
1. La Zona Grigia
Serie: Uomini
- Episodio 1: 1. La Zona Grigia
- Episodio 2: 2. L’uomo che non piange mai
- Episodio 3: Di ciò che resta
- Episodio 4: Venerdì
STAGIONE 1
La prima ora del martedì è sempre la peggiore. Aula 4C, liceo scientifico “Foscolo”, periferia nord. Matteo entra alle 7:55. Accende il proiettore. Il neon sopra la cattedra ronza, intermittente. Nessuno parla. Un ragazzo in fondo stropiccia una bottiglietta di plastica. Un altro ride, piano.
La lavagna ha ancora tracce di disegni osceni cancellati male. In un angolo, una scritta sottile a pennarello:
«mat prof molesto».
Nessuno l’ha cancellata. Nessuno l’ha firmata. Lui la guarda. Non dice niente. Gira la pagina del registro, comincia la lezione.
Pirandello. Maschere, identità, il corpo che parla prima della voce.
«La verità non è mai tutta da una parte sola», dice.
Nessuno prende appunti. Nessuno fa domande.
Alessia è seduta nella seconda fila. Maglione grigio, capelli raccolti, un elastico al polso. Non sorride più da giorni. Forse da settimane.
La frase, quella frase, l’ha detta in corridoio.
«Stai bene oggi. Hai un bel viso pulito.»
Non lo aveva preparato. Gli era uscita. Voleva solo… cosa? Rompere l’indifferenza. O forse cercare uno sguardo riconoscente. Lei non aveva risposto. Aveva solo abbassato lo sguardo.
•
Due giorni dopo, il colloquio con la dirigente. Ufficio al secondo piano. Luce fredda, pareti gialline.
«Una ragazza si è detta turbata. Nulla di grave. Nessun gesto. Ma un commento, uno sguardo. Le ha fatto male.»
«Si riferisce a me?»
«Non ci sono nomi. Ma la descrizione sembra… compatibile. Preferiamo tenere monitorata la situazione.»
Nessuna accusa. Nessuna certezza. Solo la parola: disagio.
•
Da allora, silenzi. In sala docenti si parla solo del tempo. Lui ascolta, prende il caffè dalla macchinetta, siede lontano.
Un collega l’ha salutato con un cenno. Un altro ha fatto finta di leggere. Le cose accadono senza accadere davvero.
•
Quel pomeriggio, tornando a casa, si ferma in un bar. Lo stesso di sempre. Odore di fritto e detersivo.
Ordina un caffè. Siede in un angolo. Apre il taccuino.
Scrive:
«Non c’era malizia.»
«Era solo uno scambio.»
«Forse ho sbagliato tono.»
Cancella tutto.
Poi scrive ancora:
«Le ho toccato il braccio?» No.
«Ho guardato troppo?» Forse.
«Ho aspettato una risposta che non dovevo cercare?» Sì.
Chiude il taccuino.
Beve piano.
Guarda fuori.
Piove.
•
Torna a casa a piedi. Il giubbotto aperto. Le mani in tasca.
Nessun ombrello. Un vecchio lo guarda passare, scuote la testa.
Matteo non se ne accorge.
•
A casa, toglie le scarpe nel corridoio. Butta lo zaino sul divano. C’è un piatto sporco nel lavello da due giorni. Nel frigo: mezza mozzarella, una birra aperta, tre uova. Accende la luce della cucina. Non mangia.
•
Sdraiato sul letto. Lettere a un giovane poeta. Sottolinea una frase:
«L’essenziale è avere pazienza verso l’incompiuto nel cuore degli altri.»
La legge due volte. Chiude il libro. Guarda il soffitto.
•
In sogno, la vede. Alessia. Seduta su una sedia. Non parla.
Matteo si avvicina. Le dice: «Scusa». Lei non risponde.
•
Mercoledì. Aula vuota. Lui entra presto. Cancella la lavagna. La scritta si vede ancora, in trasparenza.
Appoggia le mani sulla cattedra. Chiude gli occhi.
•
Durante un’ora buca esce da scuola, prende la metro. Due fermate. Poi cammina. Ritorna nello stesso bar.
Lo stesso odore, lo stesso barista, lo stesso rumore di cucchiaini.
Ordina un altro caffè. Siede nel solito tavolo. Apre il taccuino, strappa le pagine che ha scritto e nella prima pagina bianca scrive solo tre parole:
«Io non so.»
Lo lascia lì. Sul tavolo. Vicino alla tazzina vuota.
Non lo dimentica. Lo lascia.
•
Cinque minuti dopo, entra un uomo. Cinquantenne. Giubbotto blu. È un tassista. Si chiama Riccardo.
Ordina anche lui un caffè. Siede. Nota il quaderno.
Lo apre. Una sola pagina scritta.
Lo legge.
Lo richiude.
Lo infila nella tasca interna.
Beve. Esce.
Serie: Uomini
- Episodio 1: 1. La Zona Grigia
- Episodio 2: 2. L’uomo che non piange mai
- Episodio 3: Di ciò che resta
- Episodio 4: Venerdì
Secondo me è ben fatto. Pennellate rapide, nulla di troppo. Anche il monologo interiore affidato al taccuino risulta efficace nella sua stringatezza. E così pure l’aggancio al successivo episodio, che non ho ancora letto.
Mi piace questa nuova serie 😍 Bravo!
Molto onesto il tuo racconto, capace di risvegliare tanto in tanti.
E bravo Rocco. Un incipit pungente, fastidioso. Parole che insinuano dubbi in chi legge e in chi è letto. Un tema di grande attualità che va gestito, non bene… Va gestito e basta.
Frasi brevi, essenziali, descrizioni minimali, che suggeriscono più che spiegare. Quanto basta per creare l’atmosfera e un pizzico di suspance. Mi sembra di capire che ti frulla un’idea? Un buon inizio!
E meno male che in questo periodo non scrivi bene… Mi piace tantissimo l’interrogatorio che Matteo fa a sé stesso: il disagio per quell’attrazione che ha verso la sua alunna e la paura di non saperla gestire. Bravo.