Un ululato lontano

Serie: I cani della Valle del Pastore


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Samuele e Manuele hanno esplorato i vasti pascoli, scoprendo la vita vibrante del gregge. Ma la quiete della Valle sta per rompersi: un’ombra sembra celarsi sotto le fronde del Bosco Grigio, una misteriosa minaccia che ulula nel buio.

Samuele e Manuele si svegliarono di soprassalto nel cuore della notte. Un suono acuto e lontano a ovest squarciava il silenzio della Valle dormiente. Mariù li aveva raggiunti e aveva il muso chinato su di loro. «Venite piccoli, non fate rumore.»

Li condusse fino ad una scala di legno che portava ad un sottotetto del fienile e prendendoli dalla nuca con la bocca li pose in alto tra la paglia.

«Infilatevi sotto il fieno. Restate nascosti» disse. Sembrava preoccupata, ma sicura di quello che stava facendo, come se avesse ripetuto quei gesti numerose volte, con molti altri.

All’esterno il suono continuava. Era un verso, una sorta di eco lontana e agghiacciante, come se il vento si fosse messo ad urlare tra i monti, ma il vento non può ululare tanto e in quel modo. Ad esso si aggiunsero i belati tremanti e spaventati delle pecore ai piedi della collina.

«Che cosa succede?» chiese Samuele sporgendosi dal sottotetto.

«Passerà presto» rispose Mariù volgendosi verso la porta del fienile. Si accesero delle luci davanti alla casa del Pastore e delle ombre presero a muoversi per il cortile. Udirono uno dei cani pastore abbaiare, e dei rumori che sembravano essere passi venir fuori dalla casa. Si udì la voce del Pastore rivolgersi a Gioele dicendogli di raggiungere il gregge e di cercare Eli. Poi un altro cane pastore abbaiò, forse Cleandro.

«Seguilo! È Ghiron! seguitelo» urlò il Pastore. E i passi si allontanarono.

Samuele e Manuele si nascosero spaventati tra la paglia con gli occhi intimoriti verso l’entrata, come se da un momento all’altro l’artefice di quel verso dovesse irrompere nel fienile e ululare così forte da spazzarne via le pareti.

Mariù intanto passeggiava lentamente davanti alla porta. «Non c’è niente di cui aver paura, cari. Cercate di riprendere sonno. Nessun ululato entrerà da quella porta.»

«Chi è Ghiron? È lui che fa questi versi?» chiese Manuele.

«Oh no, caro. Non è lui» rispose un po’ tra sé e sé continuando a camminare per il fienile senza prestare molta attenzione alle domande dei due cuccioli nascosti nel fieno. Sembrava tranquilla ma guardinga, come in attesa.

«Sono i lupi vero?» chiese Samuele.

Mariù allora si fermò, rivolse il suo sguardo verso di loro e parlò con la sua dolce voce rassicurante. «Si, caro. Ma non devi aver paura. Non bisogna aver paura di loro.»

«Ma chi sono? Perché scappiamo da loro? Cosa vogliono?» chiese Samuele. Nella sua voce c’era timore e rabbia.

«Vogliono fare del male alle pecore. Sono creature solitarie. Non hanno un gregge da custodire, né un padrone a cui ubbidire.»

«Io li odio» disse Samuele tremante, e la sua voce era un lamento quasi ringhioso. «Li odio. E secondo me anche il Pastore li odia.»

«Che brutta cosa da dire, Samuele. Io non credo che il Pastore li odi. Anzi sono quasi certa che lui vorrebbe che anche loro vivessero con noi, in pace» rispose Mariù.

«Vivere con noi? È possibile?» chiese Manuele con stupore e curiosità.

«Da quello che ho visto in tutti questi anni, direi che per il Pastore nulla è impossibile» rispose la mucca in un dolce sorriso.

«Allora perché non diventano buoni? Il Pastore potrebbe dare un nome anche a loro.»

«Secondo me odiano il Pastore» intervenne Samuele in tono brusco.

Manuele guardò il fratello e poi spostò il suo sguardo verso Mariù. «Davvero odiano il Pastore?»

«Non so se lo odiano» rispose. «Forse stanno solo scappando da lui.»

«Scappano? Perché?» chiese Samuele.

Mariù sospirò. «Questo, miei cari, è un mistero. Io so soltanto che a volte, senza alcuna ragione, ci sono creature che scappano via proprio da coloro che più di tutti possono far loro del bene.»

I due cuccioli non capirono cosa volessero dire le sue parole. Samuele stava per chiedergli spiegazioni, ma prima che potesse parlare lei li invitò a fare silenzio. «Cercate di dormire ora.»

Li fece rannicchiare sotto il fieno e canticchiò loro un leggero canto, ma quella notte i due cuccioli impiegarono molto tempo per lasciare che quella ninna nanna li distraesse dagli ululati che lontani riecheggiavano a ovest.

Serie: I cani della Valle del Pastore


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Discussioni

  1. Il personaggio del pastore ha con sè un alone di mistero che me lo fa percepire come molto più di un umano. È come fosse lì da sempre. Non solo una guida terrena, ma anche e soprattutto spirituale.

  2. “Io so soltanto che a volte, senza alcuna ragione, ci sono creature che scappano via proprio da coloro che più di tutti possono far loro del bene.»”
    questo passaggio è dolorosamente vero. credo accada molto più spesso di quanto sembri. oserei dire che, seppur a piccole dosi, ognuno prima o poi prova qualcosa di simile nella vita. a volte la ricerca del bene presuppone una consapevolezza che può far paura.

  3. “Io non credo che il Pastore li odi. Anzi sono quasi certa che lui vorrebbe che anche loro vivessero con noi, in pace”
    Una bellissima morale. Sai dipingere il Pastore come un moderno Noè che cerca di mantenere l’armonia fra le creature.