
Tradimenti (Capitolo speciale)
Serie: Le novelle della Luna: il canto solitario della Sirena
- Episodio 1: Rivalità fraterne (Capitolo speciale)
- Episodio 2: De-Sideria
- Episodio 3: Peonia
- Episodio 4: Lume della speranza
- Episodio 5: “Il vero amore è scritto nel destino”
- Episodio 6: Fatalità
- Episodio 7: Lieto fine
- Episodio 8: Il volo della farfalla e l’attesa del ragno (Capitolo speciale)
- Episodio 9: Brutti incontri (Capitolo Speciale)
- Episodio 10: Tradimenti (Capitolo speciale)
- Episodio 1: L’inizio della tragedia (Capitolo speciale)
- Episodio 2: Il canto solitario della sirena
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Giovanni rise, e dopo averle baciato la mano con eleganza si presentò “Sono Giovanni, il fratello di Elia. Resterò qui per qualche settimana, sono in vacanza in questo splendido paesino pieno di meraviglie da scoprire”. Vedendo quel gesto mi sporsi subito per spintonarlo, ma notai che Sirena già aveva tolto la mano, pulendo il dorso vicino la mia felpa.
“Resterai qui per qualche giorno” lo corressi, trascinandolo nella stanza dove avrebbe alloggiato. Da buon pervertito stava per fare apprezzamenti su mia moglie, ma chiusi la porta alle spalle e lo ignorai, raggiungendo invece Sirena.
Era tornata al tavolo a fare colazione, così mi avvicinai da dietro e la strinsi forte, baciandole la spalla e il collo “Scusami, è successo tutto all’improvviso, ma potresti coprirti cazzo!” la rimproverai, ma lei subito mi contestò “La casa è mia e vado in giro come voglio, come potevo sapere che avresti portato quella specie di fricchettone? Se è solo per qualche giorno può restare, l’importante è che stia zitto senza dare fastidio” disse infine. Forse per molti era una normale gentilezza, priva di altri significati, d’altronde che scelta aveva? Tuttavia il mio cuore tremò lo stesso, e nella mia fantasia cominciarono a comparire tanti pensieri, immagini superflue che non facevano altro che ferirmi. Io scossi il capo e decisi che se ne sarebbe andato il prima possibile, non mi importava del resto.
Era appena cominciata la settimana, e nonostante fosse primavera non riuscii a trovare un dannato posto dove potesse stare in cui spedirlo a calci, sembrava quasi che il destino lo facesse di proposito. Dopo tanta ricerca trovai finalmente un ostello, ma l’avrebbe potuto ospitare solamente dal lunedì seguente, dopotutto era soltanto una settimana, che poteva mai accadere in sette giorni? Dovevo fidarmi di Sirena, e non dovevo avere timori di nessun tipo.
Solo che, Giovanni aveva quindici anni meno di me, era giovane, più affascinante, e certamente più interessante di un ordinario uomo come me. Da quando è nato non ha fatto altro che sottrarmi tutto ciò che avevo, ma stavolta è diverso, non accadrà.
Fortunatamente mio fratello uscì di casa e rientrò la sera, così potei passare la giornata in tranquillità con Sirena. Avevamo appena finito la cena, per la maggior parte del tempo aveva parlato Giovanni di ciò che aveva visto in questo primo giorno di viaggio, io lo ascoltavo con disinteresse, e notai invece che Sirena era completamente in un suo mondo, e non spiccò parola. Sorrisi amaramente fra me e me, forse avevo davvero troppe fissazioni nei suoi confronti…
Più tardi ero a telefono con un collega, e come potevo immaginare bastò un semplice attimo di distrazione che Giovanni ne approfittò. Ero nella stanza di fronte, ma potevo vedere benissimo cosa stesse accadendo.
Mio fratello si sedette accanto a lei, che invece era intenta a prendere una tisana, e poggiò un braccio sullo schienale della sua sedia. Ancora non la toccava, anche perché se l’avesse fatto l’avrei preso a manganellate. Smisi di ascoltare il mio collega a telefono e mi concentrai su di loro.
“Che scuola hai frequentato?” domandò mio fratello, sapevo dove volesse andare a parare.
“Il classico” rispose Sirena con tono monotono.
“Davvero? Non si direbbe! Ti piaceva?” che voleva insinuare con “non si direbbe”? Che razza di modi, ancora mi chiedo il perché le ragazze bramassero tanto un tipo del genere.
“No”
“Hai studiato anche arte, giusto?”
“Credo di sì”
“Fantastico allora! Sai, io frequento un’accademia di arte, mi piace molto la storia dell’arte. Credo che racconti molto della nostra di noi, è un tesoro senza tempo, in cui si può essere se stessi. Vorrei poter insegnare arte per aiutare a scoprire il proprio io alla gente” disse, peccato per lui che Sirena non era un tipo che si lasciasse abbindolare da qualche discorsetto profondo. In effetti io come ho fatto a conquistarla? Sono stato semplicemente me stesso, mi chiedo cosa l’ha convinta però…
“Ah, bello” rispose in modo esaustivo, voltandosi dall’altra parte.
“Tu che ne pensi dell’arte?”
“Mi annoia tremendamente disegnare” risi per quella sua uscita, era proprio da lei.
“Ma pensa! Sai, sei la prima ragazza che mi risponde così. Però credo di riuscire a farti cambiare idea, perché non proviamo?”
“Eh? Quando te l’avrei chiesto?”.
Strinsi il telefono fra le mie mani, quando una voce che parlava di turni integrativi mi fece tornare alla realtà. Conclusi la chiamata e li raggiunsi.
Il giorno seguente avevo il turno al mattino, e fortunatamente anche Sirena doveva lavorare negli stessi orari, in quei cinque giorni restanti potrebbe capitare che i due restassero da soli? Non doveva assolutamente succedere.
Dopo un po’ Sirena andò a dormire per prima, mi diede la buonanotte con un bacio sulle labbra di fronte a mio fratello, e notai con piacere che lo turbò parecchio, mentre a lui lo salutò in modo neutro, non guardandolo neanche.
Rimasi contento del gesto, e l’avrei raggiunta volentieri quando Giovanni se ne uscì con una frase che aveva già accennato quella mattina “Niente male Sirena, allora ti piacevano le più giovani? In effetti come darti torno, anche io le preferisco!”.
Lo guardai con disprezzo, così sembravamo agli occhi degli altri? Che importanza ha, la nostra storia dobbiamo conoscerla solo io e lei, è il nostro di amore. Spero solo che non venga a sapere del suo passato, non tanto per me, e di quello che potesse pensare, ma avevo timore per lei, su cosa potesse dirle, e se l’avrebbe ferita.
“Da quanto state insieme?” insistette interessato.
“Non sono affari tuoi” mi alzai in piedi, non avevo più intenzione di sentire le sue chiacchiere, ma continuò a dirmi “Deve essere difficile, vero? Lei è giovane è bella, è parecchio introversa e per quanto possa esserlo è anche simpatica. Attirerà sicuramente molte attenzioni su di sé, un tipo del genere non passa inosservato”.
“Quindi? Che vorresti dire?” mi voltai, incrociando le braccia al petto.
“Magari oggi va bene, tra due, e probabilmente anche tra cinque anni. Ma poi? Tu avrai cinquant’anni, e lei appena trenta. È una bella differenza, sei sicuro che saprai soddisfarla? Insomma, tu la tua vita grossomodo l’hai vissuta, lei invece no. Quando tu vorrei ritirarti lei invece vorrà ancora starsene fuori. Presto anche lei se ne renderà conto che è impossibile una relazione del genere” non lo feci concludere che lo presi e lo spintonai violentemente contro al muro. Lo sollevai da terra stringendo il colletto, e poggiai la fronte contro la sua, volevo pestarlo e fargli sputare sangue.
“E anche se fosse? La cosa non ti riguarda affatto. Fammi il piacere di sparire per sempre o potrebbe finire molto male per te”
Lui non si lasciò intimorire, al contrario con un sorriso beffardo mi disse poche frasi, le uniche che mai avrei voluto sentire udire.
“Sei parecchio geloso a quanto vedo. Se la intrappoli nella tua ragnatela credo sia peggio! Le farfalle hanno bisogno di volare libere, torneranno sempre al proprio fiore, ma non se ad aspettarle c’è un ragno. Hai mai pensato a Sirena e come si possa sentire? Mi dispiace deluderti ma la gente non si comporta sempre come vuoi tu”.
Avrei voluto colpirlo e fargli perdere i sensi, ma aveva ragione, non perché l’aveva detto lui, ma perché anche io ci avevo pensato tanto. Tornai con la mente a Sirena, e lo lasciai andare spingendolo a terra. Mi coprii il viso e cercai di mantenere la calma, l’amore era difficile, forse il mio povero cuore non riusciva a sopportare tutto ciò. L’unica cosa che volevo in realtà è che lei fosse felice, e che fossi io a renderla tale.
Giovanni tentò di consolarmi con una pacca sulla spalla, ma io lo respinsi, non avendo bisogno di una pietà tanto ignobile.
“Questa è una buona occasione. Se ti fidi di lei lasciami restare qui, se è la persona che tu immagini non farà niente. E inoltre per chi mi hai preso, sei pur sempre mio fratello, non potrei mai provarci sul serio con tua moglie. Stiamo a vedere che succede, così ti togli un bel peso dall’anima, dico bene fratellone?”. A mente lucida non avrei mai accettato una cosa simile, al contrario l’avrei mandato a dormire sotto un ponte, ma l’uomo forte, colto al momento sbagliato può apparire come uno dei più deboli…
Serie: Le novelle della Luna: il canto solitario della Sirena
- Episodio 1: L’inizio della tragedia (Capitolo speciale)
- Episodio 2: Il canto solitario della sirena
Mettere alla prova una persona non è mai una buona idea, indica una sfiducia di partenza che in amore non dovrebbe esserci. Tuttavia siamo umani e descrivendo la realtà anche questo è un aspetto da tenere in considerazione in una relazione
Ciao, grazie mille per il commento. È vero, non si dovrebbe fare, tuttavia di solito mi piace scrivere di fatti realistici e non troppo idealizzati ☺️
“l’amore era difficile, forse il mio povero cuore non riusciva a sopportare tutto ciò”. Mi sono ritrovato in questa tua frase, oltre che nelle paure di Elia che la sua felicità con Sirena sia minacciata da anime oscure come quella di Giovanna.
Grazie per il commento, apprezzo molto ☺
“Mi coprii il viso e cercai di mantenere la calma, l’amore era difficile, forse il mio povero cuore non riusciva a sopportare tutto ciò”
❤️