
Tasselli al loro posto
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: La casa in valle
- Episodio 2: Solo una leggera inquietudine
- Episodio 3: Trasformazioni
- Episodio 4: Non si viaggia mai col fumo in tasca
- Episodio 5: Tasselli al loro posto
- Episodio 6: Il desiderio di sognare
- Episodio 7: Lettera dall’aldilà
- Episodio 8: Bel pippone ti sei tirato
- Episodio 9: Gita nell’aldilà
STAGIONE 1
Arrivai in valle prossimo al mezzogiorno. Ora che il tempo mi apparteneva in ogni suo attimo, il mio sguardo finalmente si fermò a vedere e indugiò su particolari della vallata ai quali, nella prima veloce risalita, non aveva dato alcun peso. Sul lato soleggiato, boschi di abeti si alternavano a verdi prati dove i vecchi masi contadini erano stati ristrutturati e trasformati in magnifiche case per le vacanze. I colori passavano dal verde scuro delle abetaie a quello più chiaro dei pascoli alti che si fondevano col bianco dell’ultima neve primaverile e col grigio delle creste rocciose, e per finire, l’azzurro del cielo faceva da degna cornice a quello che, pensai, era un vero paradiso.
Mi fermai all’albergo per salutare Piero e prenotarmi per la cena, lui propose un aperitivo ma declinai l’offerta ripiegando su un più innocuo caffè. Arrivato a casa parcheggiai il pandino sul retro e ne approfittai per aprire il capanno degli attrezzi così da vedere cosa contenesse. Spalancai il portone e mi sembrò di entrare in un emporio. Ben disposte, su una profonda scaffalatura in legno e contrassegnate da etichette esplicative, c’erano una gran quantità di cose che partivano da attrezzature per le attività di manutenzione per arrivare, in fondo, a un settore dedicato allo sport con sci, scarponi, racchette da neve e una mountain bike. Appoggiati alla parete sul lato opposto, degli imballi in cartone attirarono la mia attenzione: il più grande conteneva un televisore Samsung 55 pollici, un altro, simile ma più piccolo, il cugino minore a 32 pollici e, infine l’ultimo, un computer Apple Macbook Pro che relegava nella categoria dei giocattolini quel personal che, per poche centinaia di euro, avevo acquistato a Trento.
Ero contento di quanto trovato ma un fastidioso pensiero attraversò la mia mente: chi mi aveva fornito queste cose non richieste sembrava volesse condizionare il mio futuro.
Smettila con questa assurda paranoia! sbottò la parte sana di me.
Trascorsi il pomeriggio nel predisporre la postazione per il computer e nell’installazione dei due televisori: quello grande sul lungo mobile basso di fronte al letto della camera che avevo scelto per me e quello piccolo nel vano della credenza dove lo schermo era ben visibile sia dal divano che dal tavolo. Ovviamente sul tetto erano presenti sia l’antenna per la ricezione del digitale terrestre che la parabola per i canali satellitari; un’altra, più piccola, garantiva la copertura internet.
Nulla era lasciato al caso.
Accesi i televisori ed entrambi funzionavano perfettamente. Non mi meravigliai più di tanto nel trovare Sky e Netflix già attivati. Anche il computer, inserito il cavo di collegamento nel box di Eolo, si collegò velocemente alla rete.
Soddisfatto ero soddisfatto: avevo tutto per fermarmi per sempre in quella casa.
Quel per sempre mi rimbalzò a lungo nel cranio.
Mi rollai una sigaretta di solo tabacco e uscii nel prato a fumarla, nel guardarmi attorno sentii un profondo legame con il posto e una pace interiore che non avevo mai percepito prima.
A cena mangiai leggero, bistecchina ai ferri, insalata e acqua minerale e Piero mi guardò storto. Terminato il pasto, venne al tavolo brandendo una bottiglia di vino:
«Un pazzo ha ordinato questo San Leonardo e ne ha bevuto meno di due bicchieri, gettarlo sarebbe un sacrilegio, mi aiuti o pensi di sopravvivere bevendo solo acqua?» disse ammiccando e sedendosi con me.
«Ti aiuto solo un po’» risposi. «ho una fastidiosa irritazione allo stomaco e il dottore mi ha detto di evitare l’alcol» mentii, «ma penso che assaggiarlo non mi farà male. È così buono?» chiesi.
Girò il bicchiere del vino e me lo porse dopo averlo riempito:
«Assaggialo.»
Me ne riempii la bocca, sciacquando con calma.
«Veramente ottimo,» ammisi, «è toscano?»
«Dio perdonalo perché non sa quel che dice! È nostro, fatto nel basso Trentino.»
Mi mostrò l’etichetta: Tenuta San Leonardo – Avio – Tn.
Decisi di esagerare e, presa la bottiglia, me ne versai ancora due dita. Poi mi rivolsi a lui dicendogli che sarei stato suo vicino:
«Abito nella casa del Brentari, cento metri più avanti, sulla destra. Sai dirmi niente del precedente proprietario?»
Ci pensò un attimo:
«Non veniva spesso in valle e qua da me avrà mangiato tre, quattro volte. Persona gentile ma non molto espansiva, direi che aveva una sua tristezza che coltivava. Però era un buono, ricordo un episodio che mi diede questa certezza: era estate e mangiò fuori. Nel tavolino vicino al suo c’era una coppia di giovani alpinisti, credo tedeschi, e li vide contare i soldi, li stavo guardando anch’io perché mi avevano chiesto se potessero avere un solo menù operaio con due piatti e che se lo sarebbero diviso. Io feci di testa mia e portai ad entrambi porzioni abbondanti e credo che questo li abbia messi in crisi e costretti a pensare che non avrebbero avuto soldi a sufficienza. Stavo andando a rassicurarli, quando lui, finito il pasto, si alzò e venne a pagare, il suo e anche quello dei ragazzi, chiedendomi di non dire loro nulla prima che se ne fosse andato. Mi colpì, non sono cose che accadono spesso. Quando lo vidi salire in macchina andai a dirlo ai giovani, che almeno mangiassero tranquilli.»
«Notevole» sottolineai. «Fisicamente com’era?» chiesi.
«Un pezzo d’uomo» rispose Piero.
«Come me?» gli chiesi.
«Perché tu saresti un pezzo d’uomo? Vivi in una tribù di pigmei per dire questo? Lui sarà stato dieci centimetri più alto di te e ben più robusto.»
Un piccolo tassello andava al suo posto, pensai.
«Amici? Ospiti?» insistei.
«No, quasi sempre solo. Una volta lo vidi con un signore più anziano di lui ma neanche si fermarono a dormire. A dire il vero, a parte una decina di giorni a maggio, raramente si fermava.»
«Maggio? Perché poi di maggio!» esclamai, più rivolto a me stesso che a Piero. Lui mi guardò perplesso:
«Ma quanto sei curioso, Thomas?»
«Ma no! È che ho trovato diverse cose sue e volevo farmi un’idea di che tipo fosse. Mi fa piacere sapere che era di buon cuore.»
Un altro tassello era sistemato.
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: La casa in valle
- Episodio 2: Solo una leggera inquietudine
- Episodio 3: Trasformazioni
- Episodio 4: Non si viaggia mai col fumo in tasca
- Episodio 5: Tasselli al loro posto
- Episodio 6: Il desiderio di sognare
- Episodio 7: Lettera dall’aldilà
- Episodio 8: Bel pippone ti sei tirato
- Episodio 9: Gita nell’aldilà
È stato particolarmente interessante questo episodio e bellissime le descrizioni, mi hanno fatto sentire in Trentino, un posto che amo molto. Non vedo l’ora di continuare la lettura, questa serie è diventata una delle mie preferite!
Questa storia è davvero interessante, bravo! Chi era l’ex proprietario? Un fantasma? Lui da vecchio? Le sto pensando tutte 😅 Continuo a seguire!