Volontà e velleità
Chiavari, 29 Novembre 2023
Carissime, Carissimi, Spettabili, Gentili ed Egregi,
per quanto i presupposti di quello che sto per chiedervi siano effettivamente improbabili, di questi tempi non si può proprio mai sapere e bisogna pensarle davvero tutte. Quindi ecco cosa vorrei che faceste nel caso in cui io dovessi morire.
Lo so, non succede, ma se succede, meglio essere preparati. “In the unlikely event”, come dice una signorina dal tono del tutto impersonale ogni volta che sono lì lì per addormentarmi su un aereo.
A proposito di questo, vorrei aprire una parentesi per condividere con voi la considerazione su come “In the unlikely event” sarebbe, secondo me, il titolo perfetto per un B movie sul genere aviazione catastrofica, se fossimo ancora a cavallo fra gli anni settanta e i novanta. Sentite come suona bene. Pensatelo pronunciato da una voce baritonale fuori campo al termine di un trailer concitato fatto di fotogrammi scollegati l’uno dall’altro proiettati su schermo IMAX in una sequenza che parte con lentezza per poi svilupparsi con cadenza sempre più frenetica e terminare in un’esplosione di immagini abbaglianti e quasi incomprensibili che si concludono con le quattro parole scandite IN-THE-UNLIKELY-EVENT scritte in bianco su fondo nero. E tutto senza usare una virgola. Ammettetelo, non vi viene già voglia di andare al cinema? Parentesi chiusa.
Tornando a noi, vorrei che mi faceste un funerale in cui mi mettete in discussione, dove mi fate notare in cosa ho fatto bene e in cosa invece avrei potuto migliorare, così che mi rimangano gli appunti per la prossima volta. Poi, quando proprio proprio proprio vi sarete assicurati che io sia effettivamente morto, vorrei che mi cremaste.
Una volta che si saranno raffreddate le ceneri e non sarò più un pericolo per i polpastrelli di nessuno, fatene un po’ di mucchietti e divideteli fra chi ha piacere di prenderli, ma conservatene due.
Uno lasciatelo a Chiavari. È la città che amo, dove sono cresciuto, dalla quale mi sono allontanato per un po’ di tempo ma verso la quale sono sempre voluto tornare, sino alla fine. Cimitero, per terra, in un’aiuola, in spiaggia, non importa, vedete voi come vi viene meglio. Basta che non sia proprio alla mercé della cacca di piccione.
Per l’altro, organizzate un viaggio in macchina e portatelo a Tübingen. Vorrei che faceste il Passo del San Gottardo per arrivarci, non il traforo, quindi conviene che vi muoviate con la bella stagione.
Una volta arrivati, mi piacerebbe che un po’ di quelle ceneri fossero sparse per le vie del centro. Sì, lo so, è una cosa che non si può fare, quindi non ve la sto chiedendo, è solo un ipotetico desiderio. Ci siamo capiti, no? Probabilmente una cosa più fattibile sarebbe quella di spargermi nel grande parco che sta sulla Wilhelmstrasse, la via dove è nata la storia d’amore fra me e quella città. Ci si arriva superando il ponte che sovrasta il Neckar, al limite chiedete. Per piacere non nel fiume però, che poi è un attimo ritrovarsi nel Mare del Nord senza sapere come ci si è arrivati.
Direi che è tutto, se vi doveste trovare in difficoltà, fatemi sapere che vedo cosa posso fare.
Con affetto.
Roberto Toso
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco
“Tornando a noi, vorrei che mi faceste un funerale in cui mi mettete in discussione, dove mi fate notare in cosa ho fatto bene e in cosa invece avrei potuto migliorare, così che mi rimangano gli appunti per la prossima volta. “
Ho trovato il tuo racconto molto bello (come sempre!) e in particolare mi ha colpito questa frase! L’ho letta un po’ come voler rompere gli schemi sociali per cui, ai funerali, si raccontano solo le cose belle del defunto
Ciao Tatiana, ci hai visto giusto. Ricordare di una persona è ricordare tutto, siamo amati anche per i nostri difetti, oppure odiati anche se abbiamo lati positivi. E per come la vedo io è tutta una questione di imparare e muoversi di una casella in avanti. Grazie per aver letto!
Originale, come sempre. Tra l’esorcismo della scrittura e l’amore per la vita e per i luoghi amati, si respira un clima lieve e rincuorante. La tua arcata è intrisa di luce, nonostante le ceneri.
Grazie Luigi di averlo letto.
Bello e divertente
Grazie Rocco, deliri che ogni tanto mi partono 😂
Un bellissimo testamento, non avessi paura di essere cremata (il che è abbastanza ridicolo) ne scriverei uno pari pari. Vorrei che le mie ceneri fossero sparse a Girona, in Cataluna, dove ho trascorso il periodo più felice della mia vita: conservo l’idea romantica di viverci in vecchiaia, ma in cuor mio so che non sarà così.
E pensa che l’ho consegnato esattamente così al mio amico avvocato, ce l’ha conservato in cassaforte🤭
“Tornando a noi, vorrei che mi faceste un funerale in cui mi mettete in discussione, dove mi fate notare in cosa ho fatto bene e in cosa invece avrei potuto migliorare, così che mi rimangano gli appunti per la prossima volta. “
Strano come, dopo la morte, le persone tendano a vederci in tutt’altro modo di come ci rappresentavano da vivi
Molto originale il pensiero che hai avuto per coloro che restano. Direi utili per non dare troppo da fare e da pensare. Molto acuto, mi sa che prendo esempio. Bravo
Continuo che non avevo finito, ma è scappato il dito. Dicevo, bravo e veramente originale. Scritto bene, come tuo solito. Secco e asciutto.
Ma si belin, così si fanno pure un viaggio, sto mettendo i soldi da parte apposta 🙂 . Grazie Cristiana, i tuoi complimenti colpiscono sempre nel segno
“Poi, quando proprio proprio proprio vi sarete assicurati che io sia effettivamente morto, vorrei che mi cremaste.”
Ho adorato ogni singola parola di queste ‘ultime volontà’. Frizzante, umoristico, da parlantina logorroica che spiazza e fa ridere di cuore. Mi piace perché è diverso, originale e dinamico. Complimenti!
Grazie Rita, devo confessare che avevo qualche dubbio sull’opportunità del testo, che cadeva come pioggia sul parabrezza. Continuo ad averne, ma è bello ricevere di quando in quando un colpo di tergicristallo. Ancora grazie.