenti, la Fonte Ippocrene. Una cascata, le cui acque brillavano di una luce argentea.

Calliope era ferma sul margine della fonte, immobile. I suoi occhi erano già puntati su di me.

«Ti stavamo aspettando» esordì con voce materna. «Clara, Hyun-woo, siate i benvenuti nella nostra dimora.»

Con un cenno della mano ci invitò ad avanzare.

Oltrepassammo la cascata: dove un attimo prima c’era la roccia umida e il frastuono dell’acqua, ora si apriva un viale di platani antichissimi, i cui tronchi brillavano di una luce interna dorata. Le loro chiome formavano una volta di foglie verdi e d’oro, che stormivano una melodia ancestrale. Era il Sentiero dell’Ispirazione.

Clara trattenne il fiato. Hyun-woo strinse la sua mano di riflesso, ma proseguirono nonostante l’eccitazione.

La via portava alla Villa. Non era un vero tempio, ma più simile a una casa di campagna.

Le mie sorelle erano sedute sotto il portico e al nostro arrivo si volsero come un solo respiro. Mi guardarono. Alcune con curiosità, altre con un’affettuosa preoccupazione.

Fu Clio a spezzare il silenzio che ci separava. Emerse da una delle stanze laterali con in mano un rotolo di papiro che si scriveva da solo.

«In ritardo come al solito. Ti perdono solo perché ci hai portato in visita la tua amica. Morivo dalla voglia di conoscerla.»

Abbracciò Clara e Hyun-woo con la naturalezza di chi abbraccia una storia già scritta.

Calliope fece loro cenno di sedersi su una delle panche adiacenti al tavolo di pietra.

Talia fece tintinnare una coppa di vino e rise piano. «Finalmente!» esclamò, sollevando la coppa. «Clara, è un piacere rivederti. Hyun-woo… benvenuti nel nostro piccolo caos ispirato.»

Versò loro da bere e aggiunse con un sorriso sornione: «È vino di Nemea. Bevete, non temete. Calliope lo annacqua tanto che potete berlo anche voi mortali.»

Clara rise piano, mentre Hyun-woo chinò la testa in segno di ringraziamento.

«Hai parlato con l’Oracolo… com’è stato?» chiese Clio.

«Un’esperienza interessante» mormorai.

Raccontai tutto. Quando tacqui, Calliope posò la mano sulla mia fronte. Un’ondata di calore, di ricordi condivisi, di innumerevoli versi e storie creati insieme, mi investì. Anche la pietra che portavo al collo percepì l’onda di energia che mi stava trasmettendo. Tremava, come se riconoscesse parte di quel richiamo.

Serie: Un destino (S)critto male


Avete messo Mi Piace5 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. “Le loro chiome formavano una volta di foglie verdi e d’oro, che stormivano una melodia ancestrale. Era il Sentiero dell’Ispirazione.”

    Che belle descrizioni suggestive. Le tue parole trasportano in un mondo fantastico, come in un bel sogno.
    Sei davvero molto brava.

  2. “Qui la realtà umana cominciava a sfumare, a diventare più sottile, permettendo all’essenza divina del luogo di trasudare.”

    Non saprei commentare questa frase, solo applaudire.
    👏 👏 👏

  3. “Le mie sorelle erano sedute sotto il portico e al nostro arrivo si volsero come un solo respiro”
    Ogni volta che ti leggo e, soprattutto le parti dedicate alla storia ‘parallela’ delle divinità, ho la percezione di trovarmi in un’atmosfera sospesa. In qualcosa di lattiginoso che rallenta i movimenti e non permette di vedere in maniera nitida.
    Ammetto che è la parte del testo che preferisco. Bravissima ❤️

    1. In effetti è la parte più suggestiva anche se devo ammettere che mi diverto molto di più a immaginare Moirania nei giorni nostri. Descrivere il suo punto di vista, sottolineare le differenze tra il mondo antico e il nostro è una bella sfida. Alla fine il suo modo di affrontare le cose mi conquista.

    1. Non ho avuto il coraggio di tagliare le descrizioni. Ho riletto gli episodi delle stagioni precedenti, e mi sono resa conto che ho sacrificato spesso questo aspetto per dare spazio ai dialoghi. Nel prossimo episodio darò più spazio al dialogo tra i personaggi presenti in scena.

  4. Ciao Tiziana, ancora una volta ho i brividi❤️le tue descrizioni sono un viaggio sensoriale, trasmettono immagini, profumi ed emozioni; anche i dialoghi sono ottimi come sempre.
    Bellissimo questo ritorno a casa, con le parole di Clara che hanno colto nel segno. Moirania ha più che mai bisogno della sua famiglia.
    Sai cosa penso di questa storia, non posso che unirmi al commento di Roberto.
    Bravissima Tiziana!!

    1. Ciao Melania, sei la lettrice che tutti gli scrittori sognano. ❤
      Fai parte di un gruppetto che mi è tanto caro e, ogni volta che pubblico un episodio, spero di non deludere le vostre aspettative. Come ho scritto a Roberto, per il momento i vostri commenti sono un regalo prezioso.
      Un giorno mi piacerebbe tenere in mano la versione cartacea, ma per ora mi concentro sul terminare la storia e sul sistemare le correzioni che ho programmato

  5. Mi piace molto quando descrivi le ambientazioni, sono paesaggi che conosco bene e me li fai tornare alla mente con gioia. Spero vivamente, quando questa storia sarà finita, che tu riuscirai a mostrarla a più persone possibile e trarne il massimo, che non è altro se non quello che merita.