3 – La casa di notte
Serie: Obbedienza
- Episodio 1: 1 – Arrivo
- Episodio 2: 2 – La luce del mattino
- Episodio 3: 3 – La casa di notte
STAGIONE 1
La casa cambia quando cala il buio. Le luci ai piani alti si spengono una dopo l’altra, lasciando solo un corridoio tiepido e la linea sottile che filtra da una porta socchiusa. Felicia attraversa il disimpegno a passi lenti. Ha ancora l’odore del detersivo sulle mani, la pelle umida per il lavoro del giorno.
La sua stanza è in fondo. Una lampada sul comodino diffonde una luce bassa che non invade. Felicia si siede sul letto, il camice leggero che le scivola sulla schiena. Le spalle si abbassano appena, il corpo prende una forma più morbida. Raccoglie i capelli, li lega in un nodo semplice e si massaggia la nuca con un gesto breve.
Un rumore leggero dal corridoio. Il passo di Riccardo. Regolare, deciso, inconfondibile. La maniglia si muove. La porta si apre quel tanto che basta per disegnare la sua sagoma contro la luce del corridoio.
Felicia si raddrizza senza pensarci. Le mani restano vicine al grembo, il respiro breve.
Riccardo entra. Chiude la porta con un movimento lento. Non si avvicina subito; si ferma un istante, osserva la stanza, poi posa lo sguardo su di lei.
«Non dormi?»
La voce è bassa. Il tono non rimprovera. Constata.
Felicia scuote la testa.
«No, signore.»
Nel silenzio sente il proprio cuore battere con un ritmo diverso. Riccardo si sposta verso il comodino, controlla la foto della madre posata lì. La tocca appena con un dito, senza mostrare intenzione.
La stanza sembra più piccola con lui dentro.
«Hai sistemato tutto?» chiede.
Il suo sguardo rimane fermo sul volto di lei.
«Sì.» Felicia lo dice senza alzare la voce.
Riccardo annuisce appena. Percorre lo spazio con pochi passi. Si ferma davanti alla finestra e scosta la tenda. Il vetro riflette una parte del suo profilo. Il giardino fuori è immerso nell’oscurità, punteggiato da luci basse che disegnano il vialetto.
Felicia lo guarda di nascosto, gli occhi fermi sul movimento delle sue spalle, sulla postura che non ammette esitazioni. Il corpo di lui sembra abitare la stanza in modo pieno, senza necessità di parole. La presenza di Riccardo la attraversa e lascia un peso nuovo dietro lo sterno.
Lui lascia ricadere la tenda. Si volta verso di lei.
«Hai freddo?»
La domanda è semplice, quasi brusca. Felicia scuote la testa, ma le braccia si stringono attorno al busto. Riccardo osserva il gesto, poi lascia perdere. Rimane in piedi vicino alla porta. Non parla.
Lei attende, con una calma che non le appartiene ma che il corpo le impone.
«Se hai bisogno di qualcosa, chiedi.»
La voce di Riccardo è più morbida del previsto. Non cerca confidenza. Offre un perimetro.
Felicia annuisce. «Grazie, signore.»
Il silenzio si distende tra loro. Non è vuoto. È denso, attento, carico di ciò che ancora non sanno gestire.
Riccardo resta un secondo di troppo davanti a lei, gli occhi fissi sul volto basso, sulle dita che giocherellano con l’orlo del camice. Esita, vorrebbe toccarla, poi si ritrae. Apre la porta. Prima di uscire si ferma e aggiunge:
«Buonanotte.»
Felicia solleva lo sguardo quel poco che basta.
«Buonanotte, signore.»
Riccardo esce.
La porta si chiude piano, senza rumore. Felicia resta seduta sul letto. Il fiato le scende lento nel petto. Si stende, tende la coperta sulle gambe e lascia che la stanza la accolga di nuovo. E Felicia, nel buio, sente ancora lo sguardo di Riccardo attraversarle la pelle. La notte la prende senza fatica. Con un torpore che conosce e non la spaventa.
Serie: Obbedienza
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