Un racconto romantico

Serie: Storie ridicole


Fatti che non sono mai accaduti e si spera non accadano mai

Si incontrarono nelle piazza del paese. Lui era seduto su una panchina intento a lanciare dei tozzi di pane raffermo ai piccioni, con una fionda professionale. La donna stava andando a portare un panettone alla sua cara mamma, non sapendo della sua morte avvenuta sei anni prima, causa lo scoppio di un termosifone in ghisa. I due incrociarono lo sguardo per un istante e si innamorarono perdutamente. Lei gli porse il panettone, comprato dalla rinomata pasticceria “da Gino, pasticcere sopraffino”. Lui prese il panettone e per ringraziarla si spogliò completamente.

“Se vuoi, puoi abusare di me” disse. La gente nella piazza si fermò a osservare quella romantica scena.

La donna arrossì forte, poi gli saltò addosso e lo cavalcò come fosse furia il cavallo del west. Lui nutrì fortissimo, tanto da spaventare alcuni degli spettatori che in preda al panico scapparono dalla piazza. Uno di essi, il dottor Fustembergh, mentre correva urlando terrorizzato fu investito da un carro funebre. Morì sei anni dopo, ma non per questo motivo (si strozzò con un osso di pollo). Il carro funebre non riportò nessun danno, ma la cassa da morto schizzò fuori dalla vettura e non si ritrovò mai più.

Nel mentre i due focosi amanti continuavano a darsi da fare adottando posizioni erotiche elaborate, come ad esempio la posizione della Torre Eiffel, la posizione del triciclo, la posizione della scimmia isterica, la posizione del ferro da stiro, la posizione del ballo del qua qua…

La gente applaudiva ad ogni cambio di posizione dando dei voti che venivano segnati su una lavagna. La posizione del ballo del qua qua vinse su tutte le altre con un distacco di 28 punti. Dopo parecchie ore la coppia smise di copulare. Lui si rivestì. Lei non si era mai tolta nulla, neanche il colbacco e i doposcì. Amava fare l’amore vestita in quel modo da sempre, benché vivesse in un paese che aveva una temperatura costante di 35 gradi. Era una sua perversione, una delle tante. Per esempio amava suonare la tromba durante le riunioni di condominio. Perché lo faceva?

Chi lo sa, cazzi suoi.

L’uomo prese il panettone, poi guardo la donna negli occhi.

“Ha l’uvetta?” Chiese

“No, è con i canditi” Rispose lei.

L’uomo scartò il dolce, ne staccò una grossa porzione con la mano e se la infilò tutta in bocca, masticandola avidamente. Effettivamente il dolce non conteneva uvetta e lui ne fu felice dato che odiava l’uvetta da quando i suoi genitori erano morti sette anni prima, investiti il giorno di Natale da un tir adibito al trasporto di uvetta.

Finito di mangiare l’uomo fece per andarsene, ma lei lo trattenne per un braccio.

“Chi sei?” Chiese.

“Sono un uomo di passaggio. Oggi sono quá, domani sono lá, dopodomani trallallá”

La donna a queste romantiche parole si commosse, stringendogli ancora più forte il braccio.

“Ti prego, lasciami il braccio” disse lui

“Non posso, non riesco” rispose lei

“Per favore lascialo. Mi serve, domani devo giocare a bocce.” Disse lui

“Ti lascio il braccio se mi dai un piede” disse lei in lacrime.

“Ti posso dare quello destro, ma non chiedermi nient’altro” Rispose lui. Lei annuì. Lui si staccò il piede e glielo porse, quindi zoppicando andò via, senza voltarsi indietro. Nonostante questo andò a sbattere contro un palo, rompendosi il setto nasale. Fece finta di nulla e proseguì a camminare. Tre mesi dopo prese i voti e divenne parroco.

La donna annusò il piede dell’uomo e iniziò a piangere disperatamente. Pianse per sei ore, poi si asciugò le lacrime e andò a mangiarsi una cioccolata con la panna e una brioche al cioccolato.

Fine

Serie: Storie ridicole


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

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  3. Trovo questo amore molto più sensato e sincero di tanti che se ne vedono in giro. E, ma non sia una critica al titolo della serie, piuttosto solo una riflessione personale, molto meno ridicolo.

    Mettere a sistema il “nutrì” con il panettone, nell’attimo fuggente, è la cosa che mi ha spiazzato di più (…!)

    Complimenti, davvero. Grande competenza di scrittura, voglia e capacità di giocare con le parole.
    Bello, frizzante. Proprio ok.