Signore

Il giovane prete era assorto nei suoi pensieri, seduto su una panca della sua Chiesa. Non riusciva a non pensare a quello che era successo la mattina, in prefettura. Era andato lì a denunciare fatti gravissimi, tragedie inaudite, il prezzo di sangue che una intera popolazione paga perché un manipolo di stupidi delinquenti, per trenta denari, ha deciso di avvelenare la propria terra, tristemente nota come ‘’terra dei fuochi’’.

Era andato a denunciare la morte di uomini, donne e anche bambini, perché le sostanze tossiche non fanno distinzioni. Dinanzi a questo orrore tutto si sarebbe aspettato tranne che essere attaccato per aver chiamato semplicemente “Signore” il Prefetto di zona.

Stava così, avvilito, chinato in avanti con la testa tra le mani quando sentì una voce: “Don Luca!”. Si guardò intorno ma non vide nessuno. Pensò ad uno scherzo.

«Don Luca, guarda in alto». Don Luca allora volse lo sguardo su e scorse la statua di Gesù che, animata, gli rivolgeva la parola come nei film di Don Camillo.

«Tu, Signore!».

«Ma allora sei proprio duro, di coccio”.

«Perché? ».

«Ma ti sembra il caso di chiamarmi Signore dopo quello che è successo. Penso di avere diritto almeno a un Signore Onnipotente”. “Dottore Onnipotente” o “Sua Eccellenza” non mi sembra il caso. Ci devo pensare un altro po’»

«Ma io ti ho sempre chiamato Signore».

«E hai sempre sbagliato. Ma adesso basta. Un po’ di rispetto per le autorità, per cortesia. E’ anche colpa di Gennaro che dà troppa confidenza».

«Ma ti chiamano Signore dovunque, mica solo a Napoli».

«Si. Ma qui, come dire, con più disinvoltura. E poi chi ti ha autorizzato a questo tu? ».

«Devo passare al Voi o al Lei? »

«Mi sembra di cogliere dell’ironia. Pure questo adesso. Ma dimmi un po’, se tu venissi ricevuto dal Papa, a parte il fatto che non lo chiameresti Signor Papa, ma gli daresti del tu? »

«Ovviamente no».

«E allora perché dai del tu a me, che in effetti sarei il Titolare».

«Vabbè, se lo dite lei». A Don Luca proprio non riusciva.

«Adesso non fare il cretino, per cortesia».

«Ma allora, veramente non ho mai capito niente» pensò stupefatto.

Fu in quel momento che sentì su di sé un abbraccio. Alzò la testa e fu illuminato da un sorriso giocoso e insieme tenero.

Poi si svegliò.

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