Torta di Mele e Noci

Serie: Il ricettario della nonna


Il papà diceva non piangere e Maria avrebbe davvero voluto obbedire. Lo capiva, lo capiva che la cioccolata le faceva male; e capiva che suo padre si sentiva piccolo come un bambino, perché aveva un problema e non poteva risolverlo; intuiva che anzi gli sarebbe stato più facile avere lui stesso quell’allergia, mentre vedere soffrire lamiabambinaadorata era ancora più penoso.

Maria lo capiva, ma come poteva non piangere?

La torta al cioccolato era l’unica parte del compleanno che le piaceva.

Aveva una bella famigliola; lo sapeva, perché quando lei e i papà uscivano, specie quando indossavano tutti e tre i vestiti belli per andare a trovare i nonni, tutti gli estranei che li vedevano dicevano che erano proprio una bella famigliola.

Purtroppo, però, i papà non la capivano. Così come non la capivano le maestre dell’asilo e le bambine con cui giocava, o i cuginetti, o chiunque. Lei odiava le feste, l’attenzione e la pressione. L’unica cosa che le piaceva era la torta al cioccolato che la nonna stava riportando in cucina, con aria furibonda.

«Certo che sei un cretino.»

«Mamma!»

«Mamma che? Che vuoi? Tua figlia lo saprà che sei scemo molto presto.»

Sandro prese la bambina. «Io e te andiamo a prendere un po’ d’aria, ok?» Tommaso non avrebbe lasciato esplodere sua madre in solitaria. Non sapeva disinnescarla, era pura benzina.

«Sei veramente una…»

«Io? Ma me lo volete dire che questa povera piccina non può mangiare il cioccolato? Ho fatto la torta apposta per farla piangere, guarda là? Siete due scemi.»

«Scusami, hai ragione, doveva essere il mio primo pensiero avvertire te, è chiaramente un tuo problema, come mi sono permesso di farmi distrarre da mia figlia?»

«Quel sarcasmo tienitelo per tuo padre.»

«Mo’ che vuoi da me?»

«Gliel’hai insegnato tu a tuo figlio a parlare così.»

«Mariola, non ti ci far mandare.»

Le grida cessarono. Nonna raggiunse il genero e la nipote sul balcone. Maria voleva solo che papà smettesse di consolarla e che la giornata finisse.

«In cucina, chiudiamo questo pranzo sciagurato.»

«Forse ora dovremmo andare signora, Maria è stanca…»

«Te l’ha detto lei?»

«Ha un bel coraggio» disse Sandro con un’inflessione di panico nella voce, «ad accusare Tommaso di sarcasmo fuori luogo. Il fatto che la bambina non parli ancora non è argomento per battute.»

Sandro si zittì sconfitto guardando suo figlia che si dirigeva verso la suocera. Maria non lasciò la mano di papà finché non ebbe afferrato saldamente quella di nonna. Non voleva ferirlo. Ma lui non capiva.

La cosa bella di nonna è che lei capiva. Maria non doveva sforzarsi: i papà e le maestre pensavano di essere forse loro a stressarsi veramente? A Maria bastava un gesto, loro avevano bisogno di parole, parole, parole, proprio quelle cose che a lei venivano così difficili! Ma con la nonna non c’era bisogno: lei era intelligente, anche lei sapeva leggere le persone. Agli altri poteva quasi sembrare che parlasse da sola, invece teneva un dialogo serrato con sua nipote.

«Neanche a tuo papà piacevano poi così tanto le feste di compleanno»

Quale papà?”

Nonna si dimenticava sempre di specificare quale papà. Quando glielo facevano notare, lei si irrigidiva un attimo, poi sbuffava, come quando ritrovava gli occhiali sul naso dopo averli cercati per tutta la casa, e andava avanti.

«Papà Tommaso. Mio figlio. Scorbutico, ha preso dal lato mio della famiglia purtroppo.»

Che vuol dire scorbutico?

«Uno con la faccia di papà Tommaso quando non gli va di chiacchierare.»

Chiaro.

«Prendi le fette di mela e tagliale così…»

Nonna afferrò le mele che aveva tagliato sottili, fogli di carta a forma di spicchio, e con pochi gesti li trasformò in cubetti. Che meraviglia! I papà si sarebbe arrabbiati molto se avessero saputo che nonna le insegnava a usare i coltelli, perciò quello era il loro segreto, e nonna non mancava mai di rammentarle di non fare parola delle loro lezioni di cucina con nessun adulto.

«Le cose nella vita possono andare molto storte», nonna prese una manciata di noci e un coltellaccio, «non farle più storte di quelle che sono però.»

Maria finì di affettare lo spicchio che aveva davanti, poi posò il coltello. “Che vuol dire?”

«Non è la fine del mondo non mangiare la cioccolata.»

Non è la fine del mondo neanche che papà si è dimenticato di dirtelo, ma tu ti arrabbi lo stesso.

«Io mi arrabbio con mio figlio per una cosa stupida che ha fatto, tu con chi ti arrabbi, con Dio?»

Sono io quella che non può avere la torta perché sei nervosa tu?” Le mani di Maria si strinsero in due piccoli e tenaci pugnetti.

«Sono nervosa perché predico bene e razzolo male.»

Abbracciò bruscamente la nipote e si diresse verso il frigorifero. Maria ebbe la fugace impressione che si asciugasse le lacrime, ma il tono di voce era fermo quando tornò al tavolo con le uova.

«Te la ricordi la frolla, no?»

Certo.

«Certo.»

Lavorarono in silenzio per un po’. Papà Tommaso entrò in cucina mentre stavano imburrando la teglia.

«Forza Maria, dobbiamo tornare a casa.»

Ancora un po’.

«Ancora un po’» disse Mariola mentre infornava la torta.

«Mamma, ora ce ne dobbiamo andare.»

«Per favore, Tommaso!»

Tommaso tacque e si appoggiò alla porta.

La torta cuoceva e nonna e nipote sistemavano la cucina. In fondo, era un piacere vedere loro due che si intendevano così bene, ma lui non poteva evitare di temere l’influenza di sua madre sulla bambina. E forse, di provare un po’ di invidia. Perché sua madre non aveva mai capito nessuno, né amato nessuno, come la sua Maria.

Raggiunse Sandro e suo padre, che guardavano in silenzio la partita nella stanza a fianco. Sandro sedeva sempre rigido sul bordo del divano, mentre suo padre era sprofondato in poltrona, apparentemente sordo a ciò che accadeva intorno.

La nuova torta venne sfornata, restava solo da attendere che si raffreddasse, mentre il commentatore parlava a raffica con la tipica inflessione da commentatore.

Mariola servì la torta di mele. Era ancora calda, burrosa e profumata.

«Buona.»

Il signor Antonio sorrise e continuò a mangiare.

La signora Mariola si irrigidì un secondo e continuò a mangiare.

Sandro e Tommaso, increduli di aver sentito per la prima volta la voce della loro bambina articolare una parola completa, lasciarono la torta nei piatti.

«Be’, non mangiate? Il cibo non si butta in questa casa!»

Serie: Il ricettario della nonna


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