
Seseke
Serie: F Y O U M A E
- Episodio 1: Seseke
STAGIONE 1
La scatola nera del qui presente\assente TACH-16 cerca di proiettare immagini positive, dall’effetto placebo, per placare l’ansia e l’adrenalina del Viaggio. Sento di vivere un nuovo periodo di transizione. Ho bisogno che succeda qualcosa.
Imbocco il percorso ascendente delle scale pensando che solo Dio, forse, sa’ quando morirò. Questa è l’unica previsione di vita che possiede nei miei confronti. Nel mezzo, per dirla come il dottor Qbukhov, ci sono solo Io e il mio Corpo che non possiede un Senso, per questo ho deciso di buttarlo nell’Azione. Questa è l’analisi compiuta del mio ego.
I raggi di luce fioca e lattea mi avvolgono come fili di platino producendo una ricaduta benefica nei miei confronti, una sensazione di benessere simile ad un’illuminazione zenitale. Mi dirigo verso le scale sentendo di aver compiuto un vero atto di Libertà, diverso dagli altri viaggi che ho fatto.
Le lampade a sospensione vanno in blackout.
L’aria paludosa e brulla di Jaipeng, modificata dalla pioggia che ora è diventata una tempesta tropicale, fa precipitare l’intero blocco in un buco nero. La vaga luminosità nell’ostello è data dal chiarore lunare che illumina le scale di legno polverose e logorate dalle infiltrazioni di pioggia che sgocciolano dal soffitto. Salgo gli scalini di legno irregolari e stondati con un drammatico senso di stanchezza, accendendo una torcia col mio braccialetto magnetico.
Un vecchio asiatico spunta all’improvviso dall’oscurità di un mezzanino. «Farang, Seseke chiede se tu avere mai dormito in una scatola di fiammiferi», mi chiede.
«No».
Il vecchio fa una piccola danza. La sua faccia, nel buio sepolcrale, sembra fatta di segatura colorata e puzza di barbone. «Straniero, Seseke chiede se tu avere mai visto pioggia cadere al contrario.»
«No!»
Mi gratto gli occhi, sempre più stanchi. La mia testa si sta addormentando, mentre comanda al corpo di muoversi come uno zombi verso il prossimo, ombroso gradino chiaroscurale.
Saluto il vecchio, folle Seseke e salgo al Secondo Piano pensando che il tempo passa, la testa cambia, cambia tutto, tempo dopo tempo ci sono soffiate nuove, l’organismo fa fatica ad abituarsi alla Continua Evoluzione, al Mind-Orgasm di tutte le scoperte che ci attendono dietro l’angolo, per questo siamo tutti scassati, malfunzionanti come i robot di Vecchia Generazione, viviamo una Vita Contemplativa sprecando Tempo ad analizzare le nostre Foto Sbiadite, due giorni fa per dirne una eri un Fallito e nessuno ti voleva, oggi ti ritrovi a socializzare per la terza volta consecutiva, una volta ti stavi a domandare a cos’era andato storto nella tua vita mentre oggi ti ritrovi dall’altra parte del mondo con gente che ti circonda e se la ride con te, tempo dopo tempo tutto cambia in un congegno che noi Umani Policristallini non capiremo mai, ed è giusto così, ma quello che dobbiamo fare è sintonizzarsi nel Presente come fanno i robot, mixare una Colonna Sonora che si adatti alla scena (nel mio caso, regna il brano Io sto Bene dei CCCP) e poi accendere una Speranza e sorridere di fronte a delle oscure e inquietanti scale di merda che ci conducono nelle fogne della Metropoli, pensando a quando il telefono esplodeva di chiamate e quando ti sei accorto che il tuo migliore amico viveva nelle tue mutande, pensando a quando ti sei accorto che fare il riccone mangiando caviale era una stronzata inutile alla vita e a quando ti sei accorto che ti riscaldi le ossa di notte se bevi una zuppa piccante, non ti era mai passato neanche per la testa che tutto questo è l’Anticamera della Vita, quando eri morto e ti sentivi Solo e nessuno ti ascoltava e non smettevi di piangere nella Solitudine del tuo Angolo di Meditazione e sebbene il Blackout ti giovava allo Spirito in quanto formulavi Viaggi Astratti ti sei accorto che il tuo corpo soffriva, s’indolenziva, logorato dall’Ultranoia e dalle tue stesse falangi, e quando ti sei affacciato sulla Metropoli di notte dopo aver coperto un’aliena a pagamento ti sei accorto che tutto è veloce, che il tempo passa, e quando eri brillo ti sei accorto di essere un po’ stupido e reazionario ma alla fine cosa importa, un bel niente, niente esiste, la tua testa in ciò-che-è-rimasto-della-Natura che respira aria pulita, il vento caldo della metropolitana che ti sbuffa in faccia, tutto quanto entra nel tuo corpo alterato dalla Soddisfazione del Viaggio come un qualcosa che non avevi mai sperimentato e ti rendi conto di essere Vergine a tutto e prima ti sentivi grande, un fico, per aver intrapreso una Grande Azione e ora ti accorgi che sei una Caccola Agrumata che non vale nulla e devi conoscere miliardi di cose ed è per questo che eri sempre spiazzato quando cadevi nell’Ultranoia, non sapevi cosa fare, non ti andava di fare niente solo annebbiarti il corpo con l’Extra Tea e ti veniva da attaccarti alle casse del tuo stereo e farti sfondare le orecchie con i Sex Pistols perché non avevi voglia di Vivere, di Esistere, sebbene esistessero ancora così tante cose da Vivere, da spaccare e forse non lo sapevi ma il Tempo non è corruttibile, se ne frega di tutto e passa come un’astronave modificata della Polizia, pare che Tu non abbia tempo per i rimpianti quindi cerca di sfruttare il Presente del Viaggio per Fare Qualcosa e se non lo fai sei Morto Dentro, non avrai Rispetto di Te Stesso ed eviterai di notare che nelle piccole dimensioni si trovano grandi piaceri di Libertà, negli occhi realizzi che puoi Scappare e lo vuoi, puoi, quindi beviti un po’ della tua stessa Paura e dì a te stesso Non lo so, Non m’importa, è il destino questo se ancora non l’hai capito, ti dirà se devi stare nel paradiso o vivere male, non sei tu che decidi, ti rendi conto, non sei niente, tutto quello che fai è gia stato fatto, Tach-16: la stessa dimensione in cui vivi il Viaggio è in Crescita, Espansione, Distruzione, Dilatazione, Sottrazione, Arricchimento, Nutrimento, Spolpamento, Rinfrescamento, Invecchiamento, la stessa dimensione della mia vita, in cui io vivo il Viaggio è cosparsa di Paura, Gioia, Dolore, Bellezza, Scoperta, Cattiveria, Gentilezza, Odori, Putrescenza, Profumi, Fiori, Capelli, Occhi, Strade e Marciapiedi ed io non me la sento di trattare questa materia come semplicistica perché in parte si deve tornare anche all’origini della mia voglia di viaggiare, il motivo imprigionante per cui devo uscire dalla mia dimensione, del fatto che sono una spugna e che se non scaricavo i miei pensieri, le mie analisi, le mie Ansie e Paure ci rimuginavo troppo e stavo male, e per questi motivi ho iniziato a viaggiare sognando di essere Altrove, perché la stessa dimensione del mio Spirito era una spugna che assorbiva il 100% delle cose, il Terrore, le Risate, le Minacce, la Violenza, la Cattiveria, gli Stranieri, i Familiari, gli Animali, il Tempo, le Montagne in lontananza, i Libri che devo leggere, il grande Viaggio che sto leggendo e che più di altre cose mi sta influenzato nell’apertura mentale, fisica e creativa, ma con logica e senso, unire i punti, talvolta vicinissimi, è una delle esperienze più complesse della vita, renderlo nel Presente è possibile, cercando di fidelizzare al massimo l’esperienza reale del Viaggio, anche se impossibile, ma le lacune si colmano con il materiale dei Sogni, quindi raccolgo carne e ossa e mi dirigo ai piani superiori, sorpasso un paio di robot tossicodipendenti, faccio loro un cenno di saluto mentre li vedo fumare crack dalla carta stagnola e inizio la mia serata.
Serie: F Y O U M A E
- Episodio 1: Seseke
Dov’è il libro? Quando esce? Io lo volevo rileggere tutto. Continuo a ricordare diversi episodi, che si sovrappongono nella mia mente a Neal Stephenson e William Gibson, con tracce allucinogene di P.K. Dick e… oh beh. Altro.
Quando, quindi?
Un abbraccio
Ciao G., grazie per le citazioni di autori che mi rendono orgoglioso… Il mio libro uscirà verso Maggio, credo…
Ci ho girato attorno per giorni e rileggendo più volte e alla fine ci sono approdata. Stile incredibile e disturbante come sicuramente lo hai pensato e progettato. Una corsa su per le scale che lascia senza fiato con i pensieri che corrono. Concordo con altro commento che questo sia un blackout, parola migliore non saprei trovarla. La mente che si cancella e si azzera proprio nel momento in cui è maggiormente produttiva. Ogni tanto ci si attacca al corrimano e si fa un gradino in più di questa splendida salita. Cosa ci aspetta adesso? Confermo quello che ti ho già detto. Sei il mio best read 2023. Bravissimo D.
Ciao C grazie, e grazie per seguire il Quadro di Fyoumae su Insta: sono previsti 84 episodi per il momento
“del fatto che sono una spugna e che se non scaricavo i miei pensieri, le mie analisi, le mie Ansie e Paure ci rimuginavo troppo e stavo male, e per questi motivi ho iniziato a viaggiare sognando di essere Altrove”
Ecco, appunto
Che bomba David! Ci vedo dell’autobiografico eh, smentiscimi se mi sbaglio, ma FYOUMAE sta uscendo davvero un bel progetto.
Ciao MG grazie per il feedback, era partito come un progetto-quadro ma ora lo sto scrivendo (ps su insta puoi seguire pezzo per pezzo la realizzazione del quadro, che scorre di pari passo ai racconti, per ora è praticamente vuoto)
Allora: geniale. La seconda parte ci trascina in una corsa a perdifiato, e corriamo talmente rapidi che i contorni delle cose che vediamo intorno a noi si sfuocano, è come una lunghissima galoppata-climax che prima o poi ci porterà all’orgasmo intellettuale; arriverà, lo sappiamo ma temiamo che questa volta non succeda. Ma poi succede, anche se non siamo del tutto sicuri di come sia successo.
I racconti di questa serie sono molto musicali, e ognuno mi ha fatto risuonare un diverso brano nella testa, che ho condiviso nei commenti. Qui, nella seconda parte mi rendi davvero la vita facile, stiamo chiaramente parlando del Capriccio per violino n.1 in Mi maggiore di Paganini. Direi nella geniale interpretazione di Accardo, eccola qui https://open.spotify.com/track/6cSZhQfKua9Z3YubJOYWaK?si=8cb2f66a9462451b
Ma comunque anche Io sto bene dei CCCP ci sta bene, soprattutto per la prima parte.
Ho ascoltato il brano e se fosse una scena starebbe benissimo nel passaggio delle scale, o nel momento di Mind-storming, grazie perché altrimenti il racconto avrebbe solo sfumature punk… ti ringrazio per il commento, il trasferirmi in una casa nuova mi ha permesso di rivedere e aprire vecchi scatoloni con roba che avevo scritto anche a 12, 16, 19 anni…. ho rielaborato diversi pensieri e nel farlo ho elaborato anche il tema del Tempo come Cerchio e non consenquenzialità… per ora siamo nell’intro, delicato, del protagonista che parte molto fragile, ti ringrazio tantissimo per aver colto la sfumatura di disagio e gioia mentale, è stata scritta per sottolineare la confusione iniziale del personaggio… ciao N!
“Io sto Bene dei CCCP”
Ottima ambientazione sonora per questo episodio !
E’ la seconda volta che lo dico nella mia Vita (la prima fu con Ginevra, una mia ex, più di 10 anni fa) ma continuo a pensare che Giovanni Lindo Ferretti sia il mio Italiano Preferito (ti sorprenderai del secondo, spoiler: Lapo Elkann)
“qui presente\assente TACH-16”
👏
C’è anche del Fahrenheit 451, da queste parti
Mi hai colpito, ho visto di recente il film con una mia cara amica. Ti batto non il 5 ma il 10 volante.
Ciao ❣️
Wow non so da dove iniziare … ho riletto l’episodio sei volte per paura di perdere qualcosa, perché sia per stile che per linguaggio, è un testo molto complesso … ho letto nei commenti che hanno citato il preciso stile che hai usato, non posso esprimermi in merito a questo perché purtroppo ho carenza di conoscenze, ma posso dire che c’è una cura maniacale nella scelta di ogni singola parola al fine di arrivare come una lama e delineare perfettamente le emozioni del protagonista. Leggere queste parole è stato un po come ricevere mille schiaffi, cinquecento per guancia.
Complimenti davvero provo tanta ammirazione ❣️❣️❣️
Ti ringrazio davvero per il commento che rende bene l’idea, mi fa piacere che questo passaggio abbia avuto un effetto “conativo” su di te, quello di scuoterti, prenderti metaforicamente a schiaffi (tanto volte l’effetto conativo che procuravo era di vomito, me lo hanno proprio detto)… sai penso sempre che se metti un pezzetto di te il racconto può suonare meglio, anche se imperfetto… grazie per esserti fermata
Ciao David. Tre considerazioni molto brevi:
1) Complimenti per lo stile curatissimo;
2) piu` che originale, direi unico nel
tuo genere;
3) olistico, nel senso che i contenuti
del racconto includono elementi.
della sfera mentale: razionale e
irrazionale, di quella fisica,
corporale e – non di meno –
spirituale.
Apprezzo molto soprattutto quest’ ultimo aspetto, anche se mi sento un po’ disorientata, a tratti, quando non riesco a cogliere esattamente il senso della frase e ho come l’ impressione di leggere parole deliranti.
Nonostante questo mio problema continuero` a seguire questa tua serie, ringraziandoti con sincerita`perche` fai “sgobbare” i miei neuroni, creando, magari, qualche nuova sinapsi e una maggiore plasticita` neuronale.
Ciao, a presto.
Ciao LM grazie per il commento specifico che, come al solito, mi aiuta molto. Anche la definizione di “delirio” non è lontana dall’interpretazione del testo (testo che io riesco ad interpretare sempre dopo averlo scritto, mai prima), ma il tuo commento mi fa pensare che effettivamente il protagonista è andato via dal suo paese, si trova in un punto di passaggio verso un altro posto, e forse usa questo posto di passaggio per “scaricare, downloadare” la sua mente, come per liberarsi prima di approdare alla sua isola. grazie, io pure devo leggere i tuoi e altri racconti, sono un pochino indietro ma domani torno sul mio passo, ciao
Concordo pienamente con @GiuliaGS94 , ci troviamo di fronte a uno stile joyciano. Chi ha avuto l’ardire di leggere le pagine dell’Ulisse sa bene di che difficoltà stiamo parlando, viaggiamo ai massimi livelli. Il flusso di coscienza è ben visibile, ancorchè fatto proprio dall’autore.
E non è una lettura semplice, diciamocelo. Ma qui ravvedo una estrema bravura nel far emergere una trama a tratti “quotidiana” in cui riconoscerci. Ecco, forse l’elemento più intrigante, e al contempo così caratteristico, è riuscire a tenerci legati a ciò che conosciamo straniandoci con quello che potremmo a malapena immaginare, che ne rappresenta un pallido ma riconoscibile riflesso. Nel precedente episodio, l’incanto del presente, almeno per quanto mi riguarda, sono state le citazioni letterarie, musicali, perfino i riferimenti pittorici.
Un’alienazione molto ben costruita e mimetizzata sotto strati hi-tech. Ma davvero siamo così lontani da questo?
Voglio spingermi più in là e considerare l’autore un nuovo Deckard, perchè so, perchè sento che presto apparirà l’incantevole Rachael. Anche un mondo artificiale ha bisogno dei suoi battiti pop.
Un livello di gran lunga superiore all’ordinario.
Ciao Robert, grazie mille, come spesso accade quando si cerca di scrivere roba un po sperimentale rispetto all’usuale, il filo che separa un’idea interessante da una cazzata è sempre molto labile, mi muovo su questo sentiero, più per divertimento da scrittore che altro (più scrivi, più è fico importi regoli e giochi a te stesso, tipo: non usare mai avverbi; non svelerò mai il nome del protagonista, ecc…) aldilà di questo ti ringrazio davvero per il commento e per aver letto, cercherò di fare roba diversa ogni episodio, spero che tu possa leggere, come io riprenderò le letture su open molto presto, grazie ancora, ciao!
E’ un blackout nel vero senso della parola, questo racconto. Prima il blackout dell’ostello, poi quello del protagonista, che forse per la prima volta lascia andare il suo FYOUMAE emotivo, che combatte per la sua libertà nel passaggio che porta dalla reception al secondo piano, dove si trova la sua stanza. E’ un delirio folle, umano, controllato, a tratti geniale come la Vita. Mi piace la tua narrativa, capace di ficcare l’intero mondo in un attimo. Per le atmosfere che stai creando mi ricordi il film “Everything, everywhere all At once”: strano, caotico, divertente. Il flusso emotivo della seconda parte, un piano sequenza senza punti, mi ha ricordato Joyce quando descrive due giorni della sua vita in 1000 pagine. Per favore, cerca di non essere il mio scrittore preferito.
posso solo che ringraziarti, davvero, in questo momento non mi vedi ma sto unendo le mani col capo chino in un profondo e solenne gesto di ringraziamento