
17/6/2025
Serie: Storia di un 74
Notte prima degli esami. Non il film, la realtà. Perché, meschino dietro l’angolo, mi attende lo scritto di italiano.
Autori che so: Pirandello, Svevo e qualcosa di Verga.
Autori che non so: tutti gli altri.
Direi che le premesse sono ottime. So abbastanza di attualità, dai; se c’è la traccia sull’IA sono a cavallo. E ci deve essere la traccia sull’IA, altrimenti le cose si mettono male.
Predizioni:
A1 Calvino
A2 D’Annunzio
B1 Inquinamento
B2 Salute mentale
C1 Guerra
C2 IA
Viva la B2 e la C2, sarebbe un sogno. Che non si avvererà mai, ma permettetemi di illudermi prima di andare al macello. Ci sono quattro nomi che mi faranno da guida, i quattro nomi degli unici autori che ho studiato seriamente: Verga, Pirandello, Svevo e qualcun altro che non mi ricordo. Nel caso punto sull’attualità, pregando che le tracce non siano tutte sul cambiamento climatico. Sono parecchio agitata, perché il tema è la prova in cui devo andare meglio, i miei 16 punti alla simulazione di maturità devono rimanere tali anche alla prova effettiva.
Dicono che quest’anno nelle tracce di analisi del testo uscirà Svevo; lo spero tanto, dato che, come ho già ripetuto due volte, è uno dei pochi autori che mi sono rimasti in mente. Il problema grosso è che tutta la parte di poesia è rimasta abbandonata nel vuoto cosmico del nulla; magari è ancora lì, in un posticino recondito della mia mente, fatto sta che il simpatico posticino è al momento irraggiungibile.
E così domani sei ore di agonia. Mi stanno raccomandando tutti una sola cosa, in questi giorni.
Di studiare? No.
Di utilizzare una sintassi decente? Nemmeno.
Di usare una grafia leggibile. E questo sarà un grosso problema. Scrivo tutto verso destra, piccolissimo, un misto tra la grafia di Baudelaire e quella di Mary Shelley; insomma, non si capisce niente. Passo metà delle verifiche a cercare disperatamente di rendere le p delle p e non delle v deformi, fallendo la maggior parte delle volte. E così domani dovrò spendere circa due orette a capire come scrivere la m e la r in modo che siano riconoscibili come tali. E così domani inizia la maratona degli esami. Non potete immaginare la mia voglia di fare ‘sta cosa. Ma, se è il prezzo da pagare per uscire dal girone dei classicisti, allora lo pagherò. Però devo dire che vado preparata. No, non mi riferisco allo studio, ma a qualcosa di fondamentale, molto più importante: il cibo. Mi porto sostanzialmente mezzo frigo. È che ho sempre fame, specie durante i test, perciò mi devo portare dietro chili di roba per tenere a bada il mio stomaco che dopo una mezz’oretta dall’inizio delle prove solitamente inizia a brontolare disperato. Noi ridiamo e scherziamo (mica tanto, ma sorvoliamo), ma uscirò da scuola alle 15:00, e se non mangio qualcosa prima muoio.
Magari nella sezione dell’attualità esce una traccia sul cibo, chi lo sa; in quel caso sarei preparatissima. No, concentriamoci, la traccia sul cibo non uscirà mai. Non c’è un autore che parla di cibo? Émile Zola! Perché è il Gorgonzola, il formaggio, e l’abbreviazione è Zola…
Per citare Giacomo Poretti, le spiego anche le cagate che dico: la mia materia grigia si sta dissolvendo. Ottimo, ottimo, la prova di domani si preannuncia un gran successo, non vedo l’ora di far rivoltare nella tomba un po’ di poeti.
Ad ogni modo, ora è il caso che mi eclissi, dato che forse forse una ripassatina a Montale non mi farà così male.
Auguratemi buona fortuna.
Serie: Storia di un 74
Avete messo Mi Piace6 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Lettura scorrevole, piacevole. Ma assolutamente non banale. Riesci a trasmettere moltissimo in poche righe, il senso di cosa sta succedendo “adesso”. Tra le varie chicche, la citazione a G. Poretti 🙂
Brava!
Grazie, Antonio!
Davvero piacevole, Viola, me lo sono bevuto in un sorso. Ho trovato gradevole l’ironia con cui accompagni il lettore e intrigante la questione sulle possibili tracce. Infine, tra i vari mostri sacri citati, l’epilogo con la citazione di Giacomo Poretti mi ha fatto sorridere. Grazie per la lettura
Grazie a te, Paolo!
Carinissimo questo tuo calvario. Mi ricorda il mio, così lontano da sembrare quello di un altro. Comunque brava, Viola: autoironica e sciolta. Ma poi la maturità? Superata bene?
Grazie, Giuseppe! Ho deciso di raccontarla tutta, negli episodi a venire, ma in generale sì, sono contenta. E, soprattutto, l’ho superata. Questo era tutto ciò che chiedevo.
Cara Viola, credo che oramai i classici dadi siano stati tratti. Tuttavia, ho letto davvero tanto volentieri questo tuo inizio (spero lo sia) di una cronaca familiare.
Un po’ ti invidio. Invidio la tua fresca giovinezza, invidio la tua capacità di scrivere alla tua età che anche io ho avuto, ma quasi un secolo fa. Invidio la tua schiettezza e il fatto di non scontarti nulla.
Sia chiaro, la mia invidia è di quelle buone e, forse, dovrei chiamarla rimpianto di qualcosa che non può tornare.
Alla tua età ho frequentato anche io un liceo (scientifico nel mio caso e contro la mia volontà), anche io leggevo moltissimo, ma mi è mancata la tua capacità di mettere su carta le mie emozioni. Ancora oggi le ricordo tutte, ma scriverle a questa età diventerebbe niente altro che un romanzo di formazione.
Invece, le tue parole, attuali proprio perché cronaca dei tuoi giorni, mantengono una particolare freschezza. Invidiabile, appunto.
Il mio semplice augurio è che tu continui a scrivere di te, di quello che ti passa per la testa, della tua quotidianità, qualunque essa sia. Perché lo fai davvero bene. Complimenti Viola, a prescindere sempre dal voto di maturità.
Ciao Cristiana, ti ringrazio di cuore per il tuo commento, mi sono commossa.
Non sono mai molto sicura quando pubblico qualcosa che mi riguarda, che parla di me invece che di mondi altri e improbabili invenzioni. Ho sempre scritto di me, riempiendo agende su agende, penso sia un ottimo modo di fare un po’ di ordine in mezzo al caos del cervello umano, ma volte diventa faticoso attenersi all’abitudine del diario, e pubblicare mi regala motivazione.
La decisione di pubblicare in particolare la cronaca della mia maturità viene principalmente da un’esperienza che doveva essere seria e che è invece diventata tragicomica (almeno dal mio punto di vista)… Non potevo non raccontarla.
E allora io aspetto il resto con tanta voglia di leggerti 🙂
Grazie mille, davvero, apprezzo tantissimo ❤