ZOMBIE

Chi sono, da dove vengo e dove vado, sono domande che mi faccio ogni giorno, non per qualche velleità filosofica, ma perché non me lo ricordo proprio. Dicono che ho un amico tedesco che mi accompagna tutti i giorni di cui non ricordo mai il nome.

《TATIANA! COME CAZZO SI CHIAMA QUESTO AMICO?》

《Alzheimer si chiama Sig. Benito Maria.》

《Ah! Giusto, devo tenerlo a mente. Ma che tipo è? Deve essere molto discreto e soprattutto invisibile. Ne sento parlare un po’ da tutti ma non lo incontro mai. Se lo trovo gliene dico quattro, o meglio vier o fünf così mi capisce.  

《ALZHEIMER! ALZHEIMER VIENI FUORI CHE TI DEVO PARLARE! DOVE TI NASCONDI? CAZZO! LO SO CHE SEI QUI!》

《Ma Sig. Benito Maria non si agiti, altrimenti poi sta peggio, e sa che le dico, è meglio che Alzheimer non la venga a trovare oggi, è per il suo bene.》

《Ma che cazzo di amico è che non si fa mai vedere e che non incontro mai? Non è che mi sta prendendo per il culo? Alzheimer qua, Alzheimer là, ogni cosa che faccio e dico – che tra l’altro non me la ricordo – mi state tutti a dire che è colpa di Alzheimer! Ma poi dico io, che colpa ha Alzheimer per le cose che faccio o non faccio io? Prendetevela con me cribbio! Come direbbe quel tale, cazzo come si chiama, quello basso coi tacchi, sempre in mezzo a tante belle gnocche che gli corrono dietro che poi mi chiedo cosa trovano in lui che io non ho, abbiamo quasi la stessa età!》

《Ma chi, Silvio? Lui è un po’ più giovane di lei.》

《Ah Silvio, giusto! Come quello della poesia di Ghepardi.》

《Ma no! Era A Silvia, come la poesia di Leopardi!》

《Sì, vabbè! Pardi Leo, Leo Pardi, stessa famiglia maculata.》

《Lei è irrefrenabile, non si contiene mai. È come Silvio.》

《Anche lui è incontinente?》

《Ma cosa ha capito, lui corre dietro alle badanti giovani e se le sposa.》

《Sai che ti dico Tatiana, ho pensato anch’io di chiederti la mano. Dai! Facciamo anche noi un non matrimonio.》

《Non ci penso nemmeno, e poi dove andremmo ad abitare se ci sposassimo?》

《Ar core non si comanda, stiamo già bene qua.》

 《Sig. Benito Maria, ad Arcore si comanda, mica qua in casa Anni Sereni.

《Ti ricordo Olga che io..…》

 《Tatiana, Sig. Benito Maria.》

《Vabbè, ti ricordo Tatiana che io ero un generale di corpo d’armata molto rispettato.》

《Sì, sì me lo ricordo. Però, quando va di corpo, si ricordi di tirare lo sciacquone, e che pisciare dietro la collina è solo un testo di una vecchia canzone, e no sta bene farlo neanche per un generale di corpo d’armata. Non stia ad ascoltare il povero Francesco della stanza accanto; canta sempre la stessa canzone, Generale, perché le altre che ha composto non se le ricorda. Anche lui ha quello stesso amico in comune con lei. Intona quella canzone ogni volta che viene a trovarlo la donna cannone, così chiama Berta, la badante ucraina un po’ rotondetta – con le classiche doti del Friul: panza, tette e cul – scappata dall’inferno della guerra.》

《Ma la guerra, se ben ricordo, non era finita? Abbiamo sconfitto i nazisti! Vero?》

《Sì, adesso è una guerra tra i filo russi del Gruppo Wagner contro gli ucraini del battaglione Azov.》

《Beh! Chi se ne frega, che si ammazzino pure, sono tutti nazisti!》

《I russi speravano o credevano in una guerra lampo ma poi, come succede spesso a molti di noi, la lampo si è inceppata. Col senno di poi potevano restare più abbottonati. Oddio che ho detto, il bottone rosso è peggio della lampo. Speriamo che non lo tocchino! Mai!》

《Visto che la blitzkrieg si sta prolungando da mesi, e che gli ucraini non possono sconfiggere i russi perché sono in pochi, gli aiuti militari diamoli ai russi cosicché la lampo si sblocchi, con buona pace per tutti i pacifisti veri e non.》

《Di cazzate ne ho sentite tante alla televisione, ora ci si mette anche lei? Per aiutare l’Orso russo ci pensa già l’Orsini italiano, penso a sua insaputa.》

《Sì hai ragione, però dice sempre condanno Putin, condanno Putin, condanno Putin come un mantra.》

《Lo sa che, a proposito di generali, sono molti i generali russi morti in prima linea: più di dieci.》

《Ecco perché le Generali si sono defilate, o meglio ritirate, da quel fronte; non stipulano più polizze sulla vita. Le nuove polizze in caso di morte, ora molto probabile del sottoscrittore, sono lievitate e di molto; il premio annuo è altissimo.》

Dopo un momento di silenzio, la classica quiete prima della tempesta, eccolo continuare:

《Adesso voglio ascoltare la radio》. Il generale prende una radiolina e l’accende mettendo il volume al massimo.

《Cos’è questa confusione? Abbassi la radio! Ma no, non la metta per terra! Abbassi il volume!》

《Io non ci vedo bene, e non ci sento neanche, metti su radio 80 o su radio Birikina. Solo ti prego, non mettere radio Maria per Dio! Sono radio che trasmettono gli ultimi successi come questo: Rasputin dei Boney M.》

《A proposito di Putin, lo sa che non sta bene, e anche la sua polizza denominata giustamente Ras-Putin non verrà rinnovata?》

《Perché?》

《Perché, così dicono le assicurazioni, Putin non vuole farsi visitare. E poi, visti i troppi sosia in giro, non si fidano. 

Adesso stia un po’ zitto e apra bene la bocca che la minestrina si raffredda.》

《Io non sto zitto e buono come quei naziskin o come diavolo si chiamano! Io non sono rincoglionito come il povero Vittorio, il mio amico giornalista dalla mente un po’ infeltrita e dalla parlata sgarbata come quella di quell’altro Vittorio critico di tutto. Lo sai che per addormentarsi, sarà per il nome che hanno in comune, contano le pecore perché le capre! capre! capre! sono finite, con tutti quei capi in cachemire che hanno nell’armadio, altro che scheletri! Tatiana o Olga, come vuoi che ti chiami, non ricordo se ieri ho letto il giornale di oggi o oggi quello di ieri.》

《Legga quello di oggi che così non si sbaglia, ma non lo legga al rovescio che poi s’incazza perché illeggibile per i troppi errori di stampa.》

《Hai ragione, non ci sono più i correttori di bozze di una volta. 

Non so se ti ho già raccontato questa storia. Ricordo quando son partito per la guerra. Ricordo vedendo quello vecchio scarpone

indicando con un cenno della mano uno scarpone riposto in un angolo della stanza, quel motivetto scritto su di uno spartito Ricordi. Allora sì ero un buon partito.》

La badante pensando tra sé Ora mi sa che è del tutto partito.

《Ora vivo solo di ricordi, peccato che ne ricordo pochi. Forse la fine è alla breve. Vedi Olga, sono tagliato per questo tempo tagliato.》

《Non l’ho capita ma non importa.》

《È solo una battuta musicale, dai sorridi Tatiana! Ricordo, anzi rimembro》 prosegue il generale 《 quando il membro era verga e non racconto balle: questo è verismo, mica cielodurismo!》

《Si contenga generale! Sta scivolando su ricordi fallici.》

《Hai ragione: ora sono più fallaci che mai. Mi hai fatto ricordare Oriana, una giornalista che con La rabbia e l’orgoglio ha dimostrato di essere una pasdaran del giornalismo.》

《Sig. Benito Maria, lasci perdere l’Oriana e finisca questa piadina visto che non ha i denti. Ora solo Loriana fa per lei.》

Il povero generale, come un fiume in piena, continua nei suoi vaneggiamenti.

《I ricordi, Natasha, sono ricordi quando ancora te li ricordi. Io non li ricordo i miei ricordi. Mi consola solo il Recordare, brano sublime della messa da requiem K626 di W.A.Mozart per 4 voci e orchestra.》

《Ogni tanto qualche ricordo affiora dalla sua mente. Però, a pensarci bene, Recordare fa parte della famosa messa da morto.》

 《Vedi Tatiana, quando si vive solo di ricordi si è vecchi. Io che sono vecchio, e non ho più ricordi, sono un morto vivente: uno zombie. Però mi ricordo di una poesia intitolata Zombie. Aspetta un momento, ho conservato un fogliettino nel comodino. Me lo prendi per favore?》

Tatiana, forte di un’infinita pazienza, apre il cassetto. Tra fazzolettini sporchi, briciole di biscotti, pastigliette e cianfrusaglie varie trova un foglietto tutto stropicciato. 

《Brava, ho visto che lo hai trovato. Me lo leggi per favore?》

Tatiana indossa gli occhiali da lettura e con un accento slavo inizia a leggere.

ZOMBIE

Scusa se non mi sono fatto vivo: è perché sono morto/

È vero, sono morto; ma per te resterò sempre vivo/

In vita ero molto ricercato: vivo o morto/

Ora sono uno zombie: un morto vivo/

Però anche in vita mi sentivo morto/

Morto in quel che era in me più vivo:

vivere la vita con la morte nel cuore/》

《Ma chi è l’autore?》

《È di un certo Febo, Fabio…..Ah, Fabius P.》

《Ma la lettera pi puntata cosa sta a significare?》

《Non so, sarà per poeta o semplicemente pirla, chissà!》

《Fa un po’ ribrezzo, d’altronde uno Zombie…….》

《Però a me la poesia piace perché è come me: è tra la vita e la morte. 

Senti Tatiana, ma domani Alzheimer viene a trovarmi?》

《Mi sa proprio di sì, generale.》

《Bene, bene. Allora mi farò trovare lucido.》 

《Bravo! Cominci con lucidare gli stivali, o meglio quello vecchio scarpone a cui è tanto affezionato. 

Vedo che le sta calando la palpebra. Forse è meglio che si dimentichi di Zombie perchè la rende triste. 

Venga dai, che l’accompagno a letto.》

Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

  1. Un racconto che dimostra una certa scaltrezza nelle scelta delle parole, tra ironia e altisonanza, che vanno a comporre un’atmosfera grottesca e surreale, che per originalità e simpatia mi ha ricordato certi brillanti passaggi del fumetto Alan Ford. Più unico che raro, chapeau

    1. Ebbene sì, maledetto David!!! Mi hai scoperto, Fabius P. è il vero Stanislao Moulinsky. Per la patente di pseudo scrittore continuerò comunque a prendere lezioni Di Guida forse, chissà, in un futuro distopico😂.

    1. Ti ringrazio Cristiana. I giochi di parole sono il fil rouge di tutti i miei racconti. Mi divertono e sono il marchio di fabbrica di Fabius P. Se divertono anche qualche lettrice o lettore occasionale continuerò finché la vena non si esaurirà

  2. Grazie Fabius, dopo tre giorni di reclusione forzata per positivita` al covid, non potevo sperare di meglio, per risollevarmi l’ umore. Un piccolo aiuto per le mie difese immunitarie.
    A differenza del sig. Benito Maria, Fabius il poeta mi e` parso molto lucido, ispirato, e acuto piu` che mai. Bravo!

    1. Spero ti negativizzi velocemente mantenendo la tua solita positività. Anche una persona inutile come Fabius P. può rivelarsi utile per qualcuno. Sono davvero contento. Grazie M.Luisa.

  3. Hai ragione. Manca una “i” in “lo sai” e poi scombina il testo. Vedi mi ci vorrebbe un correttore di bozze perché l’Alzheimer incombe. Grazie Carlo. ✋✋

  4. Bello ritrovarti Fabius! Irriverente come al solito e con una bella satira, anche il tema iniziale dell’Alzheimer mi è piaciuto parecchio, con simpatico rispetto. Non capisco perché hai abbandonato la narrazione in prima persona e da metà sei passato in terza. Mi ha un po’ confuso questa cosa