27 AGOSTO – 6 SETTEMBRE

È fine agosto. L’estate sta finendo ma si va ancora a la playa. Come ogni anno, e per l’ottantaduesima volta, lui ha lasciato il suo lago incantato in mezzo ai monti natii delle Highlands scozzesi per raggiungere una lontana meta. Riveder la sua amata era la sua meta, doveva raggiungerla anche se si trattava di una meta lontana, lei doveva diventare la sua dolce metà, così da formare con due metà una coppia unita e stabile.

Non è un amore da favola, lei non è la bella, lui non è la bestia. Un amore impossibile ugualmente li lega, incomprensibile per noi umani tant’è difficile da immaginare. 

Lei compare a fine agosto e poi scompare in quei primi dì di settembre di ogni anno; lui, come in un eterno incantesimo, la rincorre senza sosta. Mai si è mostrata a occhi umani per timore, forse per non incutere terrore.

Una spiaggia lunga e stretta dell’alto adriatico a un bacio da Venezia l’attende. In passerella star internazionali e stelle del cinema nazionale l’aspettano per renderle il giusto omaggio, lungo quel famoso lido che ogni anno si riempie di curiosi. Anche lui è là, laddove nessuno lo sa, per riabbracciare la sua bel—.  Beneamata. 

Quanti registi pluripremiati, quanti attori e attrici in pose ammiccanti sfilano davanti a frotte di fotografi, lungo quel tappeto rosso che corto non lo è di certo, pronti a rubare un ultimo scatto, a immortalare un nuovo astro nascente, a trasformare un attore sconosciuto in un mito.

Lui è Nessie, il mostro sfuggente di Loch Ness che in molti giurano di aver visto ed altri intravisto. Altri, ancora, di essersi connessi con Nessie su qualche pagina web.

Lei non è bella, brutta è a dir poco un eufemismo, non è una fiera eppure è fiera della sua mostruosità. Solo a Nessie si rivela, rendendosi visibile ai suoi occhi mostruosi ma dolci.

“Io sono leggenda” disse un tempo Will Smith in un suo fortunato film, ignorando Nessie e la mostra del Lido. Loro sono leggenda, dear Mr. Smith, una leggenda che dura e si rafforza nel tempo. 

Per noi è una storia tra due amori impossibili, bella e orribile, a ricordarcela quel tappetto dal colore rosso porpora, questo cela il red carpet, la mostra invisibile, la mostra per antonomasia, la Mostra dell’arte cinematografica di Venezia, la mostra della Mostra che mai si mostra.

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Discussioni

    1. La mostra, come una delle tue Ombre, mi è apparsa questa notte in sogno per dirti: «Grazie Arianna, è stato un piacere conoscerti, chissà, forse prima o poi ci incontreremo, basta solo un po’ di fantasia». Poi, lei è scomparsa, come una comparsa dopo una breve apparizione. Nonostante il tempo passi anche per lei ho constatato che essere sempre brutti porta dei vantaggi: infatti la mostra gli anni non li dimostra.

  1. Fino all’ultimo mi hai tenuto con il fiato sospeso come fosse un thriller. E sul finale, come sempre, mi hai divertito e spiazzato. La mostra del cinema di Venezia ispira. Tempo fa anch’io, presa dalle sensazioni contrastanti di questo evento fenomenale, scrissi alcuni racconti sul tema. La tua narrazione si distingue, ancora una volta, per lo stile unico e inconfondibile.

  2. Il successo è successo, ma poi è successo qualcos’altro e lui (il successo) ritorna ad aspettare la Mostra, ma senza un vero amore (l’arte) resterà solo un’avventura di fine estate. Bravo e grazie per la lettura, Fabius🙂

    1. Mi sembra, Concetta, che tu abbia capito il concetto di scrittura alla Fabius P. Un utilizzo esagerato però non è garanzia di successo. Con me non è successo, forse perché tante idee mi vengono sul ces—.

  3. Davvero bella, Fabio, questa fiaba che parte al ritmo dei Righeira e che dalla Scozia serpeggia fino all’Adriatico, per poi rampognare un auto-millantato-mito e conclamare un amore impossibile. Complimenti. Ciao, a presto