Ti innamorerai di me
Questa volta, a scuola, Max aveva detto qualche cazzata di troppo.
Sì, forse la sua idea dell’esperimento d’amore gli era decisamente sfuggita di mano.
Non sappiamo quale versione di greco sull’eros o quale giornaletto di Supersex sottratto allo zio avesse mal metabolizzato, eppure Max si era messo in testa di dimostrare a Tazzina, così chiamato per le orecchie a sventola, e ad Anatrone, così detto per la robusta stazza, i suoi compagni di classe, che poteva far innamorare di sé la ragazza più bella dell’istituto solo dicendole, per un mese intero, una frase così semplice come “Ti innamorerai di me”.
Ti innamorerai di me-ti innamorerai di me: una tortura della goccia, però in versione ‘cuoricini’.
E così per un mese, ogni santo giorno, Max perseguitò l’integerrima Cecilia Nobis di 4 B, fermandola all’uscita della scuola, e – piantando i suoi occhietti castani e melliflui dentro i fari azzurri spalancati sul mondo di lei – le sussurrava in modo ipnotico: “Ti innamorerai di me”. Il tutto alla presenza di Anatrone e Tazzina, altrimenti l’esperimento, avevano contro scommesso i due rintronati, non sarebbe stato valido. Perfino Gavino, il bidello, oramai conosceva questa scommessa, e ogni volta tornava a spazzare il selciato perplesso. C’è da dire che Cecilia Nobis, da par suo, rispondeva agli agguati amorosi di Max con la glaciale superiorità della reginetta della scuola. E cioè lo osservava come se fosse un mendicante da compatire, quindi attorcigliava un po’ i bei capelli biondi e, ridendo con le amiche, se ne tornava a casa col vocabolario di latino in braccio. O integerrima Cecilia Nobis… io ti espugnerò, pensava il nostro Max tornando a casa.
Così questa storia assurda tirò avanti per tutto il mese di febbraio.
Il secondo giorno di marzo, dato che non accadeva nulla di quanto Max aveva millantato, Tazzina e Anatrone, incattiviti dall’attesa, vennero a battere cassa. Perché d’accordo: erano due nerd fresconi, ma al contempo avidissimi di danaro da poter sputtanare in statuine di D&D da colorare. Lavorando come uno schiavo egizio nella carrozzeria dello zio, Max aveva raggranellato ben duecentomila lire. Eppure, essendo fiducioso sulla riuscita del suo esperimento, non aveva esitato a metterle in palio. Ma, al suono dell’ultima campanella, vedere le mani degli amici ghignanti arrotolare quei soldi tanto sudati gli fece male. Max rimase così, deluso in mezzo alla via. D’un tratto intercettò Gavino che gli mandava degli strani segnali, facendogli segno di voltarsi subito. Voltandosi, Max vide Cecilia Nobis in carne e treccine bionde che lo fissava in silenzio.
Eureka! Un’improvvisa scarica di adrenalina gli salì su per la spina dorsale, spalancandogli un sorriso a trentadue denti. Ma quell’incanto durò poco. Sì, perché Max notò nella ragazza uno sguardo che lo inquietò. Gli abituali fari azzurri erano adesso due fessure scure come la pece. Da un lato della bocca di lei colava un filo di saliva che le gocciava incontrollato.
“Ce-Cecilia?” balbettò Max.
La ragazza gli si avventò addosso.
“Aiutoo!” Max rovinò per terra, cercando con lo sguardo il dannato bidello che era scomparso nel nulla. Un dolore lancinante gli aggredì la gola. La ragazza impazzita, dosando male un succhiotto, lo stava mordendo sul collo. Doveva scappare. Max la scaraventò contro un’aiuola, poi si mise in piedi e iniziò a correre verso l’ingresso della scuola in cerca di riparo. Con i polmoni in fiamme raggiunse la palestra, e si nascose nel cesso dei maschi. Soffiando come un mantice, madido di sudore, si toccò il collo e notò del sangue sulle dita.
“Ma che cazzo le è preso a quella demente?!”
La tachicardia sembrava annunciargli un attacco di panico, quando la porta del bagno cigolò. La ragazza, non si sa per quale naturale istinto predatorio, sapeva che lui era nascosto in quel cesso. Allora Max trattenne il fiato, fino a quando non se la trovò nuovamente davanti. Quella ‘cosa’ non era più l’integerrima e timorata Cecilia Nobis di 4 B, quella che nella gita scolastica a Verona si era negata contemporaneamente a Fabio Mercanti di 5 D e a Roy Manzetti di 5 F. Adesso era una straordinaria macchina dell’evoluzione bombardata di estrogeni, con tutti i muscoli del corpo tesi per l’accoppiamento.
In pratica, una bambola assassina erotomane.
Quando Cecilia iniziò ad avanzare, Max, rannicchiato sul cesso, si vide perduto.
A quel punto la ragazza sorrise: “Sei tu che ti innamorerai di me”.
Dopodiché, senza alcun motivo, gli sputò in faccia.
Max si pulì dallo sputo e, rinvigorito dal disgusto, scattò in piedi come una molla.
Ma non riuscì a fuggire perché la ragazza, nel frattempo, gli aveva arpionato la patta dei pantaloni.
“Ohh, piano, ma sei scema?!” Max provò a divincolarsi ma Cecilia non mollava la presa, anzi tirava sempre di più a sé, ridendo con una vocina stridula da strega.
D’un tratto il tempo si fermò, un gruppo di nuvole fuori dalla finestra oscurò il sole, e i due si zittirono.
E nel bagno in penombra, assieme ai loro respiri pesanti, risuonò il rumore di una cerniera lampo che si apriva.
Ziiip!
Fu allora che Max si accorse, con sconcerto, che la ragazza gli aveva liberato dai pantaloni una feroce erezione.
Senza altre esitazioni, con una mano adunca, l’integerrima Cecilia Nobis di 4 B gli aveva afferrato il coso indurito, e con l’altra si era scoperta un carnoso seno a pera. Max spalancò gli occhi e la bocca, provò ad allungare la mano verso quella visione ma la ragazza nascose la mercanzia sotto il Barbour, scuotendo il capo in modo malizioso. “No, no”. Poi, quando Max mise su un mezzo broncio, iniziò con la mano un impietoso moto uniformemente accelerato, guardandolo negli occhi satanica e arricciando il naso disgustata.
E, continuando il lavoro di mano, gli sussurrò nell’orecchio “Mmm, che schifo…”
Ma Max oramai non la ascoltava più. Trasportato in un’altra dimensione nello spazio e nel tempo, non si sarebbe accorto neppure se fossero sbarcati i marziani.
All’improvviso l’orgasmo gli aggredì i polpacci, e la testa gli esplose.
Gridando come una scimmia urlatrice, Max rilasciò d’un botto la sua schiuma sul giacchetto di lei.
Cecilia Nobis, l’integerrima Cecilia Nobis di 4 B, ebbe solo modo di dire “Noo, sul Barbour nuovo noo!”
Mentre la ragazza insultandolo usciva dal cesso, Max sorrise soddisfatto.
E vide il proprio volto trionfante stampato sulle magliette di Anatrone e Tazzina.
Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco
La tua storia mi ha divertita e spiazzata allo stesso tempo. Dietro l’ironia e l’eccesso si nasconde una rappresentazione vivida e grottesca dell’adolescenza, di quella goffaggine tipica di chi cerca di capire l’amore senza averne ancora gli strumenti.
Il tuo stile è veloce, visivo, quasi cinematografico. I dialoghi e i dettagli corporei creano un ritmo serrato, pieno di energia e di comicità nera.
Max è un personaggio esagerato ma umano, e proprio per questo resta credibile.
Ciao Cristiana, hai colto in pieno qual era il mio intento. L’adolescenza è quel periodo dove ci formiamo come persone, ma – come dici giustamente – in quanto mancanti di attrezzi siamo ancora dei trogloditi nei sentimenti e nelle azioni. Siamo buffi e orrendi, teneri e al contempo spietati. Lavorando con gli adolescenti lo so bene. Grazie sempre del tuo parere accurato e partecipe.
Divertente e scritto bene, mai noioso, intrigante. Complimenti.
Grazie Roberto!
Ciao Simone, è una storia divertente. Ho la sensazione che una scommessa parallela sia scattata da parte della Reginetta dell’istituto, trasformata, per l’occasione, in risposta allo stalkeraggio del Max, il cui tormentone ricorda il testo di una canzone di Masini. Ritmo e costruzione sono efficaci e accompagnano il lettore sino in fondo. Grazie per la lettura
Ciao Paolo, ahah, no Masini non è uno dei miei riferimenti (purtroppo, perché è bravissimo). Il mio intento era restituire – in modo chiaramente grottesco – quei primi approcci che accadono nell’adolescenza, a volte timidi, a volte arroganti, e a volte quasi violenti. Quello sperimentare impacciato che c’era, allora, nel bene e nel male. Grazie a te per le tue parole.
Spassosissimo. Una sorta di femme fatale al contrario, questa Cecilia. Ma credo che alla fine sarà lui a finire innamorato…
Chiaramente 🤣
““Noo, sul Barbour nuovo noo!””
😂
Grazie Irene, questa tua risata è un premio. 🙏🏻
Caro Simone, hai riassunto con maestria il carsico e schizofrenico disordine ormonale di una generazione intera, ovvero la nostra, sicuramente meno sfacciata di quella odierna, o comunque sagomata da dogmi comportamentali imposti da figure genitoriali molto più austere di quelle moderna.
Grazie Gabriele, questo è (vuole essere) un racconto sulle aspettative e sulla follia di quell’età, sulle vicende assurde che capitavano in varie forme durante l’adolescenza. Un periodo vitale, illogico e, a volte, totalmente delirante.
Grazie