Scacciafoglie

Lui viveva nell’aria, combatteva nell’aria, era questa la sua dimensione di appartenenza.

Scacciafoglie di nome, cavalcava le correnti del vento e si divertiva a far scoppiare le tempeste, o che fossero burrasche di mare se non tormente di neve in base a quale parte di terra sorvolava.

Si muoveva nei mulinelli di foglie secche, raggiungeva le nuvole in poco tempo, eppure la sua vita, a dire degli altri perfetta, aveva un baco.

La cicatrice.

Se l’era fatta combattendo dei demoni di fuoco, quando ancora adoperava la spada e non il tridente che adesso impugnava.

La cicatrice lo faceva soffrire e, ogni volta, bestemmiava chiedendosi quando avrebbe avuto fine quel dolore.

In quel momento stava filando sopra la terra e sopra il mare, e vide dei demoni di fuoco che erano sbucati da un vulcano al limite del pianeta.

I demoni di fuoco lo puntarono con occhi di cenere.

Scacciafoglie si preparò ad affrontarli. Non indietreggerò mai, si disse.

Gli avversari di un tempo e di sempre gli furono addosso e lui li accolse con il tridente. Gli bastò palleggiarlo in avanti e si scatenarono delle raffiche di tempesta che scompaginarono lo schieramento nemico, molti di loro finirono per cabrare e furono ridotti in scintille. Quelli che seguirono, circondarono Scacciafoglie e tentarono di colpirlo da più lati, ma lui non si arrese, li combatté con urla indemoniate.

Indemoniate.

Lui.

I demoni persero la spinta iniziale e si confusero fra le nuvole, dove ahi per loro l’umidità li spense.

Scacciafoglie pensò di aver vinto, ma dal vulcano al limite del pianeta uscì un gigante. Il colosso, una figura umana di fuoco, si diresse verso di lui a passo pesante, e dove appoggiava i piedi, il mare evaporava in vampate di vapore.

Scacciafoglie non si fece intimorire, lanciò nuove raffiche sul gigante, ma lui resisté, e quindi Scacciafoglie gli fu addosso, gli girò intorno al cranio soffiando con forza e agitando il tridente con cui lo trafisse alla testa, e se all’inizio il gigante reagì con delle urla che nemmeno la più potente delle burrasche, l’essere si sgolò in quello che terminò in un rantolo e cadde lungo riverso in mare.

La caduta provocò una brusca evaporazione dell’acqua e ci furono ondate anomale che si ripercossero sull’aria in cui viveva Scacciafoglie e lui stesso cadde preda dell’evento, venne sballottato da ogni lato e, quando si ritrovò sull’isola del vulcano, non aveva ormai più nessuna cicatrice che gli provocava dolore.

Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

    1. Ah, cavoli, prima lettura velocissima! Grazie.
      E dire che non ho più voglia di scrivere, né continuare a vivere, c’è una storia che non mi dà pace e vorrei tanto farla finita, ma non ce la faccio

      1. Scacciafoglie combatte e non si dà per vinto anche se soffre. Sembra che non sia un’opzione arrendersi. Tutti abbiamo delle cicatrici, ma alcune non guariscono e ce le portiamo appresso. Lotta anche tu!