
Tra le cornici
Serie: The Nightmare Keepers
- Episodio 1: Quel sogno
- Episodio 2: Tra le cornici
STAGIONE 1
Nell’appartamento faceva freddo. Chloe stiracchiò i muscoli intorpiditi e, ancora una volta, si promise di non addormentarsi più sul divano. Valeva la pena prendere in considerazione l’idea di spostare il televisore in camera da letto. Oppure trasferire il letto in salotto. In ogni caso, non aveva mai ospiti, quindi non avrebbe dovuto rispondere a domande stupide.
«Hanno davvero spento il riscaldamento?» borbottò la ragazza, gettandosi sulle spalle un plaid. L’idea di dover passare la notte sotto venti coperte non le dava alcun piacere.
Una goccia fredda di sudore le scivolò lungo la schiena. «Ma quanto può durare ancora?» imprecò la ragazza, crollando di nuovo sul divano. La stanza, come nelle ultime volte, era invasa da una luce rossa. Si spostava a ondate tra le pareti, schizzava sul soffitto come i getti di Pollock e poi, come un grasso gatto soddisfatto, si adagiava ai suoi piedi. Denso, caldo, vivo. Stava aspettando.
Chloe decise di non attendere il familiare bussare alla porta. Si era stancata di seguire il solito copione di quello strano sogno. E poi, a che serviva? Con un calcio spinse via il grumo di luce rossa e si avviò decisa verso l’uscita. Tre passi, due passi, uno. Afferrò la maniglia e la premette, senza avere la minima idea di cosa ci fosse oltre.
Una stanza semibuia la accolse con un silenzio assordante. Nell’oscurità riuscì a distinguere i contorni di alcuni oggetti accatastati contro le pareti. A fatica aprì le dita intirizzite e, lasciando la porta socchiusa, varcò la soglia.
L’aria all’interno era diversa – stucchevolmente dolce, con leggere note amare. Chloe tossì. Non le piaceva respirare l’atmosfera di quella stanza, non le piaceva la sensazione di impotenza che la invadeva. Le emozioni familiari si trasformavano in altre, sconosciute, ma comunque comprensibili. Delusione, dolore, vergogna, disperazione. Intrecciate strettamente tra loro, si abbatterono sulle sue spalle come una pesante rete.
Qualcosa scricchiolò sotto il piede e nella stanza risuonò una risata meccanica idiota. Chloe raccolse dal pavimento scricchiolante un clown giocattolo con una bocca rossa innaturalmente grande. Continuava a ridere, scatenandole un attacco di panico. Una paura non sua. Con disgusto lo scagliò via e decise di osservare più da vicino gli strani oggetti lungo le pareti.
La sua attenzione fu improvvisamente attratta da fotografie appese in cornici nere. Si susseguivano in una linea ordinata lungo il perimetro della stanza, creando un effetto di infinito.
Nella prima fotografia era ritratta una cameretta con un grande letto, su cui dormiva una bambina bionda di circa cinque anni. Una scena apparentemente tranquilla e ordinaria che, per qualche motivo, turbava Chloe. Decise di osservare meglio l’immagine. Il volto della bambina non era sereno: sopracciglia aggrottate, angoli della bocca abbassati, mani strette a pugno, capelli sparsi sul cuscino. A quanto pareva, stava facendo un brutto sogno.
Ma a chi, sano di mente, verrebbe in mente di fotografare una bambina in un momento del genere? Confusa, Chloe si avvicinò alla cornice nera successiva.
Stanza, letto, la bambina ormai un po’ più grande. Espressione tesa e mani aggrappate alla coperta. Nuova foto. Stanza, letto, capelli spettinati e la bambina diventata adolescente. Chloe quasi si precipitò verso la foto successiva, solo per verificare che tutte rappresentassero la stessa scena. Cambiavano la camera da letto, il letto, i vestiti, la bambina cresceva, trasformandosi in una giovane donna. Qualcosa del suo aspetto sembrava sottilmente familiare.
La ragazza fece qualche passo indietro e si fermò al centro della stanza. Sulla parete restava una sola fotografia, e non voleva assolutamente scoprire cosa raffigurasse. Chloe si trovava davanti a una scelta: mandare tutto al diavolo e tornare nel suo appartamento, sperando di svegliarsi subito, oppure continuare a seguire quello strano sogno, senza sapere come sarebbe finito.
«Almeno qualcosa di nuovo, stavolta» borbottò con sarcasmo, facendo un respiro profondo. Si sistemò il plaid che le stava scivolando dalle spalle e guardò oltre la spalla verso la porta lasciata aperta.
Sotto l’ultima cornice nera c’era un vecchio comodino con una pila di quaderni pieni di scritte. La ragazza ne aprì uno che sembrava più recente: era il diario di qualcuno.
«Sono passati molti anni dall’ultima volta che il mio incubo infantile mi ha tormentata. Pensavo di essermene liberata per sempre, ma forse era solo un’illusione, o una tregua temporanea. A volte mi viene da ridere quando mi ringraziano per l’aiuto: come posso affrontare i traumi infantili degli altri, se i miei non mi lasciano mai in pace?
Dannato clown con quella bocca rossa idiota. È un grilletto per la mia paura. No, peggio – per tutte le mie paure.»
Chloe voltò qualche pagina e continuò a leggere. Chi era quella sconosciuta, le cui emozioni impregnavano quella stanza semibuia?
«Non so quanto ancora riuscirò a resistere. Riempirmi di pillole non è un’opzione – peggiorano solo tutto. Alla mia età è quasi ridicolo. Forse dovrei semplicemente accettare e rassegnarmi? Prenderò esempio dalla mia nuova paziente – Chloe. Il suo caso mi ha incuriosita fin dall’inizio. Una ragazza strana…»
Con le mani tremanti, Chloe chiuse il quaderno. Non aveva più bisogno di guardare l’ultima fotografia per capire chi vi fosse ritratto. La dottoressa Amelia. Ora era chiaro perché la donna si fosse mostrata comprensiva con lei – non era riuscita a liberarsi dei propri demoni.
«No, non può essere vero» sussurrava Chloe. «Devo svegliarmi!»
L’appartamento che si era lasciata alle spalle sembrava incredibilmente lontano, irraggiungibile. Un minuscolo punto rosso in un’enorme oscurità. Chloe iniziò a correre, inciampando tra gli oggetti sparsi. Impigliandosi nel plaid, cadde a terra con forza, graffiandosi le mani. Alla sua sinistra c’era una porta sconosciuta e, senza pensarci, vi si precipitò dentro.
Il familiare studio della dottoressa Amelia la accolse con un silenzio assoluto. Sul lettino vicino alla finestra era sdraiata la psicoterapeuta. Prima che Chloe potesse avvicinarsi, un’enorme ombra si sollevò dal divano e si diresse verso la donna. Bastarono pochi passi, e la massa informe si trasformò in un enorme clown dalla bocca rossa e mostruosa.
Chloe incrociò lo sguardo della dottoressa Amelia, i cui occhi erano spalancati dal terrore.
«Scappa!» gridò la donna, mentre il clown le strappava con i denti un pezzo di guancia, macchiando di sangue il suo colletto bianco plissettato.
Serie: The Nightmare Keepers
- Episodio 1: Quel sogno
- Episodio 2: Tra le cornici
Un episodio stupendo😍 Non so nemmeno da dove cominciare. Dunque, intanto quel Clown, che ricorda tanto It, è fenomenale. Poi, scoprire attraverso le foto i tormenti interiori della sua psichiatra…Wow! Davvero brava, complimenti.
Grazie mille🌺 So che il clown è un cliché, però, visto che parliamo di incubi, ho deciso che questo personaggio sarebbe perfetto. Ma la storia non ruota intorno a lui🤫 Spero che i prossimi episodi ti piacciano: ho preparato molte sorprese 😏