Uhniere e il palazzo incantato.

Serie: Uhniere


Ci sono storie che lasciano il segno, storie per cui vale la pena perdere una notte o due.

Quando nel 1900 mi ritrovai costretto a seguire la voce che mi chiamava e che poi scoprii appartenere ad Uhniere la regina dei Balcani, non sapevo però che avrei rivoluzionato la mia misera vita. 

Ero allora uno stupido ladruncolo senza lode e affamato di gloria perciò volevo a tutti i costi diventare qualcuno.  

Quando vidi il palazzo incantato, d’oro e d’argento quasi non credetti ai miei occhi. 

Lei, Uhniere, mi aprì la porta  con un dolcissimo sorriso e mi baciò come se ci conoscessimo da una vita.

-Benvenuto straniero- 

-Tu… canti benissimo. Da chi hai imparato?- 

Rise in modo quasi stridulo. 

Ma già in quella risata si sentivano le note candide della perfezione.

-Dai miei compagni di vita, se entri nel palazzo te li presento-

Accettai e così, presa sotto braccio, mi guardai attorno. Le lampade erano vecchie, tutto era antiquato ma affascinante. 

Uhniere era bellissima seppure sembrasse molto più grande di me. Ma che importa l’età in questi casi? 

-Sembra notte ma è il dì. Puoi mentirmi ma non è così- 

Parlava e cantava in una maniera allegorica e metaforica, letteraria quasi. 

Giocava con le parole in modo abile e sapiente e io rimanevo incantato da tutto ciò.  Splendeva di luce propria. 

Uhniere sapeva come farmi impazzire, era una specie di sirena terrena abile nell’ammaliare e nel colpire nel segno. 

-Dove sono i tuoi amici?- 

Rise. 

-Sono attorno a te ma non ne percepisci l’essenza- 

Sentite quelle parole arrossii e mi concentrai su quello che aveva appena detto.

Poi mi guardai intorno con circospezione e assottigliai la vista socchiudendo gli occhi un pochino. 

Davanti a me, un piccolo buddha in carne e ossa parlava la mia stessa lingua. Era minuto ma carinissimo e mi strinse la mano per poi continuare nelle sue preghiere mattutine che sarebbero durate diverse ore. 

Un altro amico della padrona del palazzo che si fece avanti fu un fenicottero grigio di grandi dimensioni seguito dai suoi piccoli.

Mi voltai dalla donna ma lei stava cercando qualcosa nelle sue tasche. Estrasse del cibo e lo diede al fenicottero che parlò. 

-Grazie- 

-Tu parli??- 

L’animale ridacchiò.  -Qui parliamo tutti, proprio come te. Siamo esseri viventi e anche se non siamo umani una volta lo eravamo proprio come te- 

Mi sedetti accanto a lui, attorno al camino.

-Che cosa vi è successo?-

-La strega di Selfer ci ha tramutati in animali privandoci del nostro habitat. Al piano superiore vive la tartaruga Saigu’ assieme al fagiano Belcherin- 

-Ma perché tutto questo?- 

Uhniere mi sorrise in modo serio. 

-Le streghe dei Balcani esistono davvero ma loro non credettero nella loro esistenza quando erano degli umani perciò una di loro si presentò al castello sotto mentite spoglie da fata e li tramutò in animali lasciando loro la voce e il linguaggio perfetto- 

-Terribile. Posso aiutarvi in qualche modo?- 

-Impossibile- risposero in coro. 

Il buddha mi disse di voler andar via dal palazzo ma che una volta raggiunto il giardino il suo cuore diventava di cenere e vento. Per via del sortilegio… Perciò non poteva fare nulla per evitare la sua triste sorte.

-Ma io perché sono stato chiamato qui?- 

-La donna che ti affascinera’ più di tutte e ti incantera’ con il suo vociare dolce e angelico sarà colei che spezzerà l’incantesimo- 

-E’ Uhniere la donna che voglio!-

-Impossibile. Io sono una fae di luce e non posso stare con un uomo normale. Mi è assolutamente proibito- 

-Allora perché mi hai incantato?-

-Per farti venire qui. Sei l’unico che può aiutarci- 

Passai la notte in bianco. L’indomani mattina avrei preso il primo treno per Barcaderoj e sarei andato via. 

Pensavo di riuscirci ma non fu così…

Serie: Uhniere


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