Una cimice spia magica

Serie: Eva e i segreti di Itky


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Stefano gioca con noykì e scopre una misteriosa sostanza nera sotto il letto di Lisa. Intrappola una macchia viva in un bicchiere: non è muffa, ma qualcosa di inquietante. E non era sola.

Appassionato com’era nella creazione di sostanze e liquidi dalle proprietà straordinarie (come la pasta scricchiolante) il ragazzo aveva imparato molte cose interessanti sulla flora. Non lo ammetteva con nessuno, ma seguiva con attenzione le lezioni di Miss Angelica, memorizzando ogni dettaglio. E ogni volta che visitava il mondo di Ami e Tioa, cercava di portare con sé qualcosa: un filo d’erba, un pezzetto di muschio, un ago di pino… e la sera sperimentava. Dopotutto, tutto ciò che veniva creato da Ami e Tioa portava in sé una scintilla dell’immensa forza dell’Universo di Oa. Un po’ di pazienza, un po’ di impegno, una dose di attenzione: e al mattino tra le sue mani compariva una nuova invenzione. Gli oggetti che creava erano piuttosto innocui, ma estremamente utili in determinate situazioni, come i ragazzi avevano già avuto modo di scoprire.

Tuttavia, Stefano sapeva anche di altre possibilità – dispositivi che potevano peggiorare l’umore, portatori di incubi e altre sgradevoli invenzioni. E quella macchia nera gli sembrava proprio una di quelle – un dispositivo di ascolto, solo che non era meccanico, come nel mondo reale, ma organico, o meglio… vivo.

Il primo passo era lasciare una piccola macchia in un punto poco visibile e scarsamente illuminato. All’apparenza sembrava una normale muffa, e anche se qualcuno l’avesse notata, non ci avrebbe fatto troppo caso, al massimo l’avrebbe pulita. Ma se, per esempio, fosse rimasto anche solo un frammento di uno di quei piccoli tentacoli sulla parete, la macchia si sarebbe rigenerata in pochi giorni. E dopo due o tre giorni avrebbe iniziato a raccogliere informazioni. Crescendo fino a una certa dimensione, avrebbe lasciato una parte di sé sulla parete e il resto sarebbe tornato a chi lo aveva creato. E così via, all’infinito, finché a qualcuno fosse servito.

«A giudicare dal fatto che dietro al tuo letto si fosse già radunata un’intera colonia, il nostro nemico non deve aver avuto molto tempo per chiamare i suoi servitori malvagi» concluse Stefano. «Li ho spaventati, per questo sono fuggiti. E vi assicuro – erano enormi!»

«Quindi qualcuno ci sta ascoltando da molto tempo?» chiese Lisa. «Ma a chi potrebbe servire?»

«Questo non lo so» rispose il ragazzo. «Però c’è un modo per scoprirlo.»

«E quale sarebbe?» intervenne Eva, che fino a quel momento aveva ascoltato attentamente il racconto di Stefano.

«Il fatto è che anche la più piccola parte di questa cosa conserva le informazioni sul suo padrone e, se lui si avvicina abbastanza, cercherà di tornare da lui. Quindi, se tu, Eva, avessi creato questa cosa, e io ora aprissi il bicchiere, essa salterebbe addosso a te.»

«Che schifo!» gridarono in coro le ragazze, storcendo il naso con disgusto.

«E cosa pensavate?» alzò le spalle Stefano. «Il male non è mai piacevole, e intrufolarsi nella vita altrui in questo modo non è certo un bel gesto. Prima di fare qualcosa di malvagio, bisogna pensare: e se poi si ritorcesse contro di te?»

«Non possiamo mica andare in giro per la Scuola e sbattere questo bicchiere in faccia a tutti!» osservò Lisa, finalmente riacquistando lucidità. «Dobbiamo trovare un altro modo. Abbiamo solo una possibilità. Se scegliamo la persona sbagliata, potremmo perdere questa… adorabile macchiolina.»

«Sì, è vero. Non dobbiamo affrettarci. Ho la sensazione che chi ci stava spiando abbia a che fare con il mostro notturno. Forse è lui il tramite tra lui e gli studenti. Diventa chiaro come hanno selezionato i candidati – è facile, se sai già tutto di una persona» suggerì Eva.

«C’è un’altra cosa che volevo dire» riprese Stefano, esitando leggermente. «E forse a voi due questo non piacerà. Chiunque abbia fatto questo non sa solo cosa avete detto o fatto, ma è al corrente anche delle vostre azioni più private, quando eravate sole. Quindi, se c’è qualcosa che dovete dire, è il momento di farlo. Altrimenti, il nostro nemico avrà un vantaggio e non so come lo userà.»

Nella stanza calò un silenzio totale. La prima a rompere il silenzio fu Lisa:

«No, non ho segreti – sapete già tutto di me. E tu, Eva, hai nascosto qualcosa?».

«No» rispose la ragazza, guardando Lisa con uno sguardo serio. «Non c’è niente.»

«Allora è tutto a posto!» sorrise il ragazzo. «Vi aiuterei a sistemare tutto, ma devo correre dal Mister A: non ama chi arriva in ritardo. Porterò con me la macchia, se per voi va bene. Non mi va di lasciarvi sole con questa cosa. Siete d’accordo?»

Le ragazze annuirono decise – e in effetti non avevano nessuna voglia di rimanere sole con quella creatura disgustosa, sapendo che era stata un’intrusa nascosta nella loro stanza chissà per quanto tempo.

Si salutarono e si accordarono per rivedersi la sera, per discutere di un piano d’azione. Stefano lasciò la stanza, mentre le ragazze si misero a sistemare il disordine. Lisa fu la prima ad avvicinarsi al letto e iniziò a sistemare la coperta, senza però spostare di nuovo il letto contro la parete. Mentre Eva raccoglieva da terra i pezzi di carta sparsi, Lisa infilò la mano sotto il materasso e sospirò di sollievo – le preziose pagine con le istruzioni per creare Itky erano ancora lì, al loro posto. Sorridendo, continuò a sistemare la stanza con entusiasmo, senza accorgersi dello sguardo inquieto della sua amica.

E cosa poteva fare Eva? Sentiva istintivamente che Lisa le stava ancora nascondendo qualcosa, e l’aveva anche chiesto direttamente, ma senza ottenere nulla. Non poteva certo costringerla a parlare con la forza. Le restava solo da aspettare e rimanere in guardia – perché chi poteva dire cosa sarebbe successo, dopo un’intrusione così pericolosa? Un nemico misterioso, che per qualche motivo aveva deciso che il lato oscuro fosse più allettante…

Chi sei e cosa stai cercando?

Serie: Eva e i segreti di Itky


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