
Una lettera per lei
Ciao, tesoro mio,
lo so, ci vediamo spesso e forse ti chiedi come mai ti sto scrivendo una lettera. Cosa mi sarĂ passato per la testa? E perchĂ© ti chiamo tesoro? Tranquilla fa parte della tua natura; cercherĂ² di saziare la tua curiositĂ .
Sai quanto in questi anni io abbia sofferto per la tua vicinanza, per i tuoi sguardi, per il tuo profumo, per il tuo modo di muoverti, per i tuoi sorrisi e per le tue risate. Tu che mi guardavi da lontano, da dietro un vetro immaginario, come un bambino che va allo zoo e capisce che l’animale, anche se è vivo e si muove, soffre. Molte volte avevi il timore di incrociare l’azzurro gelido dei miei occhi, specchio del peso che mi porto dietro. Altre volte invece mi sorridevi e mi tendevi la mano, fantastica creatura. Riuscivi a cambiarmi l’umore con una semplice carezza.
Mi sento piccolo di fronte alla tua enorme sensibilità , e impotente di fronte al potere della tua bellezza, ma la mia non è una sensazione di inferiorità , non fraintendermi, tesoro mio; quello che sento ogni singola volta che ti incrocio nella mia vita è solo un forte senso di stima, che mi fa inginocchiare davanti alla tua fragile potenza. Mi chiedo ogni volta come devo comportarmi per non mancarti mai di rispetto?
Lo so, tesoro mio, quelli simili a me ti hanno fatto soffrire, hanno abusato della tua fragilitĂ , ti hanno maltrattata, ti hanno sottomessa, non hanno dato il giusto valore a te, creatura magnifica, creatrice di vita. Non potrĂ² mai capire appieno la sofferenza che stai passando per colpa di questo mondo così cinico. PerĂ², avendo assaggiato le sbarre e il cemento gelido di questo posto che ti toglie le libertĂ donate dalla vita, mi rendo conto di quanto tu stia soffrendo, e, credimi: ammiro la tua forza.
Le mie non sono frasi fatte, quelle che i miei simili usano per cercare di portarti a letto. Ogni singola parola che sto scrivendo nasce dall’atroce vuoto che hai lasciato quando mi hanno allontanato da te. Non ho mai smesso di pensarti, credimi! Tu sei una parte fondamentale di me; senza di te i miei giorni sono spesi a metĂ . Cosa intendo? Sapendo che ti piacciono i fiori, userĂ² una metafora per fartelo capire. Vivo come una rosa in un prato che, invece che fiorire colorata resta completamente verde e inodore. Priva della caratteristica che la rende completa, che la rende il fiore adatto a dimostrarti l’amore che provo nei tuoi confronti.
Arrivata a questo punto, sono sicuro che una lacrima ti ha già accarezzato le guancette paffute. Piangi spesso e anche il tuo pianto ha qualcosa di soprannaturale; sei magica in ogni cosa. Le tue lacrime: dolci come il miele e carine come la risata di un neonato quando sei felice, poi amare come il veleno e caustiche come l’acido quando sei triste, riescono a fare il bello e il brutto tempo con me e i miei simili. Tesoro mio quanto vorrei tu piangessi solo per la felicità , ma tranquilla le lacrime che ti scendono quando sei triste le divinità le numerano e alla fine presenta sempre il conto.
Mi chiedo molte volte: ma un essere semplice come me, di fronte ad una creatura tanto complessa quanto fragile come te, che senso ha? PerchĂ© questo dono? PerchĂ© ho l’onore di poterti avere al mio fianco? PerchĂ© le divinitĂ hanno creato anche me? Tesoro mio, provo a rispondermi da solo poi lascerĂ² l’ultima parola a te, come sempre. Le divinitĂ mi hanno creato semplice caratterialmente e forte fisicamente per far fronte alle tue debolezze, semplice per aiutarti a superare i tuoi complicati complessi e per non farti mai perdere la fiducia in te stessa, dimostrandoti che non hai bisogno di niente in piĂ¹, perchĂ© sei fantastica giĂ così come sei e forte per difenderti da quelli simili a me che non riescono a capire che sei importante come l’aria che respiriamo. Questo potrebbe il senso del mio dono. La seconda domanda è piĂ¹ complicata in realtĂ : pensandoci, non ho l’onore di averti al mio fianco perchĂ© quello lo devo guadagnare ogni giorno fino all’ultimo della mia breve esistenza, e se ti avrĂ² vicina quando esalerĂ² il mio ultimo respiro allora si che avrĂ² avuto l’onore di averti avuta al mio fianco. SarĂ forse il tanto ricercato senso della vita? Mi sa che lo scopriremo solo alla fine. Beh, rileggendo la lettera forse la risposta alla terza domanda potrebbe essere l’insieme di tutte le cose che ti ho scritto. Le divinitĂ hanno creato anche me per completarti e difenderti da questo mondo pericoloso.
Tesoro mio, voglio dirti una cosa che mi premeva dirti da molto tempo, in realtĂ vorrei urlartelo non per spaventarti ma perchĂ© vorrei liberarmi da questo mostro che ho dentro. Ăˆ come avere un tizzone ardente nello stomaco. Ti chiedo scusa a nome dei miei simili, per tutte le cattiverie che hai dovuto subire nella tua vita, che stai subendo e che, ahimè, dovrai ancora subire. Mi vergogno per loro…Quando sento il male che ti hanno fatto, mi verrebbe voglia di strapparmi la pelle e rotolarmi nel sale per darti una misera consolazione, ma so che in fondo tu non cerchi vendetta, anzi, tu perdoni e ami anche quando dovresti serbare rancore e odiare! Ami con tutte le tue forze, talvolta rischiando la vita, nei migliori dei casi! Quante volte ancora dovrai perdere la battaglia tra odio e amore? Io sono una goccia d’acqua nell’oceano, insignificante come un granello di sabbia tra i tanti del deserto; non posso cambiare quello che il mondo pensa di te e ti chiedo umilmente scusa per non avere la forza necessaria per difenderti in ogni singolo momento. So che tu mi perdonerai, lo fai sempre, che tu sia una madre, un’amica, una sorella, una compagna di classe, una collega di lavoro, una fidanzata, una moglie… sei fantastica sempre, e per quello che mi riguarda come uomo ti prometto che farĂ² del mio meglio per ottenere l’onore di averti al mio fianco.
Spero di aver saziato la tua dolce, simpatica e stuzzicante curiositĂ ! Sei il mio tesoro piĂ¹ grande e voglio che tu lo sappia, voglio che ogni volta che ti trovi in difficoltĂ tu sappia che ci sono io, sempre pronto ad aiutarti e voglio di nuovo chiederti scusa per il male che ti hanno fatto quelli simili a me, meglio conosciuti come uomini. Spero di poterti amare presto, da vicino.
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