
SILENZIO INTERIORE
Un uomo eccessivamente razionale, prigioniero del suo schema culturale, persiste nell’essere confinato nel proprio modo di pensare nonostante gli sforzi dell’amico Giova. Quest’ultimo cerca incessantemente di spingerlo oltre i confini della sua ignoranza, ma Andrè ritorna costantemente al suo punto di partenza, intrappolato nel guscio del suo pensiero. Non riesce a superare il limite di se stesso, imprigionato da una vita nel ghetto.
Giova suggerisce ad Andrè di adottare il silenzio interiore come unico modo per sconfiggere l’energia che lo tiene in catene. Tuttavia, Andrè non trova la forza di abbandonare la sua mente chiacchierona, e quando cerca il silenzio, l’input della coscienza terrena lo intrappola nuovamente nella sua ipnosi quotidiana.
Ignaro delle forze extraterrestri che lo influenzano, Andrè si arrende ripetutamente al suo guscio, collegato a un essere superiore maligno che gli sottrae l’energia, rendendolo inconsapevolmente una preda e uno schiavo di se stesso.
Giova, consapevole che aiutare chi non vuole aiutarsi è inutile, sostiene che individui come Andrè possono evitare di concentrarsi su una dimensione diversa. Sebbene sembri speciale, questa abilità non è innata, ma una via che si percorre con volontà e sacrificio. Andrè percepisce questo impegno come un lavoro nelle caverne, un modo per sfuggire alla schiavitù del sistema e proteggere l’anima dalla sua ipnotica debolezza.
Giova introduce ad Andrè il concetto di “Intento” ma quest’ultimo, sconosciuto a questa chiave, cade in crisi pensando di doverla acquistare o ricevere da qualcun altro. A questo punto, Giova si rifiuta di aiutarlo ulteriormente e gli consiglia di cercare consiglio nella morte.
Nonostante il nobile tentativo di Giova, Andrè ritiene il consiglio inadatto, pensando: “Tanto devo morire, tanto vale”. Giova si arrende, convinto che Andrè sia già morto senza rendersene conto, contattando le onoranze funebri e prenotando una cassa da morto per uno che vive.
Ricevendo l’oculo di legno a casa, Andrè inizia un’esperienza su consiglio di Giova: “Dormi nella cassa e fai finta di essere morto”. Dopo tredici giorni, il sistema raccoglie fiori di crisantemo. Iniziando a desiderare di vivere mentre riflette sulla morte, Andrè sviluppa un’intenzione al di fuori dell’ordinario. Il suo corpo energetico esce dal corpo durante questa esperienza, liberandolo dal guscio.
Osservandosi dall’esterno e vedendo il suo corpo fisico nella cassa da morto, Andrè si convince che la morte non esista e che il corpo fisico sia solo un veicolo. Al risveglio, si trova di fronte a un bivio: la vita “Da morto” con il corpo fisico a destra, e la vita “Da vivo” con il corpo energetico a sinistra.
Andrè esce quella mattina per andare al lavoro, ma la sua percezione è diversa: non si sente né vivo né morto. Un equilibrio sorprendente lo afferra, e il tempo sul muletto scorre via come se non esistesse. Andrè nota che i suoi colleghi sono gli stessi, ma lui ha subito un cambiamento energetico che lo rende invisibile o inattaccabile.
Cambiando la prospettiva sulla vita terrena, Andrè inverte la fase da “Tanto devo morire” a “Tanto vale vivere”. I giorni successivi lo vedono acquisire una nuova mentalità, appassionandosi alle piccole cose e apprezzando ogni giorno come un’opportunità unica. Giova riconosce la trasformazione e lo esorta a sfruttare la libertà del corpo energetico per trovare nuove avventure senza catene o indugi.
Andrè, libero dal loop mentale grazie al silenzio interiore, si trasforma da chiacchierone a osservatore. La vita, secondo Giova, si conquista con il silenzio, non con parole vuote.
In questa nuova fase, Andrè abbraccia la sua unicità, vivendo ogni giorno come un’avventura senza paura del domani. La sua trasformazione interiore, alimentata dall’intento e dal silenzio, gli apre le porte a una vita autentica e senza limiti.
G.T.
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Amore
Mi ha fatto pensare a una frase di Emil Cioran “Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l’idea del suicidio, mi sarei ucciso subito.”
Non ho letto nulla di Emil Cioran, rimedierò al più presto. Grazie per aver letto🤗
Ciao. Di primo impatto non è una lettura semplice e immediata, credo per via dello stile usato che somiglia più alla stesura di una sceneggiatura che di un racconto. Tuttavia l’ho trovato interessante con aspetti che vanno oltre la trama. Abbiamo tutti oggi una mente chiacchierona, difficile da zittire, che ci impedisce e ci limita anche se pensiamo il contrario. Vorrei dire che è un testo che mostra una delle tante Verità. Piaciuto.
🙏🏻
“La vita, secondo Giova, si conquista con il silenzio, non con parole vuote.”
…mi trova concorde. Niente di più vero.
Ciao Bettina,
grazie per aver letto🤗
PS riempiamole!