Tema: Parla della tua famiglia. Svolgimento

Mamma mia è molto bella. Io lo so perché quando passiamo per la strada, gli uomini si girano a guardarla. E lo so pure perché me l’ha detto Antonio, il mio compagno di banco. Però non posso dire esattamente quello che ha detto, perché era una parolaccia sporca, una parola che inizia con la B. Lui è geloso, secondo me, perché la sua mamma è un po’ vecchia e anche chiattona (cioè grassa), però fa delle torte buonissime e quando è il suo compleanno ne porta sempre una a scuola. E a me dà sempre una fetta grossa.

Una volta ho chiesto a mammina dov’era papà. Lei mi ha detto che papà è morto. Ma io non le credo. Una volta siamo andati al camposanto e io mi sono messo a cercare il suo nome su tutte le lapidi. Non c’era. Nemmeno una tomba col suo nome. Io lo so perché mammina dice che è morto: lo dice perché papà se n’è andato via e non la vuole più vedere. E forse non ci vuole più neanche un pochino di bene. E allora mammina piange, spesso. Ma non lo fa vedere. Però io lo sento.

Io invece non piango. Cioè, piango solo quando non mi vede nessuno. Ma nel cuore tengo una speranza: che quando divento un po’ più grande, Maria De Filippi sta ancora viva. Così vado in televisione, e la trovo, e le dico che voglio trovare papà. Lei mi porta lì, col pubblico e le luci e la musica triste. E poi papà arriva, forse con un giubbino di pelle, forse col cappello. Appena mi vede si mette a piangere forte, perché capisce subito che sono io. E io pure piango, ma piango felice. Allora Maria gli chiede se vuole aprire la busta, e lui dice sì, sì, subito, e corre verso di me, e mi prende in braccio, e mi stringe forte forte, e mi bacia e mi accarezza e non mi lascia più.

Poi viene la pubblicità.

E dopo la pubblicità, salutiamo Maria e ce ne andiamo a mangiare una pizza solo io e lui. Una margherita gigante con la mozzarella che fila. E lui mi compra la PlayStation, quella nuova, e pure una mountain bike tutta nera e rossa con i freni a disco.

Poi andiamo a casa di Antonio, e così lui non dice più che io non tengo il papà. Anzi, gli faccio vedere la bici e pure la foto con Maria De Filippi. Poi io e papà ci facciamo tutte le processioni: quella di San Michele, quella a Pasqua, tutte. Così la gente ci vede insieme e pensa: “Che bel papà quel bambino!”

Andiamo pure alle giostre, e al cinema, e lui mi compra le scarpe nuove per giocare a pallone, quelle con i tacchetti buoni che non scivoli mai. E quando esco da scuola lui mi aspetta con una macchina grande, lucida, e scende e parla con tutte le maestre mie. E io sono fiero, e pure loro lo sono.

Ah, quasi dimenticavo: così posso fare anche io il lavoretto per la Festa del Papà.

Poi andiamo a casa nostra e papà fa la pace con mammina. Non litiga più. Non se ne va mai più. A Natale compriamo i botti grandi, quelli che scoppiano fortissimo, e li sparo io. E d’estate andiamo al mare tutti insieme. Ma questa volta nessuno guarda più mammina, perché con papà vicino si mettono tutti paura. E guardano da un’altra parte.

E io sto bene. Siamo felici. Siamo una famiglia.

Maestra, io lo so che non si scrivono queste cose nei temi. Però io lo volevo dire lo stesso: pure io, come Berlusconi, schifo i comunisti. Perché vogliono far chiudere Canale 5. E se lo chiudono, poi io come lo trovo mio padre?

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Discussioni

  1. Linguaggio perfetto comunicare come farebbe un bambino. Un flusso di pensieri “buttati lì”, ma molto chiari, pensieri che rendono bene la complessità della mente di un bambino.
    Il riferimento al programma e a tutto quello che sta dietro a Canale 5 è geniale.