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Serie: Noi
Ero sola. Come sempre del resto. Non mi sono mai piaciute le feste grandi, quelle dove c’è tanta musica e gente che balla appiccicata una all’altra … Ho sempre preferito stare a casa e bere un the caldo mentre leggo un libro o guardo un film sotto le coperte. Parlare con gli altri mi sfinisce, tanto più doverci stare in compagnia o ballare. Anna mi ha chiesto di farle sto favore però… Uno le piaceva e aveva saputo che sarebbe stato presente alla festa. Tutte le altre avevano un impegno e ovviamente io ero l’unica che non ne aveva. Rimpiango il fatto di aver lasciato il mio libro abbandonato sul comodino. Portarlo qui sarebbe stato disastroso, anche se lo avrei preferito. Mentre prendo un altro sorso di mojito analcolico (perché tocca a me guidare, ovviamente ) osservo la scena. Vedo Anna in mezzo alla folla che balla gioiosa vicino a quel ragazzo le piaceva tanto. Sembra che le sia andato bene. Sinceramente non ci trovo nulla di speciale in lui. Da come la guarda si capisce che non le interessa veramente. Il suo corpo trasmette segnali quasi di noia. Si guarda in giro di tanto in tanto.. Forse sta cercando qualcuno? Anna invece non vede tutto questo .Lei è felice di ballare vicino a lui e basta. La musica si fa sempre più forte e io sento la stanchezza salire. Ho raggiunto il mio limite. Scrivo ad Anna che la aspetto in macchina, subito dopo però cancello il messaggio. Non mi fido di quel tipo. Mi sembra troppo sospettoso e intravedo qualcosa di viscido in lui. È lo sguardo. Dicono che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Ma se uno non si prende il tempo di osservare non ci può leggere nulla. Ecco che le sussurra qualcosa all’orecchio e le porge la mano. Dove la vuole portare? Mentre sto per raggiungerla mi imbatto in un ragazzo alto. Chiedo scusa senza guardare e mi avvio verso Anna. “Anna, non sto bene. Torniamo a casa.” Lei sbuffa annoiata. Non vuole andare via, si vede, ma non se la sente di dirmelo. Sa che ha bisogno di un passaggio. Lui si avvicina e sussurra “Se vuoi andare via, vai. Ci penso io ad accompagnarla a casa. Tanto ho notato che ci fissavi scocciata già da un pezzo. Te ne puoi andare se vuoi”. Non se ne parla. Anna non può stare un secondo in più con lui. Non esiste. La prendo per mano e la trascino fuori. Una volta arrivate alla macchina lei si svincola con forza. “Mi hai fatto male. Domani avrò un livido” mi giro infuriata “meglio un livido che un danno irreparabile! Sali e muta.” É entrata in macchina senza dire una parola, era offesa e ferita. Lo sapevo che mi aveva chiamata per disperazione. Non sono quella amica che le permette di fare di tutto, piuttosto sono sempre stata più una sorella maggiore. Non ci posso fare niente… Il suo comportamento mi preoccupa sempre tanto e finisco per essere severa. ” potevi dire di no se non volevi venire . Lo so che le feste non ti piacciono. Ma io mi ricarico di energia in mezzo alle persone” mia cara piccola Anna. Più che caricarti ho paura che il tuo cervello si spegne e diventi una preda troppo facile. Ma se te lo dicessi poi non mi parleresti per diversi giorni perché ti ferisce doverlo ammettere …
Siamo arrivate a casa, mi sono assicurata che lei entrasse senza problemi e poi ho svoltato verso il mio appartamento. Ho messo la Panda fuori, così domani mi viene più comodo per uscire e mi sono avviata verso la porta del condominio. Una volta entrata in casa ho buttato la borsa sul letto e io mi sono stesa sul divano. Che sensazione meravigliosa. Niente più rumori. In mezzo a questa pace come in una culla accompagnata da una bimba nanna mi sono addormentata profondamente entrando in un mondo dove tutto é possibile. Ed é qui che posso scrivere il tuo viso e sentire la tua voce.
Serie: Noi
Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Interessante. Direi che è una testimonianza di vita vissuta… Complimenti!
che dolce! il finale mi fa sperare in qualcosa che già mi piace:)