
Sara
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il piano – 1
- Episodio 2: Il piano – 2
- Episodio 3: Sabato 29 marzo
- Episodio 4: L’incontro con la madre
- Episodio 5: Il processo e il carcere
- Episodio 6: Mario
- Episodio 7: Lo scarafaggio
- Episodio 8: La proposta
- Episodio 9: La prova
- Episodio 10: Il concerto
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Quella notte, anche Mario era agitato e non riusciva a dormire; faceva molto caldo e aveva sete. Scese dalla branda, bevve un bicchiere d’acqua, si avvicinò alla finestra per prendere una boccata d’aria e respirò la notte, satura di odori molli e indefiniti. La cella non era mai buia; c’era sempre una luce soffusa e, riavvicinandosi alla scaletta del letto, notò che Nico, nonostante il caldo infernale, teneva le lenzuola strette tra le mani e tirate fino alle spalle. Le sue mani erano sempre più gonfie, la pelle era tesa e tendeva a spaccarsi, creando delle cicatrici. Mario gli toccò la fronte, pensando che l’amico avesse la febbre, e infatti era rovente. «Testun, domani mi senti» disse Mario tra sé e sé. Si rimise a letto pensando alle parole di Michele: “Qualcuno dovrebbe fargli capire che non può continuare così” e decise che il mattino dopo gli avrebbe parlato e lo avrebbe fatto ragionare.
“Però ci vorrebbe un aiuto concreto: offrire una soluzione. In certi casi, bisogna portare per mano una persona in difficoltà; è inutile dare solo buoni consigli” rimuginava Mario. Gli venne in mente che poteva far conoscere a Nico la sua giovane cognata: la sorella di sua moglie. Aveva più o meno l’età di Nico, era una ragazza carina, con un carattere forte, ma sensibile, in grado di capire il suo amico. Poteva consigliare alla moglie di farsi accompagnare dalla sorella per portargli la biancheria e, dopo, con la scusa di farsi aiutare a portare il pacco in cella, avrebbe chiesto a Nico di venire in parlatorio. “…poi, se son rose, fioriranno” pensò, e, sperando che tutto andasse a buon fine, si addormentò.
Intanto, Nico continuava a dormire e a sognare quella ragazza che voleva proteggerlo da un pericolo.
«Quelle ferite potrebbero infettarsi. Bisogna porvi rimedio, io posso farlo… conosco le erbe per guarirti.»
«E allora dimmi cosa devo fare e poi vai via.»
«No, potrebbe venirti la febbre… da solo non ce la faresti… io resto qui.»
«Va bene, va bene… ma quando starò meglio dovrai andare via.»
«D’accordo. Adesso dammi la tua armatura… mi serve per proteggermi dalle api, mi serve del miele e qui vicino c’è un favo.»
«Tieni, prendila.»
La ragazza indossò l’armatura e andò alla ricerca dei medicamenti.
Dopo un po’, ritornò con le erbe, il miele e dell’acqua. Leon tremava, aveva freddo; lei cominciò a curargli le mani, poi strappò dei pezzi di stoffa dal suo vestito e gliele fasciò.
«Raccolgo un po’ di foglie e preparo un giaciglio, così potrai riposare» disse. Lui annuì e sorrise.
«Vieni, è pronto, distenditi.»
Ormai si era fatto buio; Leon aveva la febbre e tremava sempre di più. Lei si distese accanto a lui e lo strinse a sé per dargli calore.
Il mattino dopo, Leon si svegliò. Non aveva più freddo. Vide che la ragazza si era addormentata sul suo petto, iniziò ad accarezzarle i capelli e la baciò sulla fronte; lei si svegliò e ricambiò il bacio, sfiorando le labbra di Leon con le sue.
«Questo non me l’aspettavo» disse Leon.
«Perché?»
«Perché la tua religione rinnega tutto ciò che è materiale.»
«No, non è così. Abitavo in quel villaggio perché erano i miei genitori ad avere quel credo. Io ho una mia religione: tutto ciò che non procura male, ma bene, è qualcosa che assomiglia a Dio. Quando ti ho baciato, sei stato bene o male?»
«Ho provato gioia.»
«Allora era qualcosa dettato da Dio; altrimenti sarebbe stato un atto voluto dal male, e io ti avrei chiesto perdono. Vedi? È semplice.»
«Qual è il tuo nome?» chiese Leon.
«Sara.»
«Io sono Leon.»
«Sara, come posso ringraziarti? Mi hai salvato la vita.»
«Anche tu hai salvato la mia.»
«Sì, ma sono stato io ad arrestarti.»
«Se non l’avessi fatto tu, l’avrebbero fatto altri. È l’Inquisizione che lo vuole.»
Leon e Sara vissero per più di un anno, spostandosi senza una meta e nutrendosi di ciò che offriva la natura. Si amavano molto; erano diventati indispensabili l’uno per l’altra. Tra loro non c’era ombra di prevalicazione o sottomissione. Il loro amore li aveva liberati da tutti i dettami della religione e della società.
Mario si svegliò che erano già le nove del mattino; Michele e Tonio erano nel corridoio. Nella notte aveva sentito Nico che si agitava nel sonno ed era preoccupato. Poi si accorse che l’amico era sveglio, si sporse dal letto e, guardando in basso, chiese: «Come vanno le mani?»
«Non mi fanno più male» disse Nico, con un sorriso che restò stampato sul viso anche dopo aver risposto.
«Che succede? Perché sorridi?»
«Ho sognato Sara.»
«Chi è Sara?»
«Lei… la ragazza che chiedeva l’elemosina.»
«Non hai mai detto che sapevi come si chiamava.»
«Infatti, non lo sapevo.»
«E adesso come fai a saperlo?»
«Me l’ha detto lei… stanotte… anzi, era giorno ed eravamo in un bosco… lei mi curava le mani con delle erbe e il miele… pensa, con il miele» disse Nico ridendo. Poi aggiunse: «Era preoccupata per quelle ferite che avevo sulle mani».
Mario saltò giù dal letto e si sedette accanto a Nico, che era ancora disteso e coperto dalle lenzuola. Era preoccupato; non aveva mai visto Nico così. Gli poggiò una mano sulla fronte per sentire se avesse la febbre.
«Ma che fai? Sto bene» disse ridendo Nico e afferrò la mano di Mario con le sue.
Mario guardò le mani dell’amico e restò impietrito: «U’ Signur…»
«Che c’è, Mario?»
«Le mani, le tue mani.»
Nico abbassò lo sguardo e vide che le sue mani erano ritornate magre come le aveva sempre avute. Completamente guarite.
«Vedi? Te l’ho detto che lei mi ha curato.»
«Nico, ti prego, ritorna in te; era solo un sogno… ti facevano male le mani… e il dolore ti ha fatto immaginare tutto… un po’ come quando si ha sete e si sogna di bere una bella birra fredda.»
«Sì, ma quando ti svegli non hai una bottiglia vuota tra le mani… e hai ancora sete.»
«Nico, io non so cosa ti è successo alle mani, ma di certo non è stata quella ragazza a guarirti.»
«Tu pensi che sono impazzito, vero?»
Mario restò a testa china e non rispose.
«E se anche è così, se questa è l’unica soluzione per farmi stare bene, io voglio essere pazzo… in fondo non faccio male a nessuno.»
Serie: IL TRENO DELLE ANIME
- Episodio 1: Il sogno
- Episodio 2: Sara
- Episodio 3: Il Santo Graal
- Episodio 4: Michele
- Episodio 5: Il professore
Sogno oppure no, Nico ha trovato il suo sollievo, il suo piccolo posto felice. (È una cosa che in fondo, forse facciamo un pò tutti…) Chissà in cosa si trasformerà questo sogno, dove ci porterà, Nico è guarito dopo aver sognato la ragazza e questo è segno di un qualcosa che si deve rivelare…
Si, infatti. Grazie di aver letto e commentato.
“«E se anche è così, se questa è l’unica soluzione per farmi stare bene, io voglio essere pazzo”
bellissima
Grazie Dea❤️
Eh no, caro Mario, non era solo un sogno, non credo proprio! Bellissimo episodio, brava Concetta❤️
Eh si, forse c’è molto altro da scoprire. Grazie Arianna❤️
L’altra vita, quella nel sogno, che magari è quella vera, chissà. Bello che Nico ritrovi un po’ di gioia.
Grazie Giuseppe per il tuo commento. Si, il sogno per ritrovare la ragazza da lui amata. Chissà se sarà la soluzione, per Nico?
Il brano che hai condiviso è molto ben scritto, denso di significato e ricco di atmosfera.
Grazie Rocco, per questo tuo commento. Sono contenta.